Nomine Sanità – Fumata bianca per i direttori, fumata nera per la Giunta
Barberini si dimette e non va in Consiglio, verso una Giunta di minoranza?
Di Ciuenlai – Lo scenario peggiore ha preso corpo. La Governatrice
Catiuscia Marini, spinta dai suoi, ha deciso di tirare dritta sulle
nomine della sanità, costringendo, di fatto, l'Assessore alla Sanità a
mantenere quanto detto e a prepararsi alle dimissioni.
La lettera, se la Marini non cambiera idea, è pronta per
essere depositata sul tavolo della Presidente.”Non accetto di essere
commissariato” sarebbe stato il commento a caldo di Barberini. Ma non
basta l'Assessore avrebbe fatto anche sapere, che non sarà presente alla
discussione sui criteri delle nomine in Consiglio Regionale. A questo
punto conoscere i nomi dei direttori è ininfluente. Si parla di un mix
di conferme e di promozioni con l'annunciata staffetta Duca – Orlandi.
Il problema, se non ci saranno sorprese dell'ultimora, diventa il Governo Regionale.
Con il passaggio dell'area bocciana all'appoggio esterno, La Giunta
Marini può contare su 8 voti sicuri. Una Giunta praticamente di
minoranza, soggetta alle imboscate prima, dopo e durante i pasti. Ma si
va avanti con un unico motto nella bocca dei duellanti “vediamo dove
arrivano”. Intanto c'è già chi pensa al rimpasto e vede Carla Casciari
ai servizi sociali e la sanità in mano alla Marini. Come ai vecchi
tempi!
Aggiornamento - Per gli ambienti dell'Assessorato
alla Sanità l'opposizione alle decisioni della Presidente derivano da
una valutazione di "indubbio indebolimento del ruolo della struttura,
che dovrebbe essere il centro dell'eleborazione delle stretegie" . Quel
tipo di nomine, a loro giudizio, sposterebbero in altri uffici, il
fulcro decisionale del settore. Se dunque le nomine resteranno quelle
annunciate in Giunta "l'Assessore ne trarrà le conseguenze". Insomma o
la Marini ci ripensa o sarà rottura completa e le dimissioni
diventeranno inevitabili.
Le recenti e gravi dichiarazioni del
consigliere regionale del Pd Solinas e l’annuncio delle dimissioni
dell’assessore regionale Barberini confermano quanto diciamo da tempo:
sulle nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e
ospedaliere si sta consumando una sorta di resa di conti interna al PD
umbro. Come se il sistema sanitario regionale fosse ad uso e consumo di
un partito. L’elemento più grave della vicenda è però che, attraverso
questo tipo di polemiche, si tenta di nascondere l’immobilismo della
Presidente e del PD umbro nei confronti dei tagli alla sanità targati
Renzi, fatto sul quale evidentemente sono tutti d’accordo. I cittadini
umbri, infatti, stanno già toccando con mano le ricadute concrete
dell’entrata in vigore del decreto Lorenzin con le oltre 200 voci
presenti nell’elenco degli esami clinici che il Sistema sanitario
nazionale ha iniziato a coprire solo a certe condizioni. E’ iniziato il
percorso per la definitiva privatizzazione della sanità. Per l’Umbria,
al di là di trionfalismi dell’ultima ora sulle risorse assegnate, si
tratta di un ulteriore disastro, visto il forte depotenziamento dei
livelli di assistenza causato dai tagli e dall’assenza di ogni
programmazione regionale nella ripartizione delle risorse e
nell’organizzazione dei servizi. Nessun ragionamento sugli stipendi dei
direttori, nessuna proposta concreta per potenziare la medicina di
territorio e la prevenzione. A pagare per questa situazione saranno i
cittadini e le fasce più deboli della società.
Enrico Flamini, Segretario Regionale di Rifondazione comunista dell’Umbria
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