Grillo ci ripensa, adozioni a rischio
Senato. Dal
blog concede «libertà di coscienza». Rivolta in rete. Alfano esulta: la
legge può saltare. Il Pd minimizza: «Benvenuti nell’età adulta».
Deputati del movimento contro: «Scelta penosa» Ma ora i voti per le
adozioni potrebbero non esserci. Lo stralcio diventa un’ipotesi
concreta. Che Renzi potrebbe ’subire’ volentieri. E così evitare i
capricci dell’alleato Alfano
di Daniela Preziosi, Il Manifesto
Contrordine grillini: sulle unioni civili Grillo concede libertà
di voto. Per i militanti a cinque stelle e per la ’rete’, il fulmine a
ciel sereno arriva dal blog del comico. Da ieri mattina un post pensoso
ragiona sulla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner. Un
punto «in cui le sensibilità degli elettori, degli iscritti e dei
portavoce MoVimento 5 Stelle sono varie», scrive il leader. Che ora ha
cambiato idea «in seguito alle tante richieste da parte di elettori,
iscritti e portavoce M5S». L’indicazione ai senatori che da martedì
affronteranno il voto del ddl Cirinnà a Palazzo Madama è «libertà».
Grillo l’ha decisa e ora la concede ai suoi, stracciando senza indugio
la consultazione online che si era svolta nell’autunno del 2014 sulle
unioni civili, conclusa con la vittoria del sì: ma «non era presente
alcun accenno alle adozioni». E siccome, appunto, Grillo ha deciso, una
nuova votazione non serve: «Perché su un tema etico di questa portata i
portavoce M5S al Senato possono comunque, in base ai dettami della loro
coscienza, votare in maniera difforme dal gruppo qualunque sia il
risultato delle votazioni». Dario Fo a stretto giro di posta si schiera
con lui.
La parola coscienza fa ingresso nel vocabolario grillino ed è subito
terremoto. In pochi giorni il movimento è passato dalla minaccia di non
votare il ddl Cirinnà in caso di mediazioni al ribasso da parte del Pd,
all’ammissione di qualche dissenso sul tema delle adozioni (la settimana
scorsa in una riunione i senatori Ornella Bertorotta e Sergio Puglia
avevano ammesso la loro difficoltà a votare sì) alla libertà di voto.
Che però manda all’aria il fragile pallottoliere con cui la legge doveva
passare. Grillo forse annusa l’aria del paese, favorevole alle unioni
civili ma meno alle adozioni: «Gli italiani si spaventano», aveva detto
Casaleggio. O forse tenta una mossa per tenere uniti i senatori: il
dissenso sul tema è più ampio di quanto non era fin qui filtrato. Il
rischio era l’affossamento della stepchild al voto segreto con
figuraccia massima dei grillini. Tant’è che ieri l’appello dei senatori
per il sì lanciato su twitter da Paola Taverna (#iovotosì), fino a sera
aveva raccolto solo dodici adesioni. Poche, molto poche rispetto ai 35
senatori del gruppo. Ma nei gruppi il gesto d’imperio non va giù: «Un
patetico tentativo a non spingersi oltre», twitta la deputata Chiara Di
Benedetto. Sulla rete intanto è rivolta. L’accusa è sanguinosa ed è
quella di tradimento, perfetto frutto di anni di beffe contro l’idea
stessa (costituzionale, ma i grillini non l’hanno mai digerita) di
libertà di coscienza: «I portavoce non possono avere libertà di
coscienza perché votano in rappresentanza della coscienza collettiva»,
scrive un ’cittadino’; «Avete buttato nel cesso il principio cardine»,
un altro; «Loro voteranno secondo la loro coscienza ma non secondo la
volontà dei cittadini che li hanno eletti», un terzo. Obiezioni da
allievi modello dell’educazione civica a 5 stelle. Il rischio è che il
contraccolpo si senta nelle città dove a giugno si va al voto. Ne
sarebbero preoccupati in particolare il candidato bolognese Massimo
Bugani e la torinese Chiara Appendino.
Al senato il cambio di fronte dei grillini innesca una reazione a
catena. Ora il rischio è quello di mandare all’aria il ddl Cirinnà che
non può più contare sul bacino certo dei 35 voti grillini per far
passare l’art. 5, proprio quello che regola le stepchild. Il ministro
Alfano esulta e twitta: «Si riapre la partita. Potrebbe saltare l’intera
legge». In realtà quello che va a rischio sono le adozioni. Almeno per
la strada della legge: quella giudiziaria invece sarebbe spianata: ieri
le famiglie Arcobaleno hanno annunciato che «il tribunale per i
minorenni di Roma ha riconosciuto u’altra adozione “in casi particolari”
(la stepchild adoption) a favore di due minorenni con due mamme». Al
senato invece il fronte stava perdendo pezzi. La settimana scorsa il
senatore Tonini, cattolico ma favorevole al testo Cirinnà, aveva
lanciato l’idea dello stralcio in un provvedimento da approvare in tempi
certi. La proposta non aveva trovato grandi accoglienze nell’area
centrista e cattolica. In compenso aveva fatto saltare i nervi ai laici
del suo partito.
Ieri il capogruppo Luigi Zanda e la vice di Renzi Debora Serracchiani
hanno cercato di minimizzare l’impatto del contrordine grillino: «La
decisione di Grillo di lasciare libertà di voto sui punti delicati del
ddl sulle unioni civili è giusta», ha detto il primo, «Diamo ai grillini
il benvenuto nell’età adulta della politica», la seconda. Ma la
preoccupazione che alla fine lo stralcio delle adozioni diventi l’unica
strada per approvare la legge comincia ad essere molto concreta: la
somma dei possibili nuovi dissensi grillini con quelli già conosciuti
(35 del Pd, 7 del gruppo delle autonomie, più tutta la destra moderata e
non) comincia ad essere un numero pericolosamente alto. Il Pd non
sponsorizzerà lo stralcio delle adozioni. Ma potrebbe ’subirla’ per
portare comunque a casa legge. Risparmiandosi le turbolenze che, anche
bluffando, il partito di Alfano minacciava, dopo il (presunto) successo
del Family Day, sabato scorso. Per Renzi tutto sommato potrebbe persino
essere una soluzione augurabile.
Ferrero/Prc: “Unioni civili, il M5S in mano ai sondaggi”
La libertà di coscienza decisa da Grillo sulla legge sulle unioni
civili ed in particolare sulla stepchild adoption è un esempio da
manuale della linea politica del M5S. Il M5S fa le sue scelte in base ai
sondaggi: cosa è popolare e porta voti viene sposato (è il caso di
dirlo) dal M5S, cosa divide il “popolo” e cosa può porre un ostacolo
alla raccolta di voti, no. Ad esempio, avete visto il M5S denunciare la
vergognosa campagna mediatica contro i dipendenti pubblici? manco per
idea. Qualcuno dirà meglio chi segue i sondaggi che chi segue i
banchieri. Il problema che i banchieri e i padroni decidono cosa dicono i
mezzi di comunicazione di massa, o direttamente perchè li possiedono o
attraverso la pubblicità. In larga parte il senso comune viene plasmato
dai mezzi di comunicazione di massa. Questo vuol dire che il M5S non fa
altro che fare quello che la maggioranza degli italiani pensa dopo aver
subito il lavaggio del cervello quotidiano da parte dei mezzi di
comunicazione di massa.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista
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