domenica 7 febbraio 2016

Non c'è nuova Europa senza una nuova forza per cambiarla di Yanis Varoufakis e Lorenzo Marsili

Il lancio di un nuovo movimento pan-europeo Diem 2025 (acronimo di The Democracy in Europe Movement 2025 da parte nostra), arriva in un momento critico per l'Europa. Senza scomodare scenari di implosione, è chiaro il rischio di una caduta dell'Unione europea verso l'irrilevanza.
La retorica euro-critica di questi ultimi anni, che combinava un'aspirazione agli "Stati Uniti d'Europa" con una forte richiesta di cambiamento dei trattati, non regge più. Anche i tanti appelli per una maggiore integrazione dell'Eurozona sono oramai da guardare con sospetto. Rischiano di essere nient'altro che la realizzazione del piano Schauble - non democrazia federale, ma democrazia commissaria e letterine della Bce per tutti.
Allo stesso tempo appare velleitario qualunque piano B nazionale. Le sirene del nazionalismo, di destra o di sinistra, cantano una canzone di destituzione e continua perdita di sovranità. Siamo tra l'incudine e il martello. Schiacciati tra un'Unione fallimentare e priva di democrazia e stati nazionali ugualmente fallimentari e privi di democrazia. Ma che fare per cambiare realmente le cose?
Questi anni stanno segnando uno spartiacque. La scommessa, tanto a livello europeo che nazionale, è quella di ricostruire un immaginario per un mondo che così com'è non funziona più. Lo vediamo nella retorica di Jeremy Corbyn in Gran Bretagna, di Bernie Sanders negli Stati Uniti, delle nuove forze spagnole. Ma anche, altro lato della medaglia, dalla nuova estrema destra polacca, ungherese o francese.
La vera dinamica vecchio-contro-nuovo è la capacità di tornare a essere ambiziosi. E immaginare l'Europa come il luogo dove recuperare sovranità su tutto ciò che a livello nazionale non è possibile fare. Non perché ci sia l'UE, ma perché nel sistema globale uno staterello su certi argomenti non ha voce in capitolo.
Un nuovo discorso sull'Europa deve divenire un discorso sul futuro. L'Europa è lo spazio in cui si torna a governare la finanza globale e si attacca di petto lo scandalo di 62 uomini al controllo di metà della ricchezza mondiale. L'Europa è lo spazio in cui si liberano Julian Assange ed Edward Snowden e si immagina una nuova infrastruttura tecnologica che resista la messa a profitto e la messa sotto sorveglianza di ogni interazione digitale. L'Europa è lo spazio in cui si costruisce un modello di sviluppo ecologico e da una posizione di forza lo si impone sul resto del mondo attraverso trattati commerciali basati sulla giustizia climatica e non sulla gara al ribasso dei diritti. L'Europa è lo spazio in cui si immagina un nuovo multilateralismo portatore di pace da contrapporre al militarismo americano e ai nuovi nazionalismi, spesso con base etnica, dei Paesi emergenti.
La sovranità, questa volta ci sta, dovrebbe essere precisamente la capacità di incidere sulla definizione di sfide storiche come queste.
In Italia, ambizione significa anche ammettere che tanto può ancora essere cambiato a livello nazionale. Per essere chiari: non è vero che la politica economica la detta Bruxelles. La lotta di Matteo Renzi per avere qualche zero-virgola di spesa in più è la lotta per ottenere qualche miliardo da gettare in campagna elettorale, non per ricostruire un orizzonte di giustizia economica.
La scelta di disattendere il referendum sull'acqua e continuare sulla strada delle privatizzazioni è una scelta nazionale. La scelta di vivere in un Paese con una ricchezza accumulata pari a quattro volte il Pil ma un tasso di ineguaglianza e di povertà fra i maggiori d'Europa è una scelta nazionale. La corruzione e la criminalità organizzata, che valgono un decennio di manovre correttive, sono mali nazionali e avere paura di curarli è una scelta nazionale.
Oltre gli stabili dibattiti fra più europa o più stato nazionale, oltre la semplice declinazione elettorale dello scontro con Bruxelles, ciò di cui abbiamo bisogno è di recuperare la forza di pensare e volare alto. Ed è anche questa la sfida che portiamo oggi con il lancio di un nuovo movimento politico a scala europea e con la folle ambizione di cambiare questo maledetto continente.

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