domenica 20 giugno 2010

DE GENNARO HA LA FIDUCIA DEI SUOI MANDANTI

Come già è accaduto ai suoi colleghi e correi, anche Gianni de Gennaro, condannato dalla Corte d'Appello per istigazione dei suoi sottoposti a commettere falsa testimonianza, ha ricevuto piena solidarietà dai suoi mandanti. Tutto si tiene, decine di agenti e i vertici della polizia sono stati condannati in secondo grado per i gravi fatti in occasione del G8 di Genova, quando una fallimentare gestione dell'ordine pubblico fu coronata da rappresaglie e torture su centinaia di manifestanti presi a caso e i loro mandanti oggi giurano che si tratti di un errore e che chi, in tutta evidenza, ha - promosso, organizzato e diretto- una mattanza illegale e vergognosa, sia vittima dei giudici cattivi.
Una pagina orrenda della storia della nostra repubblica, che negli altri paesi europei è stata letta come uno scandalo, ma che da noi non ha sollevato grandi preoccupazioni nella politica, complice di quegli stessi vertici impegnati nel massacro.
Non stupisce la solidarietà del PD ai condannati, visto che era stato proprio il governo del centrosinistra a "coprire" i vertici della polizia in occasione di un'operazione simile in quel di Napoli. Se i condannati sono colpevoli, chi li comandava e poi li ha difesi è politicamente molto più colpevole di loro e li dovrebbe seguire nella disgrazia, i loro destini sono strettamente legati e in molti altri paesi sarebbero tutti lontani da ruoli pubblici da tempo.
Certo, De Gennaro ha avuto quello scatto di dignità mancato all'attuale capo della polizia Manganelli e ai suoi coimputati e ha presentato le sue dimissioni, ma lo ha fatto fidando su quella precedente fiducia e quindi il suo gesto lascia il tempo che trova.
Tutti innocenti anche se le Corti d'Appello hanno riconosciuto la loro colpevolezza nel merito, tutti in attesa che gli avvocati trovino qualche cavillo procedurale per indurre la Cassazione a ripetere i processi, nessuna assunzione di responsabilità da parte della politica, il solito gioco delle oligarchie che si sostengono a vicenda quando il tempo volge al brutto e loro malefatte vengono messe nere su bianco dalla giustizia. Capaci di snobbare le pesanti condanne e le ancora più pesanti motivazioni che le hanno accompagnate e d'insultare e ridere in faccia alle loro vittime. Capaci d'ignorare una verità accertata giudizialmente che ormai nessuna sentenza potrà cambiare e che passerà alla storia insieme alla vergogna loro e nostra.

1 commento:

  1. sarebbe il caso d'indicare le fonti di quello che si pubblica

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