mercoledì 23 giugno 2010

Pomigliano: la lotta continua

Nel referendum truffa indetto dalla Fiat e dai sindacati concertativi a Pomigliano non c'è stato il plebiscito auspicato da Marchionne.

È finito alle 4 lo scrutinio del referendum sull'accordo tra i sindacati dei metalmeccanici (ad esclusione della Fiom) e la Fiat per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco. I sì sono stati 2.888, i no 1.673, le schede bianche 22 e quelle nulle 59. I sì corrispondono al 62,2% dei voti, il no al 36 per cento. Un verdetto molto al di sotto del 70%, la soglia sotto la quale la Fiat è pronta a rimettere in discussione l'investimento di 700 milioni per produrre la nuova Panda. Un dato che potrebbe cambiare faccia all'economia di una città di 47mila persone e all'intera Campania. Un risultato, quello dei «no», molto al di sopra dei consensi che in teoria sommerebbero la Fiom e lo Slai Cobas, il fronte contrario all'intesa.
Dunque come titolano tutti i giornali on line questa mattina, vince ma non sfonda il si' . I sindacati si dicono soddisfatti del 63% dei consensi circa conquistato dal si' mentre il ministro Sacconi afferma che adesso il paese e' piu' moderno.Ma nella fabbrica campana della Fiat sono tutti consapevoli che a pesare nel prossimo futuro sara' anche il 36% raggiunto dal fronte del no. Ora e' tutto nelle mani della Fiat e qualcuno, come la Fiom, teme che questo risultato possa non bastare al Lingotto e che l'azienda possa giocare sulla percentuale negativa registrata nella consultazione per tirarsi indietro e negare gli investimenti, ovvero i 700 milioni per il progetto nuova Panda a Pomigliano.Poco dopo i primi scrutini, che in verita' sembravano profilare una vittoria del si' con oltre il 76%, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi aveva esortato la Fiat a riconoscere che ''vi sono tutte le condizioni per realizzare il promesso investimento in un contesto di pace sociale''. C'e' poi l'altro fronte dei sindacati con la Fim e la Uilm in primo luogo, che se da un lato si dicono soddisfatte del successo ottenuto, dall'altro chiedono alla Fiat di ratificare presto l'accordo e, quindi, di tener fede agli impegni. Saranno quindi giorni altrettanto decisivi quelli che seguiranno al referendum di ieri.Il sindacato piu' critico all'accordo, la Fiom, anche stanotte ha ribadito il suo no all'intesa, ma secondo quanto sottolineato dal segretario della federazione napoletana, Massimo Brancato, ''se laFiat apre una trattativa e si predispone ad una mediazione che rispetti la costituzione, le leggi dello stato e il contratto, ci sediamo a un tavolo e siamo disponibili a fare un negoziato''. E a chiedere di riaprire le trattative, quando il risultato gia' sembrava offrire ai contrari all'accordo un risultato per cosi' dire affatto deludente, arriva anche la vice segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso: ''la partecipazione al voto era prevedibile come la prevalenza del si' - spiega la sindacalista - Chiediamo a Fiat di avviare l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano e di riaprire la trattativa per una trattativa condivisa da tutti''.E se il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, subito dopo l'esito del voto sottolinea che in questo referendum ''ha vinto il lavoro e il buon senso'', il segretario della Uil Campania, Giovanni Sgambati mette in evidenza come ''una percentuale cosi' elevata di partecipazione non si era mai registrata in un referendum sulla flessiblita' nel settore metalmeccanico''. Un buon risultato, avvertono, anche se stasera, all'uscita della fabbrica alcuni lavoratori dello stabilimento, con in mano solo le primissime proiezioni hanno comunque gia' avvertito: ''anche se vince il si' la lotta per i nostri diritti continua''
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