Rispetto
alla fase complessa di crisi sociale e democratica che stiamo vivendo,
ritengo che anche e soprattutto a Perugia occorra intraprendere un
percorso politico comune della sinistra. Dico subito che non si tratta
di una mera questione politicista, bensì di una precisa responsabilità
politica di fase. Avanziamo questa proposta a
tutte le formazioni politiche e sociali della sinistra e alle compagne e
ai compagni dei movimenti che, variamente organizzati, si pongono la
necessità politica di costruire una sinistra ancora più forte. Oggi
infatti larga parte delle donne e degli uomini della sinistra perugina
si ritrova divisa. Per questo penso che serva un salto di qualità,
qualificando di più e meglio il lavoro politico sui contenuti. Voglio
fare riferimento ad alcune esperienze unitarie che possono indicare
percorsi possibili: penso a “La Sinistra per Gualdo”, capace di
rappresentare una forte ed efficace opposizione al governo delle destre
locali, a “La Sinistra per Castello”, progetto che ha inteso unire la
sinistra politica, sociale e di movimento, a “La Sinistra per Todi”, un
percorso di unità tra partiti, associazioni locali e sindacato, a “La
Sinistra per Castiglione” che sta iniziando a mettere insieme
associazioni culturali, forze sociali, esponenti del mondo del lavoro.
Ecco, lungi dal rappresentare “modelli”, questi esempi ci dicono che è
possibile mettere in comune la sostanza delle cose che ci uniscono. Con
questo metodo, mettendo al centro i contenuti e soprattutto la questione
del lavoro e dei suoi diritti, si può costruire un percorso unitario
della sinistra per Perugia. Non solo. Occorre anche una nuova visione
della città in grado di mobilitare intelligenze e passioni per un vero
processo partecipativo in grado di avanzare proposte concrete ed
alternative. Dobbiamo lavorare ad occasioni vere di confronto al fine di
rilanciare in maniera unitaria una nuova idea di Perugia. Un’idea di
socialità, di cultura che parta dalla riappropriazione del territorio e
dei beni comuni per mettere in campo un nuovo modello di sviluppo
fondato sull’economia sociale. È vero, il quadro nazionale non aiuta
Perugia, anzi, i tagli dei governi che si sono succeduti hanno aggravato
ed aggravano pesantemente la situazione, ma proviamo a costruire una
controtendenza. Questo è possibile a condizione che la sinistra sappia
giocare oggi per Perugia quel ruolo che ha avuto e dovrà continuare ad
avere, abbandonando certa retorica da “de profundis” o, peggio, da “come
eravamo” . Una sinistra per Perugia, unitaria, fatta di partiti, di
associazioni, comitati, singoli che possono rianimare insieme un punto
di vista, una sinistra che già oggi ha idee largamente condivise sulla
città. Dal piano “rifiuti zero”, al rilancio del trasporto pubblico,
dalla ripubblicizzazione dell’acqua, alla lotta all’evasione fiscale,
dall’abbandono della politica delle grandi opere, alla riqualificazione
degli spazi pubblici, dal rilancio dei servizi sociali, alla difesa
della scuola pubblica, dalla valorizzazione del commercio e
dell’artigianato, alla centralità da restituire all’Università e alla
produzione e fruizione diffusa della cultura, dalla difesa del lavoro,
alle misure da mettere in campo contro la crisi e le politiche di
austerità. Già oggi è possibile cogliere in alcune iniziative fatte di
solidarietà e mutualismo e di rilancio culturale e sociale una nuova
prospettiva capace anche di contrastare un accanimento mediatico e certa
criminalizzazione becera ed opportunista contro una città civile, di
sinistra e laica come Perugia. Certo, molto si dovrà ancora fare, a
partire da un piano sociale che permetta all’intera città di uscire
dalle proprie insicurezze, quelle reali, determinate dalla crisi, dalla
difficoltà nella ricerca del lavoro, di arrivare a fine mese. Questo
confronto è però ancora possibile e tutto da fare. Facciamolo insieme.
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc Perugia
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