Giuliano Corbucci, ha iniziato a lavorare sui temi ambientali
partendo dalla vicenda della discarica di Pietramelina, una discarica
che il Comune di Perugia ha piazzato ai margini del suo territorio,
riempendola per decenni di rifiuti. Giuliano è una delle figure che in
questo momento in Umbria si impegna sul tema ambientale, è
rappresentante del Comitato inceneritori Zero e sta portando avanti la
raccolta di firme per la campagna rifiuti zero. Recentemente ha
partecipato al secondo appuntamento di Umbertide di Umbria Terra
Sociale.
Controlacrisi.org lo ha intervistato.
Controlacrisi.org lo ha intervistato.
Rifiuti, discariche, inceneritori. Recentemente in Umbria il
partito del cemento ha riaperto la partita per quanto riguarda i Css. La
proposta in soldoni mi pare che sia quella di sfruttare i Css per
bruciarli nei cementifici vero?
L' industria del cemento sta attraversando una profonda crisi che
interessa tutta l'economia mondiale. Gli imprenditori del cemento negli
ultimi anni forse si sono arricchiti più di altri, e per mantenere il
loro tenore di vita cercano di inventarsi la maniera per garantirsi le
stesse entrate pre crisi.Invece di utilizzare carbone dicono potremmo
utilizzare rifiuti per produrre cemento. L' idea di bruciare rifiuti, se
non erro è stata di Confindustria,le associazioni di categoria tutte
dovrebbero fare interessi generali e non difendere quelli particolari.
Costituire una filiera di Industrie per il trattamento di materiali da
riciclare trasformandoli in materia seconda, potrebbe garantire buone
entrate per gli imprenditori e stipendi dignitosi ai numerosi lavoratori
assunti . Questo mi sembra una buona maniera di perseguire gli
interessi generali. Bruciare rifiuti nei cementifici esistenti
significherebbe emettere in atmosfera sostanze tossiche(diosiine metalli
pesanti etc.) altamente cancerogene che aggraverebbero una condizione
ambientale compromessa, in territori dove questi impianti sono presenti
da decenni.
Ma la raccolta differenziata in Umbria non sembra aver raggiunto gli obbiettivi prestabiliti, per quale motivo?
Gran parte degli obiettivi prefissati nei Piani Regionali sono
disattesi. Fin quando i comuni non pagheranno le penali per il mancato
raggiungimento degli stessi forse non verranno mai raggiunti. Solo la
serietà degli amministratori pubblici farà la differenza. Una totale
gestione pubblica potrà garantire trasparenza e coinvolgimrnto totale
dei cittadini per perseguire gli interessi generali in termini di minore
inquinamento ambientale e minor costo per il servizio da attribuire ai
cittadini. Pratiche ormai raggiunte da tutti quei comuni che hanno
aderito alla strategia RifiutiZero.
Tu hai partecipato al percorso di Umbria Terra Sociale, un
progetto dal basso che chiede di dare la terra a chi non lavora per
generare servizi sociali a livello municipale, qual'è il tuo giudizio?
Il percorso Umbria terra sociale potrebbe se progettato bene
diventare un vero e proprio laboratorio di socialità e condivisione di
intenti. In questi ultimi anni la politica ha purtroppo asservito in
maniera spregiudicata il modello capitalistico fondato su potere e
denaro perseguibile con qualsiasi mezzo. Il caso ILVA insegna,
imprenditori spregiudicati hanno devastato un vasto terrritorio
ricoprendolo di ceneri e polveri, sostanze altamente tossiche e nocive
alla salute umana. Il risultatoè stato che gli stessi hanno accumulato
miliardi di euro,mentre gli operai e cittadini di Taranto, a centinaia
si sono ammalati di tumore. Lo scompaginamento della letteratura medica
non ha solo allertato i laboratori di ricerca che in maniera
inconfutabile hanno evidenziato lo stretto legame tra inquinamento e
malattie oncologiche, ma ad accorgersi sono stati gli stessi medici di
base che continuano ad annoverare un numero sempre maggiore di malati di
cancro tra i loro pazienti. Dobbiamo a mio avviso ricominciare a volare
più in basso ponendoci una semplice domanda: quali sono i nostri
bisogni primari per vivere? La risposta è: respirare bere e mangiare.Se è
vero questo, ed è vero, come possiamo non ammalarci, se respiriamo aia
inquinata beviamo acqua dove spesso vengono trovati metalli pesanti e
sostanze nocive di ogni genere i cibi che mangiamo contengono dai
pesticidi con i quali trattiamo frutta e verdura agli ormoni ed
antibiotici con i quali ingrassiamo gli animali che alleviamo per
alimentarci. Considerato ciò i terreni che verranno utilizzati dovranno
diventare una fucina di idee trasformate in azioni ad impatto zero.I
prodotti della terra dovranno essere coltivati secondo le più rigide
pratiche di agricotura biologica. Le aziende dovranno auto sostentarsi
con energia rinnovabile utilizzando sole e vento. Per anni lungo la
valle del Tevere l'industria del tabacco ha garantito agli agricoltori
buoni profitti, completamente azzerati dall'oneroso prezzo pagato in
termini di inquinamento ambientale. La riconversione potrebbe essere
fatta utilizzando la canapa che per la sua coltivazione non necessita ne
di pesticidi ne delle grandi quantità di acqua che necessita invece una
coltivazione intensiva di tabacco. L'industria edile e quella tessile
potrebbero trovare in zona la materia prima coltivata a luopo.
Il percorso di Umbria Terra sociale si ega anche
all'esperienza sperimentale di Capannori dato che prevede oltre
all'utilizzo sociale della terra la possibilità d'interventi per ridurre
gli imballaggi ed i rifiuti. Pensi che questi elementi possano trovare
una sintesi?
Gli amministratori del comune di Capannori si sono prefissati, sin
dal loro insediamento, l'obiettivo di affrontare a 360 gradi le
problematiche ambientali legate all'acqua all'energia e rifiuti.
Considerato che il moderno sviluppo neconomico ci porterà al 2050 a
consumare le materie prime di due Pianeti, è necessaria una profonda
riflessione per garantire le opportunità di sviluppo alle generazioni
future.Dovrebbe prendere piede una economia circolare dove la materia
prima utilizzata per costruire un prodotto possa essere reimmessa nel
mercato al suo esaurimento. L'attuale economia lineare sta divorando 65
miliardi di tonnellate di materie prime all'anno. Si stima che nel 2020
ne occorreranno 82 tonnellate. Le industrie del riciclo non
garantirannno solo occupazione negli anni a venire ma manterranno le
preziose materie prime necessarie alla produzione inustriale.
Prossimi appuntamenti?
Stiamo lavorando per organizzare un mercatino del riuso dove
indumenti del nostro guardaroba invece di essere buttati in discarica
potrànno trovare un nuovo utilizzo.
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