martedì 3 dicembre 2013

Il Documento Politico conclusivo del IX Congresso Provinciale del Prc di Perugia


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In un contesto mondiale di ristrutturazione del capitalismo nella sua forma neoliberista che genera l’attuale crisi di sistema, l’azione delle classi dominanti  in Europa si caratterizza per le larghe intese e per il fatto di praticare nel modo più radicale le misure liberiste e monetariste con l’uso politico del debito e della moneta, mettendo al centro il mercato e la libera concorrenza e assumendo sempre più caratteri antidemocratici e tecnocratici per lo smantellamento dello stato sociale.
Su questo quadro salutiamo con favore la candidatura Alexis Tsipras, il leader di Syriza, il partito della sinistra greca, simbolo e guida della lotta contro l’austerità, indicato dal Partito della Sinistra Europea a ricoprire la carica di Presidente della Commissione Europea. La candidatura di Tsipras può rappresentare un elemento di vera battaglia politica continentale contro la Troika e l’austerita’, per un’ idea di alternativa complessiva, di Europa democratica e sociale, capace di rompere l’asse popolari socialisti e liberali, capace di cancellare i trattati della austerita’ per riaprire un processo costituente  in sintonia con lo spirito delle costituzioni democratiche e introducendo nuovi valori fondanti come quelli dei beni comuni e del diritto al reddito.
Nel nostro paese il governo Monti ieri e quello Letta oggi sono la versione italiana della grande coalizione che si afferma in tutta Europa per gestire le politiche di rigore. Il bipolarismo tra simili e poi il governo delle larghe intese di Pd e Pdl stanno cercando di rendere irreversibile la costituzionalizzazione del neoliberismo contro i diritti. Questo sta determinando sul piano politico una stagione di cambio di fase profondo con un generale spostamento a destra; sul piano sociale ed economico siamo di fronte a misure antipopolari fatte di privatizzazioni e di attacchi continui alle conquiste sociali, dall’abolizione dell’art. 18 all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, dai tagli allo stato sociale al restringimento degli spazi democratici, con un aumento generalizzato della disoccupazione, soprattutto giovanile, e di nuove povertà.
Anche i nostri territori sono interessati da una forte crisi, frutto delle politiche neoliberiste fatte di precarietà, bassi salari ed aumento della povertà: esiste nella nostra provincia una crescente questione sociale. Per questo la nostra iniziativa deve caratterizzarsi per l’individuazione di  obiettivi intermedi, che siano percepibili non solo come auspicabili, ma anche come possibili da vasti strati popolari. Senza obiettivi intermedi, percepiti come praticabili, le nostre parole d’ordine sono destinate a trasformarsi in pura propaganda parolaia incapace di interagire concretamente nella situazione data.
Proponiamo di varare un vero Piano del lavoro, un Piano di investimenti in innovazione e ricerca a sostegno dell’occupazione nei settori strategici dell’economia regionale, nel quale favorire e valorizzare anche un’idea di economia sociale di territorio, a partire dalla nostra proposta di legge regionale sull’uso sociale delle terre demaniali, un nuovo modello di sviluppo fatto di mutualismo, cooperazione sociale, credito cooperativo, artigianato, commercio equo e solidale, produzioni agricole per ridare al lavoro la centralità dell’agenda politica. In questo senso occorrono politiche di sostegno alla “creazione d’impresa creativa” per rispondere alla crisi con modelli d’impresa innovativi e di qualità. Nello stesso tempo proponiamo il varo di un Piano regionale per il riassetto idrogeologico ed intendiamo generalizzare il nostro contrasto alla trasformazione della E45 in autostrada stando nelle mobilitazioni esterne e attraverso la presentazione di appositi ordini del giorno nelle istituzioni,
Intendiamo rilanciare il reddito minimo garantito per contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico. Ribadiamo la necessità di garantire l’accesso ad internet per tutte e tutti.
Sul diritto alla casa è necessario attivare tutti gli strumenti per il superamento della sofferenza abitativa sostenendo il blocco degli sfratti e chiedendo la messa a disposizione del patrimonio pubblico immobiliare. Continueremo a sostenere le campagne “Sfratti Zero”. Rifondazione Comunista si è battuta in questi anni contro la creazione di termovalorizzatori e l’incentivazione della raccolta differenziata. Si ribadisce pieno sostegno alla strategia di Rifiuti Zero per riprogettare la vita ciclica delle risorse sui nostri territori in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento, discarica o l’uso dei cementifici.
Siamo per il diritto alla pratica sportiva e all’attività motoria. Occorre un piano per la ripubblicizzazione degli impianti sportivi per garantirne la fruibilità a tutte e a tutti.
Su queste basi proponiamo la costruzione di un fronte unitario al fine di rendere più efficace la nostra battaglia di opposizione, un vero e proprio movimento contro l’austerità che parte da proposte concrete.  I continui tagli agli Enti Locali infatti ridimensionano gli strumenti in mano ai Comuni per il governo dei territori. Occorre proporre nuovi interventi di riforma sulla pubblica amministrazione, a partire dal bilancio partecipativo. In questo senso ribadiamo che occorre mettere al centro dell’azione di governo del territorio il mantenimento dello stato sociale, la salvaguardia dei servizi, l’equità fiscale, la difesa della sanità e della scuola pubblica, una nuova politica di sviluppo che sappia riconoscere la centralità al lavoro, all’ambiente e ai beni comuni. Intendiamo rafforzare le relazioni costruite per la manifestazione del 12 ottobre, “Costituzione: la via maestra”,  e per la manifestazione del 19 ottobre in occasione della mobilitazione per “Una sola grande opera: casa e reddito per tutti” per rimettere in campo azioni concrete e di sinistra capaci di iniziare a contrastare efficacemente sul piano politico e sociale i disastri del governo delle larghe intese che si abbattono anche sulla nostra regione.  Democrazia e lavoro sono i temi su cui la sinistra può rifondare un proprio ruolo autonomo nella politica italiana ed umbra e avviare un percorso capace di scardinare e smascherare tutti i populismi presenti oggi nel panorama politico per rappresentare e far avanzare gli interessi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, di chi oggi paga maggiormente i costi della crisi. Su questo quadro pensiamo che occorra continuare nella direzione di riforme strutturali capaci di conseguire risultati di semplificazione e riqualificazione della spesa pubblica intesa come leva di un nuovo modello di sviluppo sostenibile,  anche attraverso nuovi strumenti fiscali, reperimento delle risorse e l’accesso al credito.
Proprio su questi temi anche nella nostra provincia è possibile aggregare la sinistra di alternativa, in sinergia con i movimenti, con il riferimento in Europa al Partito della Sinistra Europea e al GUE, con l’esplicito collegamento con le battaglie della Fiom, della sinistra della CGIL, del sindacalismo di base. Per questo avanziamo a tutte le formazioni politiche della sinistra, così come alle compagne e ai compagni dei movimenti che, variamente organizzati, si pongono la necessità politica di costruire una sinistra ancora più forte ed incisiva, la costruzione di un polo politico autonomo della sinistra in ogni territorio. Con questo metodo, mettendo al centro i contenuti e soprattutto la questione del lavoro e dei suoi diritti, si può costruire un percorso unitario della sinistra a Perugia, una sinistra per Perugia. Si tratta di rilanciare l’offensiva unitaria rivolgendosi a tutte quelle forze della sinistra che si battono con la Fiom, che difendono il sistema d’istruzione pubblico e di stato, che lottano per sottrarre i beni comuni alla mercificazione. Una sinistra che coniughi lavoro, sviluppo, ambiente, qualità della vita e stato sociale, un progetto che passa necessariamente per un percorso partecipato nella società, una lunga e difficoltosa traversata nelle pieghe del dolore sociale, tra le speranze e le aspettative delle classi subalterne. partendo dalla partecipazione e dalle questioni vere che interessano il nostro popolo: le questioni del lavoro, del salario, dell’agricoltura, dell’artigianato, della sicurezza urbana, del piccolo commercio, delle partita Iva, della scuola, del tipo di sviluppo economico locale. In questo senso pensiamo occorra rafforzare Rifondazione comunista dentro un processo di costruzione autonomo e alternativo della sinistra. Intendiamo lavorare ad una sorta di costituente aperta e fondativa della Sinistra Europea nei nostri territori che possa rappresentare una concreta attrattiva politica capace di favorire un processo unitario delle forze politiche comuniste e della sinistra che si battono contro il neoliberismo. Vogliamo essere protagonisti dell’avvio generoso nel nostro territorio e nel nostro paese di un processo politico unitario ed includente, che azzeri le attuali misere rendite di posizione, fondato sul lavoro e sul conflitto sociale, coinvolgendo il fronte più ampio possibile di forze politiche, partiti già oggi osservatori di SE, associazioni e singole personalità che lottano contro il neoliberismo e che propongono l’alternativa, dal livello locale fino a quello europeo. Ovviamente per fare questo vanno abbandonati veti e pregiudiziali così come non vanno perseguite ipotesi di egemonia delle strutture esistenti. Un processo di questo tipo, una sorta di Sezione italiana del Partito della Sinistra Europea, legittimata da un bagno democratico dal basso, può riuscire se fondato su un appello aperto alle culture critiche e in sintonia con i nuovi movimenti e sulla ricerca di un’omogeneità nel campo della politica: il no al neoliberismo e la proposta dell’alternativa di società fondata sul socialismo del XXI secolo. Un percorso di questo tipo, dal basso e dai territori può anche favorire la costruzione della sinistra umbra, una sinistra umbra che si candida al governo dei processi sociali, economici ed istituzionali per far uscire la nostra regione dalla morsa delle politiche liberiste.
Il problema vero delle forze della sinistra nel nostro territorio provinciale resta comunque il proprio insediamento sociale. Non c’è processo unitario della sinistra se non c’è legittimazione sociale e prospettiva politica.  Anche nella nostra provincia individuiamo nelle pratiche sociali una priorità strategica da generalizzare. Dobbiamo continuare ad essere presenti nei luoghi di lavoro, riconoscibili nelle vertenze operaie e del lavoro dipendente e autonomo, nelle lotte delle comunità sui temi ambientali, nei movimenti che rivendicano diritti e beni comuni, per contrastare in modo efficace le difficoltà che la crisi produce tra i lavoratori e negli strati popolari. Una sfida a cui dobbiamo rispondere con l’allargamento e potenziamento dello stato sociale, con nuovi diritti sociali esigibili, con nuove ed efficaci politiche dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’integrazione.
Rispetto all’Università, il calo delle iscrizioni per le scelte scellerate del Senato Accademico perugino ripropone un’idea di accesso allo studio di classe ed escludente. È  necessario lavorare quindi per riconquistare una nostra rappresentanza all’interno delle assisi democratiche dell’Ateneo per avanzare le istanze dei movimenti studenteschi e le nostre proposte. Siamo per la “ripublicizzazione” dei saperi e per l’universalità della conoscenza, per un pieno riconoscimento del diritto allo studio e alla cultura. In questo senso ribadiamo pieno sostegno a “Perugia capitale europea della cultura 2019”, una straordinaria occasione di promozione del nostro territorio e delle sue eccellenze culturali.
La lotta per la pace viene assunta come centrale nella nostra iniziativa politica e culturale, così come la lotta ad ogni forma di razzismo, ad ogni rigurgito di stampo antifascista ci impone un rinnovato impegno politico e culturale sostenendo  il rafforzamento della presenza territoriale dell’ANPI.
Questo impegno si deve connettere anzitutto con la nostra presenza nel mondo dei lavori e nelle organizzazioni sindacali per contrastare l’attacco alla contrattazione nazionale ed i tentativi di inasprire i livelli di precarietà ed insicurezza, per rilanciare il movimento di lotta per il salario, per determinare risposte concrete alla crisi dell’apparato produttivo provinciale. Questo può favorire il nostro radicamento sociale e determinare una discontinuità sostanziale rispetto alle logiche perverse della politica attuale. Ciò non vuol dire che rispetto al sistema delle alleanze dobbiamo perseguire l’isolamento. Tutt’altro. Vuole dire solo che dobbiamo caratterizzarci per la proposta di  una svolta reale e netta, un profondo processo di innovazione e di rinnovamento.
Si può quindi confermare o costruire un nuovo sistema di alleanze locali sui punti programmatici delineati e su basi che partano da una analisi economico-sociale condivisa.
Per fare questo occorre però rilanciare l’azione politico-organizzativa del nostro partito. È necessario continuare a rinnovare e rigenerare il partito, attraverso la centralità dei circoli e dei territori. Un partito che continua a radicarsi, capace di organizzare lotte e vertenze, aperto alla relazione con le diverse realtà sociali che operano nei comitati, nei movimenti, nelle associazioni, nei sindacati. Non solo. Un partito capace anche di utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione offerti dal web e dall’innovazione tecnologica in genere ed anche capace di fare formazione dei quadri dirigenti . In questo senso proponiamo l’organizzazione di un partito che lavora a proposte alternative capaci di raggiungere obiettivi concreti in favore delle classi subalterne, di aggregare e di rilanciare l’iniziativa sui temi centrali del lavoro, dell’ambiente e del modello di sviluppo per la costruzione di ina sinistra alternativa ed autonoma.
Per rispondere concretamente al mutamento delle condizioni generali che attraversa il nostro partito e per offrire una cornice programmatica omogenea in vista delle amministrative dell’anno prossimo dispiegheremo la nostra iniziativa attraverso la definizione di una Conferenza di Organizzazione e una Conferenza di Programma da tenersi entro il mese di febbraio.
Approvato con 96 voti favorevoli, 4 contrari

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