In un contesto mondiale di ristrutturazione del capitalismo nella sua
forma neoliberista che genera l’attuale crisi di sistema, l’azione
delle classi dominanti in Europa si caratterizza per le larghe intese e
per il fatto di praticare nel modo più radicale le misure liberiste e
monetariste con l’uso politico del debito e della moneta, mettendo al
centro il mercato e la libera concorrenza e assumendo sempre più
caratteri antidemocratici e tecnocratici per lo smantellamento dello
stato sociale.
Su questo quadro salutiamo con favore la candidatura Alexis Tsipras, il leader di Syriza, il partito della sinistra greca, simbolo e guida della lotta contro l’austerità, indicato dal Partito della Sinistra Europea a ricoprire la carica di Presidente della Commissione Europea. La candidatura di Tsipras può rappresentare un elemento di vera battaglia politica continentale contro la Troika e l’austerita’, per un’ idea di alternativa complessiva, di Europa democratica e sociale, capace di rompere l’asse popolari socialisti e liberali, capace di cancellare i trattati della austerita’ per riaprire un processo costituente in sintonia con lo spirito delle costituzioni democratiche e introducendo nuovi valori fondanti come quelli dei beni comuni e del diritto al reddito.
Nel nostro paese il governo Monti ieri e quello Letta oggi sono la versione italiana della grande coalizione che si afferma in tutta Europa per gestire le politiche di rigore. Il bipolarismo tra simili e poi il governo delle larghe intese di Pd e Pdl stanno cercando di rendere irreversibile la costituzionalizzazione del neoliberismo contro i diritti. Questo sta determinando sul piano politico una stagione di cambio di fase profondo con un generale spostamento a destra; sul piano sociale ed economico siamo di fronte a misure antipopolari fatte di privatizzazioni e di attacchi continui alle conquiste sociali, dall’abolizione dell’art. 18 all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, dai tagli allo stato sociale al restringimento degli spazi democratici, con un aumento generalizzato della disoccupazione, soprattutto giovanile, e di nuove povertà.
Su questo quadro salutiamo con favore la candidatura Alexis Tsipras, il leader di Syriza, il partito della sinistra greca, simbolo e guida della lotta contro l’austerità, indicato dal Partito della Sinistra Europea a ricoprire la carica di Presidente della Commissione Europea. La candidatura di Tsipras può rappresentare un elemento di vera battaglia politica continentale contro la Troika e l’austerita’, per un’ idea di alternativa complessiva, di Europa democratica e sociale, capace di rompere l’asse popolari socialisti e liberali, capace di cancellare i trattati della austerita’ per riaprire un processo costituente in sintonia con lo spirito delle costituzioni democratiche e introducendo nuovi valori fondanti come quelli dei beni comuni e del diritto al reddito.
Nel nostro paese il governo Monti ieri e quello Letta oggi sono la versione italiana della grande coalizione che si afferma in tutta Europa per gestire le politiche di rigore. Il bipolarismo tra simili e poi il governo delle larghe intese di Pd e Pdl stanno cercando di rendere irreversibile la costituzionalizzazione del neoliberismo contro i diritti. Questo sta determinando sul piano politico una stagione di cambio di fase profondo con un generale spostamento a destra; sul piano sociale ed economico siamo di fronte a misure antipopolari fatte di privatizzazioni e di attacchi continui alle conquiste sociali, dall’abolizione dell’art. 18 all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, dai tagli allo stato sociale al restringimento degli spazi democratici, con un aumento generalizzato della disoccupazione, soprattutto giovanile, e di nuove povertà.
Anche i nostri territori sono interessati da una forte crisi, frutto
delle politiche neoliberiste fatte di precarietà, bassi salari ed
aumento della povertà: esiste nella nostra provincia una crescente
questione sociale. Per questo la nostra iniziativa deve caratterizzarsi
per l’individuazione di obiettivi intermedi, che siano percepibili non
solo come auspicabili, ma anche come possibili da vasti strati popolari.
Senza obiettivi intermedi, percepiti come praticabili, le nostre parole
d’ordine sono destinate a trasformarsi in pura propaganda parolaia
incapace di interagire concretamente nella situazione data.
Proponiamo di varare un vero Piano del lavoro, un Piano di
investimenti in innovazione e ricerca a sostegno dell’occupazione nei
settori strategici dell’economia regionale, nel quale favorire e
valorizzare anche un’idea di economia sociale di territorio, a partire
dalla nostra proposta di legge regionale sull’uso sociale delle terre
demaniali, un nuovo modello di sviluppo fatto di mutualismo,
cooperazione sociale, credito cooperativo, artigianato, commercio equo e
solidale, produzioni agricole per ridare al lavoro la centralità
dell’agenda politica. In questo senso occorrono politiche di sostegno
alla “creazione d’impresa creativa” per rispondere alla crisi con
modelli d’impresa innovativi e di qualità. Nello stesso tempo proponiamo
il varo di un Piano regionale per il riassetto idrogeologico ed
intendiamo generalizzare il nostro contrasto alla trasformazione della
E45 in autostrada stando nelle mobilitazioni esterne e attraverso la
presentazione di appositi ordini del giorno nelle istituzioni,
Intendiamo rilanciare il reddito minimo garantito per contrastare il
rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la
cittadinanza attraverso un sostegno economico. Ribadiamo la necessità di
garantire l’accesso ad internet per tutte e tutti.
Sul diritto alla casa è necessario attivare tutti gli strumenti per
il superamento della sofferenza abitativa sostenendo il blocco degli
sfratti e chiedendo la messa a disposizione del patrimonio pubblico
immobiliare. Continueremo a sostenere le campagne “Sfratti Zero”.
Rifondazione Comunista si è battuta in questi anni contro la creazione
di termovalorizzatori e l’incentivazione della raccolta differenziata.
Si ribadisce pieno sostegno alla strategia di Rifiuti Zero per
riprogettare la vita ciclica delle risorse sui nostri territori in modo
tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di
rifiuti da conferire in discarica allo zero, contrapponendosi alle
pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento,
discarica o l’uso dei cementifici.
Siamo per il diritto alla pratica sportiva e all’attività motoria.
Occorre un piano per la ripubblicizzazione degli impianti sportivi per
garantirne la fruibilità a tutte e a tutti.
Su queste basi proponiamo la costruzione di un fronte unitario al
fine di rendere più efficace la nostra battaglia di opposizione, un vero
e proprio movimento contro l’austerità che parte da proposte concrete.
I continui tagli agli Enti Locali infatti ridimensionano gli strumenti
in mano ai Comuni per il governo dei territori. Occorre proporre nuovi
interventi di riforma sulla pubblica amministrazione, a partire dal
bilancio partecipativo. In questo senso ribadiamo che occorre mettere al
centro dell’azione di governo del territorio il mantenimento dello
stato sociale, la salvaguardia dei servizi, l’equità fiscale, la difesa
della sanità e della scuola pubblica, una nuova politica di sviluppo che
sappia riconoscere la centralità al lavoro, all’ambiente e ai beni
comuni. Intendiamo rafforzare le relazioni costruite per la
manifestazione del 12 ottobre, “Costituzione: la via maestra”, e per la
manifestazione del 19 ottobre in occasione della mobilitazione per “Una
sola grande opera: casa e reddito per tutti” per rimettere in campo
azioni concrete e di sinistra capaci di iniziare a contrastare
efficacemente sul piano politico e sociale i disastri del governo delle
larghe intese che si abbattono anche sulla nostra regione. Democrazia e
lavoro sono i temi su cui la sinistra può rifondare un proprio ruolo
autonomo nella politica italiana ed umbra e avviare un percorso capace
di scardinare e smascherare tutti i populismi presenti oggi nel panorama
politico per rappresentare e far avanzare gli interessi dei lavoratori,
dei precari, dei disoccupati, di chi oggi paga maggiormente i costi
della crisi. Su questo quadro pensiamo che occorra continuare nella
direzione di riforme strutturali capaci di conseguire risultati di
semplificazione e riqualificazione della spesa pubblica intesa come leva
di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, anche attraverso nuovi
strumenti fiscali, reperimento delle risorse e l’accesso al credito.
Proprio su questi temi anche nella nostra provincia è possibile
aggregare la sinistra di alternativa, in sinergia con i movimenti, con
il riferimento in Europa al Partito della Sinistra Europea e al GUE, con
l’esplicito collegamento con le battaglie della Fiom, della sinistra
della CGIL, del sindacalismo di base. Per questo avanziamo a tutte le
formazioni politiche della sinistra, così come alle compagne e ai
compagni dei movimenti che, variamente organizzati, si pongono la
necessità politica di costruire una sinistra ancora più forte ed
incisiva, la costruzione di un polo politico autonomo della sinistra in
ogni territorio. Con questo metodo, mettendo al centro i contenuti e
soprattutto la questione del lavoro e dei suoi diritti, si può costruire
un percorso unitario della sinistra a Perugia, una sinistra per
Perugia. Si tratta di rilanciare l’offensiva unitaria rivolgendosi a
tutte quelle forze della sinistra che si battono con la Fiom, che
difendono il sistema d’istruzione pubblico e di stato, che lottano per
sottrarre i beni comuni alla mercificazione. Una sinistra che coniughi
lavoro, sviluppo, ambiente, qualità della vita e stato sociale, un
progetto che passa necessariamente per un percorso partecipato nella
società, una lunga e difficoltosa traversata nelle pieghe del dolore
sociale, tra le speranze e le aspettative delle classi subalterne.
partendo dalla partecipazione e dalle questioni vere che interessano il
nostro popolo: le questioni del lavoro, del salario, dell’agricoltura,
dell’artigianato, della sicurezza urbana, del piccolo commercio, delle
partita Iva, della scuola, del tipo di sviluppo economico locale. In
questo senso pensiamo occorra rafforzare Rifondazione comunista dentro
un processo di costruzione autonomo e alternativo della sinistra.
Intendiamo lavorare ad una sorta di costituente aperta e fondativa della
Sinistra Europea nei nostri territori che possa rappresentare una
concreta attrattiva politica capace di favorire un processo unitario
delle forze politiche comuniste e della sinistra che si battono contro
il neoliberismo. Vogliamo essere protagonisti dell’avvio generoso nel
nostro territorio e nel nostro paese di un processo politico unitario ed
includente, che azzeri le attuali misere rendite di posizione, fondato
sul lavoro e sul conflitto sociale, coinvolgendo il fronte più ampio
possibile di forze politiche, partiti già oggi osservatori di SE,
associazioni e singole personalità che lottano contro il neoliberismo e
che propongono l’alternativa, dal livello locale fino a quello europeo.
Ovviamente per fare questo vanno abbandonati veti e pregiudiziali così
come non vanno perseguite ipotesi di egemonia delle strutture esistenti.
Un processo di questo tipo, una sorta di Sezione italiana del Partito
della Sinistra Europea, legittimata da un bagno democratico dal basso,
può riuscire se fondato su un appello aperto alle culture critiche e in
sintonia con i nuovi movimenti e sulla ricerca di un’omogeneità nel
campo della politica: il no al neoliberismo e la proposta
dell’alternativa di società fondata sul socialismo del XXI secolo. Un
percorso di questo tipo, dal basso e dai territori può anche favorire la
costruzione della sinistra umbra, una sinistra umbra che si candida al
governo dei processi sociali, economici ed istituzionali per far uscire
la nostra regione dalla morsa delle politiche liberiste.
Il problema vero delle forze della sinistra nel nostro territorio
provinciale resta comunque il proprio insediamento sociale. Non c’è
processo unitario della sinistra se non c’è legittimazione sociale e
prospettiva politica. Anche nella nostra provincia individuiamo nelle
pratiche sociali una priorità strategica da generalizzare. Dobbiamo
continuare ad essere presenti nei luoghi di lavoro, riconoscibili nelle
vertenze operaie e del lavoro dipendente e autonomo, nelle lotte delle
comunità sui temi ambientali, nei movimenti che rivendicano diritti e
beni comuni, per contrastare in modo efficace le difficoltà che la crisi
produce tra i lavoratori e negli strati popolari. Una sfida a cui
dobbiamo rispondere con l’allargamento e potenziamento dello stato
sociale, con nuovi diritti sociali esigibili, con nuove ed efficaci
politiche dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’integrazione.
Rispetto all’Università, il calo delle iscrizioni per le scelte
scellerate del Senato Accademico perugino ripropone un’idea di accesso
allo studio di classe ed escludente. È necessario lavorare quindi per
riconquistare una nostra rappresentanza all’interno delle assisi
democratiche dell’Ateneo per avanzare le istanze dei movimenti
studenteschi e le nostre proposte. Siamo per la “ripublicizzazione” dei
saperi e per l’universalità della conoscenza, per un pieno
riconoscimento del diritto allo studio e alla cultura. In questo senso
ribadiamo pieno sostegno a “Perugia capitale europea della cultura
2019”, una straordinaria occasione di promozione del nostro territorio e
delle sue eccellenze culturali.
La lotta per la pace viene assunta come centrale nella nostra
iniziativa politica e culturale, così come la lotta ad ogni forma di
razzismo, ad ogni rigurgito di stampo antifascista ci impone un
rinnovato impegno politico e culturale sostenendo il rafforzamento
della presenza territoriale dell’ANPI.
Questo impegno si deve connettere anzitutto con la nostra presenza
nel mondo dei lavori e nelle organizzazioni sindacali per contrastare
l’attacco alla contrattazione nazionale ed i tentativi di inasprire i
livelli di precarietà ed insicurezza, per rilanciare il movimento di
lotta per il salario, per determinare risposte concrete alla crisi
dell’apparato produttivo provinciale. Questo può favorire il nostro
radicamento sociale e determinare una discontinuità sostanziale rispetto
alle logiche perverse della politica attuale. Ciò non vuol dire che
rispetto al sistema delle alleanze dobbiamo perseguire l’isolamento.
Tutt’altro. Vuole dire solo che dobbiamo caratterizzarci per la proposta
di una svolta reale e netta, un profondo processo di innovazione e di
rinnovamento.
Si può quindi confermare o costruire un nuovo sistema di alleanze
locali sui punti programmatici delineati e su basi che partano da una
analisi economico-sociale condivisa.
Per fare questo occorre però rilanciare l’azione
politico-organizzativa del nostro partito. È necessario continuare a
rinnovare e rigenerare il partito, attraverso la centralità dei circoli e
dei territori. Un partito che continua a radicarsi, capace di
organizzare lotte e vertenze, aperto alla relazione con le diverse
realtà sociali che operano nei comitati, nei movimenti, nelle
associazioni, nei sindacati. Non solo. Un partito capace anche di
utilizzare al meglio gli strumenti di comunicazione offerti dal web e
dall’innovazione tecnologica in genere ed anche capace di fare
formazione dei quadri dirigenti . In questo senso proponiamo
l’organizzazione di un partito che lavora a proposte alternative capaci
di raggiungere obiettivi concreti in favore delle classi subalterne, di
aggregare e di rilanciare l’iniziativa sui temi centrali del lavoro,
dell’ambiente e del modello di sviluppo per la costruzione di ina
sinistra alternativa ed autonoma.
Per rispondere concretamente al mutamento delle condizioni generali
che attraversa il nostro partito e per offrire una cornice programmatica
omogenea in vista delle amministrative dell’anno prossimo dispiegheremo
la nostra iniziativa attraverso la definizione di una Conferenza di
Organizzazione e una Conferenza di Programma da tenersi entro il mese di
febbraio.
Approvato con 96 voti favorevoli, 4 contrari
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua