PERUGIA - Con
18 voti favorevoli della maggioranza e 10 astensioni dalle opposizioni,
l’Aula di Palazzo Cesaroni ha dato il via libera al disegno di legge
della Giunta regionale che detta ‘Norme in materia di infrastrutture per
le telecomunicazioni’. Obiettivi e finalità del documento, come lo
stesso assessore Stefano Vinti (Infrastrutture tecnologiche) ha
rimarcato al termine del dibattito sono: “internet per tutti; il catasto
del sottosuolo; il piano telematico triennale, predisposto dal
Consiglio regionale; la banca dati delle infrastrutture; il sostegno al
sistema televisivo regionale”. Quella approvata dal Consiglio regionale è
la prima legge umbra in materia di infrastrutture per le
telecomunicazioni. Approvato all’unanimità, con l’approvazione della
Giunta regionale, un emendamento dei consiglieri Pd Manlio
Mariotti e Luca Barberini che riconosce il ruolo dei produttori di
contenuti televisivi di qualità. Il relatore di maggioranza Gianfranco
Chiacchieroni (Pd), che ha letto la sua relazione dallo schermo di un
tablet, ha sottolineato come “attraverso la promozione dello sviluppo di
infrastrutture di telecomunicazione viene assicurata la partecipazione
attiva di tutti i cittadini alla vita della comunità digitale”. Il
relatore di minoranza Raffaele Nevi (FI) pur esprimendo giudizi positivi
sull’iniziativa legislativa, ha voluto evidenziare che “la Regione sta
mettendo in campo più principi che concretezza”, definendo soprattutto
“poco chiara” la norma finanziaria. Attraverso questa legge, la
Regione mira alla diffusione ed utilizzo delle infrastrutture, al
coinvolgimento di soggetti pubblici e privati per adeguate sinergie di
utilizzo delle potenzialità, alla centralità della programmazione e
pianificazione circa le infrastrutture per le telecomunicazioni, alla
definizione di linee guida e criteri generali per le procedure
autorizzative. Viene trattato l’aspetto relativo alle infrastrutture ed
agli impianti radioelettrici (telefonia mobile) e la diffusione del
segnale radiotelevisivo (dopo il passaggio alla tecnica digitale). La
Regione, nel Documento annuale di programmazione 2012-2014, ha già
riconosciuto che il superamento del digital divide rappresenta uno dei
principali indicatori del grado di competitività di un territorio. RELAZIONI: GIANFRANCO CHIACCHIERONI (Pd – relatore di maggioranza): “La
legge detta norme e promuove concretamente l’accesso a internet come
nuovo universale diritto della persona, mirando all’ampliamento ed alla
diffusione della banda larga ed ultra larga. Attraverso la promozione
dello sviluppo di infrastrutture di telecomunicazione viene assicurata
la partecipazione attiva di tutti i cittadini alla vita della comunità
digitale. Dalle audizioni dei soggetti interessati è emerso un diffuso
consenso per questa iniziativa legislativa. La Regione mira alla
diffusione e all’utilizzo delle infrastrutture attraverso il
coinvolgimento di soggetti pubblici e privati. Lo strumento della
programmazione per lo sviluppo della rete pubblica regionale è il Piano
telematico regionale con valenza triennale approvato dal Consiglio
regionale, che viene reso operativo attraverso il programma annuale di
attuazione, approvato dalla Giunta. Con questa legge viene costituita la
rete pubblica regionale dell’Umbria denominata Regione Umbria Network
(Run), che rappresenta l’insieme di reti, sistemi e apparecchiature per
telecomunicazioni a banda larga e ultra larga. Particolare attenzione
sarà riservata al corretto utilizzo del sottosuolo, attraverso il
coordinamento per la realizzazione di infrastrutture e per la
distribuzione di servizi a rete, con particolare riferimento alla posa
in opera della fibra ottica. I Comuni e le Province, nell’approvazione
dei loro regolamenti per l’uso del sottosuolo, dovranno rispettare le
linee guida regionali che saranno emanate dalla Giunta. La Regione si
potrà avvalere del Corecom per la produzione di un rapporto periodico
sul digital divide ed intervenire in merito alle controversie tra gli
utenti della banda larga, monitorare l’avanzamento dei lavori degli
operatori per la copertura territoriale, sostanzialmente effettuare
l’importante lavoro del monitoraggio. Particolare importanza sarà la
messa a punto del catasto regionale delle reti e di una specifica banca
dati, oltre che della consulta regionale per le telecomunicazioni, quale
strumento di confronto sull’applicazione e sull’eventuale aggiornamento
delle normative. Attraverso l’articolo 22 viene riservata particolare
attenzione all’innovazione tecnologica del sistema radiotelevisivo
locale in materia di ricerca sulle telecomunicazioni. Per questo sono
previste una serie di azioni sostenute da un apposito fondo nel bilancio
regionale finalizzato proprio alla promozione della ricerca,
dell’innovazione dell’alta formazione da realizzarsi attraverso accordi
intese e convenzioni con l’Università, con la Scuola di Amministrazione
pubblica e con enti di ricerca pubblici e privati”. RAFFAELE NEVI (FI – relatore di minoranza): “Il
testo è uscito dalla Commissione sicuramente migliorato grazie
all’approfondimento di alcune questioni che hanno anche tenuto conto di
quanto emerso da alcune audizioni. È importante, in questo campo, lo
sviluppo infrastrutturale per garantire, ma in maniera concreta, di
poter accedere alla rete da parte di tutti i cittadini. Ci sembra che la
Regione stia mettendo in campo più principi che concretezza. La
questione della banca dati è una cosa positiva, evitare di assistere a
degli scempi legati alla rottura del manto stradale a distanza di poco
tempo, come avvenuto in passato, e purtroppo avviene ancora è una
situazione su cui lavorare seriamente. Quello che non ci convince
appieno è il fatto sottolineato dagli operatori: se i Comuni non hanno a
disposizione le caratteristiche degli impianti che loro hanno prodotto
nel momento in cui abbiamo richiesto l’autorizzazione non può essere un
problema che può ricadere su di loro. Altra questione riguarda le
televisioni locali, che ci stanno molto a cuore. Quello della produzione
di contenuti è un problema che esiste, determinato da oggettive
difficoltà. Anche da questo punto di vista c’è comunque una norma che si
va affinando, che è stata oggetto di discussione anche in Commissione.
Le norme finanziarie devono essere chiare. Spesso vengono fatte in modo
che lasciano qualche sospetto rispetto alle finalità della legge. Ci
troviamo di fronte ad una legge che dovrebbe riguardare le
infrastrutture per le telecomunicazioni, e poi ci ritroviamo
all’articolo 22, che noi abbiamo criticato molto, e che continuiamo a
criticare, che parla di finanziamento di non meglio specificate borse di
studio, assegni di ricerca, per la formazione di professionalità
altamente qualificate e specializzate. Da questo punto di vista c’è già
la nostra Università, pertanto le risorse, pochissime, che sono a
disposizione vanno magari concentrate per aiutare il sistema
radiotelevisivo locale, oppure per ulteriori investimenti utili a
portare la banda larga nelle zone dove ancora non c’è, e sono purtroppo
tante. Si tratta in sostanza di una norma finanziaria che abbiamo
criticato sia per l’esiguità dei fondi sia perché non si capisce che
cosa andrà a finanziare. Il Consiglio non può dare deleghe in bianco
alla Giunta, ma creare certe condizioni a cui essa si deve attenere.
Riserve le abbiamo circa l’entità di spesa per la Banca dati, non
sappiamo se 100mila euro sono pochi o tanti, ma sappiamo che è la stessa
cifra che la Regione ha stanziato per la sicurezza dei cittadini.
Chiediamo chiarimenti se questa cifra prevista nella legge sia riferita
soltanto al 2013 e quanto, eventualmente verrà previsto per il 2014.
Comunque vanno fatte in fretta ed in tempi certi le norme attuative di
questa legge”. Interventi: MANLIO MARIOTTI (Pd): “Siamo
la prima Regione ad adottare un tale provvedimento. Siamo di fronte ad
una legge che ha ambizione e contenuti per incidere fattivamente
sull’innovazione strutturale dell’Umbria. Si tratta di una legge
anticiclica che riuscirà a generare nuove opportunità di crescita che
andranno nella direzione della creazione di nuovi profili nel settore
manifatturiero, ma anche di prevedere nuove leve per lo sviluppo della
nostra economia e delle nostre imprese. Si tratta di dare un supporto
importante ai giovani che studiano. È un provvedimento, questo, che
tende a rispondere a quella rivoluzione sociale in atto nelle nostre
comunità che risponde al nome di ‘internet’ e che mira alle pari
opportunità per tutti, che passano proprio dall’accesso alla rete. È una
legge che cerca di disporsi come elemento di adeguamento competitivo
dell’Umbria”. STEFANO VINTI (assessore alle Infrastrutture tecnologiche): “Ringrazio
i numerosi interlocutori di qualità, pubblici e privati, che hanno
contribuito in maniera determinante alla stesura della proposta
dell’articolato di questa legge, che rappresenta la prima normativa
regionale organica del settore, a livello nazionale. Le infrastrutture
di questo secolo sono rappresentate dalla banda larga e dalla banda
ultra larga, l’equivalente di quello che furono le ferrovie alla fine
dell’ottocento. Finalmente la connessione alla rete potrà diventa un
diritto per tutti gli umbri. Oggi esistono generazioni digitali, già i
bambini vivono nel mondo di internet. Le stesse imprese che non
utilizzano questo tipo di strumento hanno fatturati nettamente più bassi
delle imprese concorrenti che invece della rete fanno uno strumento
essenziale, sia per produrre che per commerciare i loro prodotti. La
costruzione del diritto alla cittadinanza oggi passa attraverso
internet, che è la combinazione dello sforzo dei soggetti economici e
produttivi sia pubblici che privati. L’Umbria ha tuttavia già compiuto
un grande lavoro: sono stati già stesi 140 chilometri di fibra ottica ed
iniziata la stesura di altrettanti chilometri nella dorsale
appenninica, un modello in cui la Regione svolge un ruolo da
protagonista mettendo a disposizione la propria banda larga sia del
sistema pubblico, ma anche degli operatori privati. Questo sforzo
comporta un digital divide di basse percentuali, fra il 3 e 5 per cento
del territorio regionale. L’Umbria sta quindi supplendo ai ritardi della
realizzazione dell’agenda digitale attraverso lo sviluppo delle
infrastrutture e della propria agenda digitale. La legge, per la prima
volta, affida al Consiglio regionale la responsabilità del Piano
telematico regionale. L’applicazione e gli effetti, nonché
l’aggiornamento della legge, che opera in un settore in continua
innovazione, verranno valutati dalla Consulta regionale delle
telecomunicazioni, composta da soggetti pubblici e privati. Questa
iniziativa legislativa prevede norme di sostegno alla innovazione
tecnologica del sistema televisivo regionale che ha molto sofferto il
passaggio dal sistema analogico a quello digitale e che sarà, a fine
2015, oggetto di ulteriori e profonde innovazioni tecniche. Saranno
favoriti processi di aggregazioni e sostegno ai produttori di contenuti
di qualità”. SCHEDA: Lo strumento di programmazione
triennale in materia è il Piano Telematico regionale (approvato dal
Consiglio regionale) che stabilisce le strategie per la rete pubblica
regionale. Il Piano viene reso operativo attraverso il programma annuale
di attuazione (approvato dalla Giunta). La Regione assicurerà un
corretto utilizzo del sottosuolo agevolando e coordinando la
realizzazione di infrastrutture per la distribuzione dei servizi a rete,
con particolare riferimento alla posa in opera della fibra ottica,
mentre ai Comuni ed alle Province spetterà il compito, nell’approvazione
dei loro regolamenti per l’uso del sottosuolo, di rispettare le linee
guida regionali che saranno emanate dalla Giunta regionale. Di rilevante
importanza, oltre alla previsione di procedure e regolamenti omogenei,
sarà la messa a punto del Catasto regionale delle reti e di una
specifica banca dati, oltre che della Consulta regionale per le
telecomunicazioni quale strumento di confronto sull’applicazione e
sull’eventuale aggiornamento delle normative. In un apposito articolo
viene ribadita la competenza regionale sull’espressione del parere circa
i Piani di assegnazione delle frequenze, predisposti dall’Adalrico.
Particolare attenzione viene quindi riservata all’innovazione
tecnologica del sistema radiotelevisivo locale ed agli interventi per la
ricerca in materia di telecomunicazioni. Sono previste infatti una
serie di azioni, sostenute da un apposito fondo nel bilancio regionale,
finalizzate alla promozione della ricerca, dell’innovazione e dell’alta
formazione, da realizzarsi attraverso accordi, intese e convenzioni con
le Università, con la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica e con
enti di ricerca pubblici e privati.
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