Quando è iniziato il nuovo tormentone delle primarie del PD (due
primarie in un anno, giusto per non farsi mancare nulla) e ho visto i
candidati mi è venuto il buonumore. Adesso che Renzi ha vinto oscurando
l’altro inverecondo tormentone su Mandela, sono al settimo cielo. Certo,
questa gioia va spiegata se no mi si può prendere per pazza.
Ho tifato Renzi perché da subito ho capito quale era la vera ideologia renziana. L’ho capito guardando con attenzione il simbolo, quella “R”, più la guardavo più mi domandavo dove l’avevo già vista. Poi l’ho capito: il Biscotto Ringo. Quella “R” era quasi identica e forse non era un caso. Il Biscotto Ringo era nato da una idea di marketing degli anni Sessanta: vaniglia e cioccolato, bianco e nero, i diversi riuniti, la realizzazione di una impossibilità: la riunione degli opposti in una unica, dolce melassa.
La lunga traversata nel deserto iniziata con Achille Occhetto (classe 1936) è finita con Renzi (classe 1975). Adesso nessuno in buona fede, nessuno anche se sordo, cieco e muto, nessuno senza turbe psichiche potrà più affermare senza arrossire che il PD è un partito di Sinistra. Non si poteva dire neppure prima ma qualcuno poteva fingere dietro la formula “centrosinistra” di non aver capito la realtà.
L’ideologia del Biscotto Ringo ha impiegato venti anni per permeare di sé la carcassa immarcescita del PCI. Qualcuno oggi prova a venderci l’idea di una rottura epocale tra una generazione e l’altra. Renzi contro D’Alema, la bufala del decennio è, appunto, una bufala. Non perché tra i due non vi sia una contrapposizione personale (che c’è) ma, piuttosto, perché D’Alema è l’iniziatore della distruzione della Sinistra all’interno delle diverse incarnazioni di quello che è oggi il PD.
Per tutto questo oggi è un buon giorno per tutti quelli che ancora si pensano con onestà di Sinistra. Perché si è sciolta l’ambiguità residua che si ostinava a collocare il PD nella tradizione della Sinistra.
Ho tifato Renzi perché da subito ho capito quale era la vera ideologia renziana. L’ho capito guardando con attenzione il simbolo, quella “R”, più la guardavo più mi domandavo dove l’avevo già vista. Poi l’ho capito: il Biscotto Ringo. Quella “R” era quasi identica e forse non era un caso. Il Biscotto Ringo era nato da una idea di marketing degli anni Sessanta: vaniglia e cioccolato, bianco e nero, i diversi riuniti, la realizzazione di una impossibilità: la riunione degli opposti in una unica, dolce melassa.
La lunga traversata nel deserto iniziata con Achille Occhetto (classe 1936) è finita con Renzi (classe 1975). Adesso nessuno in buona fede, nessuno anche se sordo, cieco e muto, nessuno senza turbe psichiche potrà più affermare senza arrossire che il PD è un partito di Sinistra. Non si poteva dire neppure prima ma qualcuno poteva fingere dietro la formula “centrosinistra” di non aver capito la realtà.
L’ideologia del Biscotto Ringo ha impiegato venti anni per permeare di sé la carcassa immarcescita del PCI. Qualcuno oggi prova a venderci l’idea di una rottura epocale tra una generazione e l’altra. Renzi contro D’Alema, la bufala del decennio è, appunto, una bufala. Non perché tra i due non vi sia una contrapposizione personale (che c’è) ma, piuttosto, perché D’Alema è l’iniziatore della distruzione della Sinistra all’interno delle diverse incarnazioni di quello che è oggi il PD.
Per tutto questo oggi è un buon giorno per tutti quelli che ancora si pensano con onestà di Sinistra. Perché si è sciolta l’ambiguità residua che si ostinava a collocare il PD nella tradizione della Sinistra.
Non
c’è mai stato dubbio che Beppe Civati avrebbe raccolto ben poco. Ed è
stato un bene perché Civati avrebbe continuato a coltivare il malinteso
della collocazione a Sinistra del PD. L’elezione
a segretario di Renzi è l’alba che sorge dopo la notte dei lunghi
coltelli in salsa PD. Renzi ha fatto fuori i liquidatori del PCI ed ha
chiuso il cerchio di una storia lunga vent’anni di annacquamento e di
lavaggio socialdemocratico di un partito che fu di Sinistra.
I giorni che seguiranno mostreranno, alba dopo alba, quanto la retorica buonista del “piagni e fotti” sia insita nell’ideologia del Biscotto Ringo che Renzi si prepara a inaugurare. Chi si augurava (e magari ci credeva) di non morire democristiano sappia che ciò che sta arrivando è molto peggio della Democrazia Cristiana. Perché l’ideologia del Biscotto Ringo prevede che si sostenga il superamento delle differenze e delle diseguaglianze a livello retorico e si persegua la modernizzazione della società nel solito senso capitalistico e neoliberista a livello pratico. La storia si ripete come farsa dopo essere stata tragedia. L’abbiamo già vista nel Regno Unito con Tony Blair. Blair aveva 41 anni quando prese in mano il Labour. Renzi ne ha 38. Dove sia andato il New Labour lo sappiamo. Per Blair non fu una passeggiata rendere liberista i laburisti, era un partito ancora sano e le resistenze ci furono. Renzi avrà vita più facile, il PD ha già digerito da anni il Biscotto Ringo messo nel forno da Veltroni anni fa.
Ho dei dubbi che la Sinistra raccoglierà l’occasione che oggi si presenta. Ma lo spero. Spero cioè che ci sia una parte dei miei connazionali che sappia far di conto politico. Che veda con chiarezza che il PD e la sua propaggine vendoliana non hanno più nulla di Sinistra. Si è rotto il legame, si è rotta anche l’ipocrisia del legame tra la Sinistra e quel che abbiamo davanti. Se la Sinistra sparsa, litigiosa, depressa e sfiduciata, spaccata in mille rivoli para-ideologici, capitanata da vecchi leader ripetutamente trombati, ritrovasse sé stessa davanti al Biscotto Ringo che avanza, i prossimi giorni, mesi ed anni potrebbero essere esaltanti e costruttivi. Non ci sono più alibi per chi si sente e sa di essere di Sinistra per ritrovare un percorso comune.
I giorni che seguiranno mostreranno, alba dopo alba, quanto la retorica buonista del “piagni e fotti” sia insita nell’ideologia del Biscotto Ringo che Renzi si prepara a inaugurare. Chi si augurava (e magari ci credeva) di non morire democristiano sappia che ciò che sta arrivando è molto peggio della Democrazia Cristiana. Perché l’ideologia del Biscotto Ringo prevede che si sostenga il superamento delle differenze e delle diseguaglianze a livello retorico e si persegua la modernizzazione della società nel solito senso capitalistico e neoliberista a livello pratico. La storia si ripete come farsa dopo essere stata tragedia. L’abbiamo già vista nel Regno Unito con Tony Blair. Blair aveva 41 anni quando prese in mano il Labour. Renzi ne ha 38. Dove sia andato il New Labour lo sappiamo. Per Blair non fu una passeggiata rendere liberista i laburisti, era un partito ancora sano e le resistenze ci furono. Renzi avrà vita più facile, il PD ha già digerito da anni il Biscotto Ringo messo nel forno da Veltroni anni fa.
Ho dei dubbi che la Sinistra raccoglierà l’occasione che oggi si presenta. Ma lo spero. Spero cioè che ci sia una parte dei miei connazionali che sappia far di conto politico. Che veda con chiarezza che il PD e la sua propaggine vendoliana non hanno più nulla di Sinistra. Si è rotto il legame, si è rotta anche l’ipocrisia del legame tra la Sinistra e quel che abbiamo davanti. Se la Sinistra sparsa, litigiosa, depressa e sfiduciata, spaccata in mille rivoli para-ideologici, capitanata da vecchi leader ripetutamente trombati, ritrovasse sé stessa davanti al Biscotto Ringo che avanza, i prossimi giorni, mesi ed anni potrebbero essere esaltanti e costruttivi. Non ci sono più alibi per chi si sente e sa di essere di Sinistra per ritrovare un percorso comune.
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