martedì 31 dicembre 2013

Scontro su urbanistica e centri commerciali


Di Luca Benedetti - da Il Messaggero del 30-12-2013
PERUGIA - È appassionato di calcio e sa come affondare il tackle. Stefano Vinti, assessore regionale alla casa arrota i tacchetti e mette i piedi nel piatto. Osserva cosa sta succedendo in via Settevalli e apre un fronte caro al Prc: quello dell’urbanistica che passa anche per i centri commerciali e il destino dell’acropoli.
“Premetto – dice Vinti – che non sono contro l’iniziativa dell’imprenditore. Ma far realizzare un nuovo polo commerciale a settanta metri dall’Emisfero mi sembra un assurdo. Così accade che in quell’area di Perugia si cancella un campo da calcio storico per realizzare un complesso religioso a pochi metri da un santuario e si cancella un boschetto per far costruire una casa di riposo privata. Il nodo non sono le mosse degli imprenditori, ma la mancata programmazione che squilibra la città”.
Vinti guarda alla periferia, ma il suo chiodo fisso è il centro storico. Ancora l’assessore del Prc: “Gli effetti di questi tre esempi sono duplici. Da una parte si cementifica un quartiere che perde identità, dall’atra si crea un assedio di iper e supermercati alla città che mi ricorda l’assedio di Augusto a Perugia. Oramai si va verso un modello che caratterizza la città: il consumo e il tempo libero intorno ai luoghi di consumo. Ed è logico, allora, che l’acropoli sia diventata un fatto marginale, un luogo sempre meno sociale. Dove ci sono residenti che resistono e studenti universitari che hanno luoghi e percorsi diversi, che non si incontrano”.
Come se dentro l’acropoli si trovassero due minoranze di un pezzo di città che va dall’altra parte. Per l’assessore regionale il punto chiave è il rilancio del centro storico. Ancora Vinti: “il punto critico irrisolto è la crisi del centro storico che deve, per essere superata, passare attraverso interventi innovativi che abbiano una visione strategica. Bene la partita della capitale europea, va bene l’ex carcere utilizzato come incubatore di start-up. Ma è necessario altro. Per esempio: politiche fiscali che permettano di rendere appetibile il centro. Chi apre un negozio otterrà uno sconto sulle tasse locali se garantisce contratti in regola e la chiusura domenicale. E poi perché non dare la possibilità di portare in centro le imprese digitali? Sono gli artigiani del nuovo millennio, possono benissimo aprire in centro. Per fare questo serve una città  smart. Dove diventa strategica una politica abitativa che favorisca le giovani coppie”.
Vinti ricorda l’operazione sulla Torre degli Sciri (12 appartamenti quasi pronti proprio per le giovani coppie) e apre un fronte: “serve un protocollo tra Governo, Comune, Regione e privati per ristrutturare spazi che la rendita tiene chiusi, affittare a canone sociale e concordato. E poi il comune deve imporsi nella politica dei parcheggi. O la Sipa fa scendere del 50% il costo, oppure Palazzo dei priori metta più sosta gratis”.

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