Ci sono voluti otto lunghi anni perché finalmente il Porcellum finisse di grufolare e alla fine ci ha dovuto pensare la Corte Costituzionale, visto che il sistema politico non è stato capace e soprattutto non ha voluto cambiarlo, anzi lo ha allevato come animale da compagnia per ogni tradimento dell’elettorato. In origine era nato da una porcata di Berlusconi per azzoppare una vittoria di Prodi, ma poi ha vissuto, come dire, di vita propria, producendo danni enormi: ha trasformato i parlamentari in nominati senza alcuna autonomia e disposti a qualunque ubbidenza pur di mantenersi il posto, è stato all’origine del progetto Pd, cioè di un partito inesistente che ha azzerato la socialdemocrazia in questo Paese dovendo piegarsi a una minoranza interna conservatrice come e spesso anche più della destra, ha fatto sì che ristrettissime camarille di potere portassero senza resistenze il Paese sulla strada della Grecia, spacciando questa situazione per governabilità e stabilità, quando invece si tratta di tentata oligarchia ormai visibile in trasparenza nel “governo del presidente”.
Del resto basta ascoltare i galli che cantano con dispetto per la decisione della Corte: sono Berlusconi e Renzi, ovvero il
mandante originario della legge elettorale ideale per ogni partito padronale e il futuro segretario del Pd che sa di avere bisogno di quest’ultima per tenere insieme il partito durante il passaggio del Mar Rosso verso la terra promessa della neo dc. L’abolizione del Porcellum è un “ritorno al passato” dice l’ometto e ha ragione perché un sistema più proporzionale impedirebbe il vero ritorno al passato che egli ha in mente. Non a caso come piano B sta brigando per il sistema francese che in realtà è uno di quelli che maggiormente alterano i rapporto tra voti effettivi e rappresentanza parlamentare come si evince dalla tabella di seguito e che comunque avrebbe senso solo nell’ambito di una repubblica iper presidenziale come quella transalpina.
Sta di fatto che negli ultimi due anni il Paese è stato governato attraverso varie formule di larghe intese esattamente come oggi accade alla Germania che tuttavia ha una delle leggi elettorali più proporzionali del mondo e sfido chiunque a dire che abbia tratto svantaggi da quest’ultima. Il fatto è che gli atti di fede nel bipolarismo si sono tradotti in un disastro per l’Italia e in un vantaggio solo per gli apparati di partito e i loro referenti nella classe dirigente: infatti sono riusciti ad eliminare la dialettica politica, pur non intaccando le capacità di ricatto di correnti, gruppi, clan e quant’altro, vale a dire le divisioni materiali nella distribuzione della torta.
Ora la Corte ci dice che gli eccessivi premi di maggioranza e l’impossibilità per i cittadini di eleggere i loro rappresentati, sono contro la Costituzione, trascinando indirettamente in questo gorgo d’ombra i vari governi e Parlamenti che si sono succeduti, compreso questo che dovrebbe tirare fuori una nuova legge elettorale a partire dalla propria incerta legittimità. Questo significa due cose: che qualsiasi nuova legge elettorale tirata fuori da una qualche cilindro dovrà tenere conto di una maggiore proporzionalità effettiva e ridare ai cittadini la facoltà di scegliersi i propri rappresentanti (magari col metodo tedesco che premia la personalità dei candidati oltre che le liste, facendo arrivare in Parlamento un numero relativamente ridotto di fantocci). Ma non solo: significa che questo Parlamento non ha alcuna legittimità sostanziale per manomettere la Costituzione, essendo stato eletto in barba alla stessa. Lo stesso presidente della Repubblica che dovrebbe essere il tutore della carta fondamentale è stato designato per due volte da rappresentanti eletti con un sistema anticostituzionale. Non si tratta solo di una questione formale che riguarda i 148 deputati non ancora convalidati in questa legislatura e dunque a rischio illegittimità, né i 630 della legislatura 2006 – 2008 la cui convalida non non arrivò mai e che furono quelli che elessero Napolitano. Si tratta di sostanza e di politica, vale a dire di materia considerata ormai marginale.
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