“E poi in carcere non credo che troverò gente peggiore di quella che
ho frequentato in regione e nel partito. Anzi”. Parole (e musica!) di
Franco Fiorito, l’ex capogruppo PdL alla Regione Lazio accompagnato in
carcere ieri mattina dalla guardia di Finanza. Bella frase: anche
Pertini disse qualcosa del genere nel ’31, ma parlava di Gramsci (in
galera) mentre fuori c’era Mussolini.
Ecco,
per dire che qualche piccola differenza c’è, la stessa che corre tra
il dramma storico e la farsa alla pajata. Ma quanto a Fiorito, siamo
garantisti, e anzi indignati. Privare la società civile di un tale
talento comico sembra vergognoso. Perché Fiorito è uomo dalla battuta
fulminante. E’ quello che disse – comprando una macchina da oltre
80.000 euro con soldi pubblici – “Avevo un tremendo bisogno di questo
Suv”. E seppe migliorarsi ancora in seguito, quando, durante
l’emergenza neve a Roma (l’emergenza Alemanno, per intenderci), invece
che una pala si comprò una Jeep. E poi si superò di nuovo, con una
frase che andrebbe incisa nel marmo ed esposta alla memoria dei secoli,
questa: “Hanno abusato della mia negligenza”. Che è un po’ come dire:
bastardi! Vi siete approfittati che sono un cretino. Geniale.
Ma poi, cerchiamo di capire: con sette o otto case tra Roma, la Ciociaria, Mentone, Il Circeo e Tenerife, più una barca assai veloce, più quel po’ po’ di macchinoni, i domiciliari diventavano un problema, a meno di non arrestarlo a tranci, come i tonni. E certo il ritrovamento di fatture tritate nel distruggi-documenti non l’ha aiutato, ecco, per dirla tutta. Ma qui, come sapete, non ci occupiamo di cronaca giudiziaria. Qui ci occupiamo di politica. E quella notazione sui detenuti migliori dei funzionari del PdL ci conforta: significa che alla fine anche l’elemento peggiore sa vedere la realtà intorno a sé e persino Fiorito sa che finirà in cella magari con dei ladri, e vabbé, ma almeno non con ladri che tagliano fondi, ai disabili, alla sanità, all’assistenza, al welfare, alla cultura. Insomma, ladri perbene, migliori, per dirla con lui, di quelli che ha frequentato finora.
Ma poi, cerchiamo di capire: con sette o otto case tra Roma, la Ciociaria, Mentone, Il Circeo e Tenerife, più una barca assai veloce, più quel po’ po’ di macchinoni, i domiciliari diventavano un problema, a meno di non arrestarlo a tranci, come i tonni. E certo il ritrovamento di fatture tritate nel distruggi-documenti non l’ha aiutato, ecco, per dirla tutta. Ma qui, come sapete, non ci occupiamo di cronaca giudiziaria. Qui ci occupiamo di politica. E quella notazione sui detenuti migliori dei funzionari del PdL ci conforta: significa che alla fine anche l’elemento peggiore sa vedere la realtà intorno a sé e persino Fiorito sa che finirà in cella magari con dei ladri, e vabbé, ma almeno non con ladri che tagliano fondi, ai disabili, alla sanità, all’assistenza, al welfare, alla cultura. Insomma, ladri perbene, migliori, per dirla con lui, di quelli che ha frequentato finora.
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