Pensate,
D'Alema e Veltroni non si candidano. Alle primarie del Pd possiamo
scegliere tra Bersani, Renzi e Vendola. Qualora le primarie le facessero
anche a Roma, potremmo scegliere tra Sassoli, Gentiloni, Smeriglio,
Prestipino... e così via all'infinito. È bella la democrazia, perché le
cittadine e i cittadini, che sono elettori e contribuenti, possono
scegliere. E la sinistra è ancora più bella, perché al suo interno il
pluralismo è più compiuto: c'è la vecchia guardia, ma poi ci sono i
'rottamatori'; c'è la sinistra di destra, di centro e di sinistra,
un'infinita varietà di 'specie'.
Voi direte: "con tutta questa scelta, perché lamentarsi?" Sono gli
insoddisfatti di mestiere, quelli che portano il broncio al mondo, a non
capire che la democrazia è sana, il neoliberalismo non è poi così
pericoloso, il mondo cambierà, primarie dopo primarie, in meglio.
Domanda: possiamo scegliere o meno se rispettare il pareggio di
bilancio? Ancora. Sono i cittadini europei a condizionare la governance
della troika? Chi lo elegge il board della Bce? Possiamo - in Italia -
ri-finanziare la scuola e la sanità pubblica e smettere di acquistare
F35? La risposta a tutte queste domande è molto semplice: le facce sì,
le possiamo scegliere, ma i contenuti no. La costituente neoliberale
europea ci spiega, giorno dopo giorno, vertice dopo vertice, che ci sono
alcune 'rigidità', quelle fissate dai tecnici, che non sono in
discussione.
In sostanza e per parlar semplice: si può decidere in quanto tempo
far fuori il 'malato', ma non se farlo fuori. In altri tempi si sarebbe
detto che queste rigidità sono 'padronali', oggi, invece, si tratta di
tecnica. L'egemonia neoliberale, infatti, da molto tempo ha chiarito,
nelle accademie e nei boards delle banche centrali, che l'economia non
ammette dissensi, è come la matematica.
Proprio mentre il dogma neoliberale esaurisce il possibile e
matematizza le relazioni sociali, il palcoscenico politico, soprattutto
quello italico, segnato dal passaggio alla Terza Repubblica, si
infittisce di comparse. Ogni leader usa le sue parole, certo, ma ognuno
chiarisce, anche la 'radicalissima' Carta d'intenti dei progressisti,
che gli impegni europei non sono in questione. E se non è in questione
la costituzione materiale europea e italiana, cos'è in questione? Cosa
scegliamo, un sorriso, un orecchino, un sigaro? Partecipiamo alla guerra
tra vecchi e giovani nella spartizione delle poltrone?
Giovedì 18 e venerdì 19 a Bruxelles c'è un nuovo vertice europeo.
Hollande promette equità, rimanda l'unione politica e insiste
sull'unione bancaria. Schäuble vuole un'ulteriore stretta in fatto di
controllo delle politiche di bilancio. Monti, come al solito, si vanterà
della docilità degli italiani e canterà il ritornello: rigore e
crescita. In verità, rimane irrisolta la vicenda greca, mentre gli
spread calano solo perché sembra ormai è definito l'accordo tra Rajoy e
la BCE sugli aiuti dell'ESM alla Spagna, con tutto ciò che questo
comporterà sul terreno delle "condizionalità aggiuntive".
Intanto la crescita in Cina continua a rallentare (7,4 percento, al
di sotto del Pil a due cifre del colosso asiatico). Anche a Bruxelles,
oltre a ribadire gli impegni di fine giugno, non si deciderà nulla, le
cose che contano, quelle che stanno distruggendo il modello sociale
europeo, il welfare, e impoverendo la grande maggioranza della
popolazione (a Sud come a Nord), sono state già decise a tempo debito.
Anzi, la lentezza e la paralisi rispetto all'attuazione degli impegni
assunti il 28-29 giugno scorso, tra unione bancaria e Growth Compact
(con le sue briciole, 120 miliardi di euro), non fanno altro che
agevolare la furia devastatrice della costituente neoliberale.
In matematica, fortunatamente, esistono anche cose strane: le
singolarità. La singolarità, in matematica, è il punto di discontinuità
di una curva. Meglio ancora, il punto in cui una funzione o una
superficie 'degenerano' o dove una funzione può 'tendere ad infinito'.
Nell'Europa matematizzata dalla Bce e dalla Bundesbank, dove il
possibile è stato esaurito, ci vogliono delle singolarità, per
riconquistare il possibile. Il possibile che manca, oggi, è quello che
ci impedisce di pensare oltre il capitalismo. L'automatismo vuole,
infatti, che in alternativa al capitalismo ci sia il passato e il suo
fallimento, il socialismo reale. Rompere il Fiscal Compact, attaccare la
rendita finanziaria, riappropriarsi democraticamente del welfare in
dismissione, imporre un reddito garantito (diretto e indiretto, fatto
cioè di servizi): queste sono le singolarità che possono aprire al
possibile, deformando la funzione della nuova 'accumulazione originaria'
e spingendo verso infinito!
Di questo discuteranno i movimenti europei il 2-4 novembre a Madrid,
ad agorà99. Queste dovranno essere le pretese agitate dai movimenti e
dai sindacati europei e italiani tra la manifestazione romana del 27
ottobre e gli scioperi generali di Spagna e Portogallo del 14 novembre a
cui, il 16 novembre, si aggiungerà lo sciopero dei meccanici in Italia,
con la complicità materiale, si spera, di studenti medi e universitari.
Dai Piigs, come scirocco d'autunno, le singolarità ci daranno modo di
tornare a respirare.
Insomma, "un po' di possibile, altrimenti soffoco..."
Fonte:
huffingtonpost.it
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