domenica 28 ottobre 2012

Intervista a Paolo Solier sul No Monti Day di Francesco Piobbichi, www.controlacrisi.org


Paolo Solier per  molti tifosi  del Perugia ( e non solo per loro) è più che una bandiera. Il suo libro “ calci sputi e colpi di testa” è stato la bibbia per moltissimi di noi.  Solier a distanza di anni è rimasto sempre coerente con quella foto con la quale salutava la sua curva, con quel pugno chiuso che portava il conflitto nella domenica dell'italiano medio. Oggi lo abbiamo intervistato mentre andava in Valsusa per l'acquisto collettivo dei terreni contro la TAV, e gli abbiamo chiesto cosa ne pensasse del No Monti Day.

Cosa ne pensi della manifestazione di ieri, del fatto che l'opposizione sociale e politica è scesa in piazza?
C'era un grande bisogno di una manifestazione come questa, c'era bisogno di far sentire una voce che dicesse ai nostri governanti che la strada che hanno preso è sbagliata. Che non accettiamo le manette che ci hanno messo con il Fiscal Compact ed il vincolo di bilancio in costituzione. L'eredità che ci lascia Monti è pesante e i prossimi governi rischiano di essere già segnati da queste scelte
Non tutta la sinistra però la pensa così, IDV SEL e PDCI ieri non c'erano.
Già, questo mi dispiace. Penso che la crisi rende evidente le posizioni, le chiarisce, manifestazioni come queste rendono evidente chi sta da una parte e chi sta dall'altra. La stessa cosa se ci pensi bene sta avvenendo in Valsusa per quanto riguarda la TAV. Ti faccio un esempio, ad Avigliana il PD e il PDL hanno fatto una lista insieme per impedire ad un sindaco No Tav di poter governare e sono stati sconfitti. Per schematizzare a sinistra ci sono tante bandiere, ma alla fine occorre capire da che parte sventolano. Se la sinitra come il PD appoggia Monti o favorisce dispendiose opere inutili come la TAV questa cosa mi fa incazzare.
Da quello che dici sembra che in questi tempi si chiarisce chi è  il nostro avversario?
Certo, il capitalismo è il nostro avversario, lo è sempre stato. Già 20 anni fa denunciavo l'errore di quelli di sinistra che pensavano di poter governare questa belva, la sinistra che è andata dietro Tony Blair ha fallito ed ora ne paghiamo le conseguenze. Il “Governo delle Multinazionali” esiste per davvero, è un Governo che ci porta via la democrazia. E' questo che la nostra gente deve capire.
Già, ma per far capire certe cose occorre anche farsi comprendere, spesso la sinistra ha paura di parlare il linguaggio delle classi popolari.
Il linguaggio è una scelta politica, se dici Termovalorizzatore dai una idea diversa dell'inceneritore, fa meno paura. Parli della stessa cosa ma addolcisci la pillola. La stessa cosa avviene anche per quanto riguarda il lavoro, dove con il termine imprenditore hanno cancellato quello di padrone. Per me esiste un interesse comune, ma in questo interesse ognuno fa il suo gioco, c'è chi di questo interesse se ne giova di più chi se ne giova di meno. La stesso vale  per la precarietà, prima parlavano di flessibilità per far credere che frammentando le figure del lavoro avrebbero aumentato sviluppo e occupazione. Sappiamo invece com'è andata, l'unica cosa che hanno fatto aumentare è disoccupazione e ricatti per i lavoratori.
Lo stesso vale per la crisi.
Certo, vogliono far credere alla maggioranza delle persone che la crisi sia caduta dal cielo da un giorno all'altro, in realtà questo processo è frutto di scelte precise fatte dalle classi dominanti. Mica è un temporale.
Rispetto a questo tema almeno la manifestazione di ieri  almeno rompe il rumore di fondo.
Certo, ora occorre trovare i tratti comuni di questa forza che ieri era in piazza. Io sono pessimista, siamo ancora deboli e frazionati per rompere la gabbia del bipolarismo. Occorre un lavoro lungo, ieri è stato un punto d'inizio ma occorre riconoscere che un punto d'inizio potevano essere anche i referendum sui beni comuni. Abbiamo vinto una grandissima battaglia ma ora ce la stanno smontando senza che si riorganizzi l'opposizione, eppure hanno votato decine di milioni di cittadini.
Quindi?
Quindi occorre organizzarsi per dare uno sbocco politico a quanto si muove. Ma non sarà semplice è non sarà un lavoro a breve termine. C'è molta gente incazzata contro le scelte di questo Governo, ma non si trova ancora la quadra. Occorre lavorare su parole semplici e battaglie chiare come facciamo in Valsusa. Diamo addosso ai paradisi fiscali ad esempio, io sarei per chiuderli ma visti i rapporti di forza già sarebbe importante limitarne l'attività. Lo stesso vale per chiedere in borsa lo stop alle vendite allo scoperto che favoriscono la speculazione, o proporre che si riducano a due o tre le forme di contratti sul lavoro.
Oggi come ieri allora , calci sputi e colpi di testa.
Si, ma contro il capitalismo.

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