Anghelos Irakelis è un esponente di Syriza che fa parte della
corrente “Epanastasi” (Rivoluzione) un’area politica simile a quella che
in Rifondazione da fra l’altro vita al giornale “Falcemartello”. In
questi giorni sta girando in assemblee in tutta Italia (il 30 sarà a
Roma) per far conoscere meglio quanto sta accadendo attualmente in
Grecia. Si parla poco nell’informazione mainstream italiana di quanto
avviene nella sinistra greca, cosa ci vuoi dire in proposito?
«Si è vero, all’estero si parla dei nazisti di “Alba dorata”, degli
scontri ma non dell’evoluzione politica. Gli ultimi sondaggi dimostrano
che Syriza sta ancora aumentando i consensi e ormai abbiamo superato il
30%. Fra le forze di coalizione governative legate a Samaras, si prevede
un crollo del Pasok mentre “Sinistra Democratica” sta ricevendo forti
pressioni dalla base per non restare a sorreggere il governo. Alba
dorata cresce ma è normale che i media facciano propaganda per
discriminarci e che facciano di tutto per oscurarci. Per essere sinceri,
dopo le elezioni c’è stato un momento di disillusione ma ora si sta
votando l’austerità in parlamento e si preparano nuovi scioperi
generali. Dinamiche che portano la sinistra in ascesa».
Ma si continuerà con questo governo o si andrà a nuove elezioni?
«In Grecia servirebbe un governo stabile ma questo non sarà possibile
con questo parlamento. Sono emersi anche nuovi scandali che coinvolgono
il Pasok. Un partito che potrebbe anche sparire come forza
parlamentare. Sinistra democratica vive la sofferenza delle opposizioni
interne e molti dei loro non sono disposti a votare la nuova riforma sul
mercato del lavoro. Se si arriva al voto Sd a mio avviso si spacca.
Questa non è una coalizione stabile. La classe dominante cercherà di
utilizzare ogni mezzo per non andare a nuove elezioni, ma non è detto
che queste manovre riescono».
Come procede la trasformazione di Syriza da coalizione in
partito vero e proprio? Tenendo conto che questa trasformazione
consentirebbe in caso di vittoria di avere un numero maggiore di seggi
in parlamento?
«Dopo le elezioni si è aperta una campagna per aumentare anche gli
iscritti. Ma il processo costituente va velocizzato. Ci sarà a dicembre
una conferenza e prima dell’estate 2013 faremo un vero congresso di
fondazione. Come area crediamo che queste dinamiche si debbano tradurre
in un nuovo partito in grado di coinvolgere. Il partito deve divenire
strumento di cambiamento. Durante le precedenti elezioni non c’era
neanche stato modo di discutere il programma. Invece dobbiamo costruire
un partito di massa e democratico che comprenda le proprie diverse
sentenze e che deve costruire una partecipazione militante ai processi
decisionali. A mio avviso non siamo ancora all’altezza delle
responsabilità che ci attendono e dobbiamo diventarlo in tempi brevi».
Le manifestazioni in gran parte d’Europa sembrano indicare
che sta nascendo una nuova spinta propulsiva della lotta di classe?Nuova
spinta propulsiva lotta di classe in Europa
«Sappiamo tutti che questo è un periodo turbolento. La crisi del
capitalismo si sta approfondendo dovunque, le lotte di cui parli si
sviluppano in maniera anche diversa a livello. È importante anche per
noi in Grecia capire che non siamo isolati, è importante capire che le
lotte che facciamo noi sono legate. Hanno cominciato gli Indignados in
Spagna a cui si sono subito legati i greci, in Piazza Syntagma e poi le
numerose rivoluzioni arabe. Per il 16 novembre ci sarà uno sciopero
generale in Spagna Grecia e Portogallo. Credo che di questo bisogna dare
una valutazione positiva»
In Italia solo in questi giorni, col “No Monti Day” si comincia a rialzare la testa
«Guardando la nostra esperienza in Grecia, non è che abbiamo avuti
movimenti continui per decenni. Ci sono stati momenti di chiusura che
hanno creato anche pessimismo fra gli attivisti. Le mobilitazioni degli
ultimi anni sono esplose senza preavviso. Anche in Italia l’austerità
sta colpendo ora e sarà più dura nei prossimi mesi. Da voi poi ci sono
direzioni sindacali che finora hanno messo un grande freno alle
mobilitazioni. Ma voi avete una grande tradizione e ci fate sperare in
un futuro di solidarietà internazionale».
Nel frattempo in Grecia la situazione delle persone in carne ed ossa peggiora di giorno in giorno
«Vero si parla di masse di persone di cui neanche si parla più. Ma la
situazione è tragica, veniamo da quattro anni di recessione in cui il
crollo del Pil non è stato di 1 punto ma di 5. Le ultime previsioni
preannunciano un calo di 10 punti. La disoccupazione ufficiale è del
25%, quella giovanile del 55% La maggioranza della popolazione attiva
non ha un lavoro, i suicidi sono cresciuti del25%, nella sola Atene ci
sono 40 mila senza casa. Molti erano proprietari che non possono più
pagare il mutuo e da noi non esiste edilizia popolare. Ma io sono
convinto che le cose cambieranno soprattutto grazie ai giovani che si
stanno radicalizzando. Un solo dato per concludere, la maggior parte dei
ragazzi e delle ragazze sotto i 25 anni sotto i 25 anni, il 55% ha
votato Syriza. È solo l’inizio».
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