L’adesione al No Monti Day si sta diffondendo ovunque. Assemblee,
riunioni, messaggi per la rete, tutto fa pensare che sabato ci sarà un
evento in un paese che finora è stato il più passivo d’Europa. Ma la
notizia della manifestazione non esiste per l’informazione ufficiale. Un
convegno di 30 persone di qualche organizzazione con agganci nel
palazzo ha molto più spazio, per noi nulla perché?
La prima ragione sta nel sostegno pressoché unanime che i mass media
danno al governo. Tutti i quotidiani eccetto tre e tutti i telegiornali
eccetto nessuno sono portavoce di Monti e del suo doloroso ma
inevitabile operare. Non c’è mai stata in Italia una tale informazione
di regime, gli anni di Berlusconi al riguardo sembrano libertari.
Questo
dimostra quanto sia logorata oggi la nostra democrazia, ove un governo
privo di legittimazione popolare è al tempo stesso causa ed effetto di
una riduzione delle libertà fondamentali. Il regime montiano, il
pensiero unico nell’informazione è al tempo stesso espressione di una
regressione cominciata con Craxi e proseguita con tutti i governi della
seconda repubblica, ma anche manifestazione di una volontà di dominio
dei poteri forti tutti schierati con il governo.
Si può anche constatare come l’efficacia di questa potenza di fuoco a
favore di Monti sia relativa. Partito con un consenso del 71% quando fu
nominato e acclamato salvatore della patria, il presidente del
consiglio è precipitato al 37, anche se il regime dà buona prova di
stupidità esaltando il fatto che comunque egli è davanti a qualsiasi
politico. È che gara è? Dall’altra parte ci sono gli orrori e il
disfacimento della casta, mentre il movimento 5 stelle raccogli consensi
che non possono più essere nascosti.
Quello che in realtà si vuole testardamente affermare è ciò che Monti
proclama tutte le volte che va all’estero. Ove ha più volte dichiarato
che gli italiani ce l’hanno coi politici non con lui, e che accettano i
sacrifici a differenza di tutti gli altri popoli europei.
E qui c’è il succo del pensiero unico che ci governa. Nel paese del
gattopardo si può cambiare tutto, purché non cambi nulla di ciò che
conta davvero. Le politiche di mercato e rigore non hanno alternative,
come affermava anni fa la signora Thatcher. Chiunque governi dovrà
continuarle. Per questo ogni tentativo di costruire una opposizione a
Monti che lo contesti in quanto espressione della politica conservatrice
europea, va censurato.
Ci possono essere le singole lotte, più o meno disperate, si può
scendere in piazza per il lavoro, con ministri sfacciati che chiedono di
partecipare. Ma non si può dire via il governo monti, basta con le
politiche europee che stanno estendendo a tutto il continente il
massacro greco. Da noi è questa opposizione che non ha cittadinanza, a
differenza che in tutti gli altri paesi sottoposti alle ricette di
Draghi, Merkel e Monti.
Qui emerge l’altra faccia del regime. Leggendo la carta d’intenti
firmata dai candidati alle primarie del centrosinistra si resta
sconcertati per la banalità e la retorica bolsa di un testo che pare
fatto apposta per non discutere sul serio. Francamente non si capisce
come una persona acuta come Tabacci possa lamentarsi. Quel testo è pura
cultura democristiana, grandi valori e pochi impegni concreti da cui non
si sgarra. Che, guarda caso, sono i brutali vincoli di bilancio messi
nella Costituzione e negli accordi per il fiscal compact. Si dice che si
vuol andare oltre Monti, accettandone però tutti i vincoli e gli
impegni assunti. Quante ridicole chiacchiere.
Si capisce così la convergenza di interessi che porta a cancellarci.
Da un lato coloro che vogliono affermare l’assenza di alternative alla
politica dei tecnici. Dall’altro coloro che vogliono presentarsi come
speranza e cambiamento, avendo già sottoscritto di non cambiare davvero
niente.
Si capisce allora perché diamo fastidio e vogliono impedirci di
esistere. Noi smascheriamo il trucco. Ma noi invece esistiamo e dal 27
ottobre cominceremo a riavvicinare l’Italia a quell’Europa che lotta
contro Monti, Merkel e tutti coloro che li sostengono.
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