mercoledì 24 ottobre 2012

Apocalypse Italia di Don Paolo Farinella, Micromega

Renzi, finto sindaco di Firenze, va cianciando che se vince lui, il Pd andrà al 40%, mentre se vince Bersani va ai minimi storici. Perché non il 50% o il 70%. Percentuali e numeri, oggi, si comprano al mercato, come gli insegna il suo maestro e mentore: Silvio Berlusconi. Mezza Mediaset, se non tutta, lavora per lui e fa tifo per lui. Il Pd è ormai perso in sé, con Renzi sprofonda nell’abisso del capitalismo nefasto e immorale perché sceglie gli speculatori e abbandona il lavoro, cioè l’anima che ha portato la sinistra a fare le riforme più significative di questi ultimi 60 anni.
Vediamo come negli ultimi 18 anni, con la diaspora berlusconiana, egregiamente proseguita da Monti, l’alieno inserito, si è avuto un solo obiettivo: smantellare tutte le riforme e le conquiste del mondo operaio e della società illuminati: via i diritti, via l’eguaglianza sociale ed economica, via la scuola e la ricerca, via il sindacato, via il lavoro, via le pensioni  e avanti la fame, avanti la povertà, avanti i licenziamenti, avanti la precarietà come «status», avanti la paura del futuro, avanti senza futuro, avanti con orgoglio verso la morte.
Camminando per le strade di Genova centro, ho sentito degli anziani dire: «ci vuole la rivoluzione» ed è quello verso cui stiamo progredendo perché mentre la maggior parte dei cosiddetti «cattolici in politica», contrassegnati dalla corruzione endemica disquisiscono sulle elezioni a loro uso e per i loro interessi di bottega, la maggior parte delle persone perbene languono e muoiono. Intanto i vescovi non dicono nulla, si esercitano nello sport che preferiscono: tacere con il silenziatore incorporato. Ormai sappiamo quale scopo ha il governo Monti: punire i poveri di essersi lasciati impoverire da lui medesimo. La tesi a livello mondiale è esposta da Loïc Wacquant, Punire i poveri. Il nuovo governo dell’insicurezza sociale, DeriveApprodi, Roma 2006, sempre più attuale e drammaticamente veritiero.
«Dum Romae consùlitur, Saguntum expugnatur – Mentre Roma/politici si perdono in chiacchiere, Sagunto è saccheggiata» (Tito Livio, Storie XXI,7,1). Sagunto, la città sulle coste occidentali della Spagna, nel 219 a. C. era assediata da Annibale e poteva essere salvata se a Roma non si fosse perso tempo per otto mesi se decidere come intervenire e chi doveva farlo. Il ritardo e le chiacchiere dei politici portarono alla seconda guerra punica che ebbe inizio con la presa della città spagnola che cadde non tanto per la potenza dei Cartaginesi, quanto per la demenza dei Romani. L’Italia brucia, gli italiani riducono ancora di più il loro tenore di vita, mentre fervono le prediche di chi ci ha portati a questo disastro con le ricette per uscirne fuori. Casini giugula, Renzi giacula, Fini fa finta, Bersani pettina la bambola, Napolitano monita, Berlusconi manovra nell’ombra e intanto continuano a fare niente: a Bari si muore 400 volte più che altrove, a Napoli si ammazzano gli innocenti e il sor prefetto vorrebbe anche il rispetto delle istituzioni con titoli e fanfare borbonici. Il ridicolo non ha confronti.
Intanto lievitano le spese militari, la burocrazia consuma sempre più, la spesa corrente aumenta e la sora Fornero continua a dire fregnacce che il marito sogna di notte e lei pronuncia di giorno. Signore e signori, l’apocalisse è in atto. Apocalypse Now. Buon divertimento.

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