Oggi in commissione è stato votato il nostro Ordine del Giorno che chiede al Comune di Perugia di aderire alla campagna “Rifiuti zero” e di intraprendere
tutti gli sforzi affinché, in sede di aggiornamento del Piano regionale
dei rifiuti, vengano inseriti gli obiettivi della progressiva riduzione
di quelli prodotti, dell’aumento della differenziata, e del riutilizzo
della materia anche attraverso il trattamento a freddo o
meccanico-biologico dei rifiuti;
«Il
nostro odg, oltre a chiedere l’adesione alla campagna nazionale
“Rifiuti Zero”, impegna Sindaco e Giunta ad istituire un Osservatorio
comunale, composto di istituzioni territori e cittadini, col fine di
coadiuvare e coordinare tutte le iniziative possibili tese all’aumento
esponenziale della differenziata e di prevedere entro il 2016 un centro
di smistamento per il riuso degli oggetti che possono essere reinseriti
nel mercato».
Così il Capogruppo Pampanelli che continua:
«A
nostro avviso non si deve perdere l’ occasione di approvare linee guida
in cui si rafforzino la raccolta differenziata fino all’obiettivo
rifiuti zero, si preveda, nella chiusura del ciclo dei rifiuti, il
ricorso al trattamento a freddo e si applichi la tariffazione puntuale
tanto da rispettare il principio che chi più inquina più paga.
Tutto
questo non confligge con nessun Piano né regionale né di Ambito e certo
va preservata l’autonomia dei Comuni che, se vogliono, possono arrivare
al massimo livello di differenziata possibile a prescindere, appunto,
dal sistema di chiusura del ciclo che l’ATI deciderà di darsi. Non
capiamo allora perché il PD (il resto della maggioranza ha votato a
favore) abbia bocciato questo odg. Da anni leggi statali e disposizioni
del Parlamento europeo chiedono di ricorrere per lo smaltimento dei
rifiuti a tecnologie pulite che siano in grado di salvaguardare
l’ambiente e la salute dei cittadini e che facciano anche diminuire i
costi del servizio.
Il
problema secondo noi, al di là di facili proclami o ideologie
sull’argomento, è di dotare il Comune e, possibilmente, l’Umbria di un
sistema sostenibile che punti ad una progressivo e totale riuso della
materia. Non esistono chiusure del ciclo che non portino al conferimento
in discarica (i termovalorizzatori vi conferiscono materie molto più
nocive come le ceneri prodotte), ma sistemi che riducono al massimo
questa opzione e trasformano in altri prodotti (ad esempio in inerti per
l’edilizia) i materiali non riciclabili. Questo già accade in città di
tutto il mondo (alcune con popolazioni di 800000 abitanti) e pensiamo
che Perugia deve essere capofila nella regione di queste politiche.
Forse manca la volontà politica poiché sia gli inceneritori che i
cementifici rappresentano corposi investimenti economici che se anche un
solo Comune dell’ATI 2, arrivasse a livelli sopra l’80% di
differenziata manderebbe all’aria i cospicui introiti su cui contano
appunto gli
investitori”.
Capogruppo PRC Comune Perugia
Emiliano Pampanelli
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua