lunedì 3 agosto 2015

STATO E DISSOLUZIONE Di Ciuenlai



foto di Alberto Giovagnoni.

Il minculpop renziano oggi sceglie, come arma di distrazione di massa, i comuni che mettono troppe tasse. Lo fa per evidenziare come "i cattivi" del territorio tartassano, mentre i "buoni" del governo abbassano le imposte. Ma la Corte dei Conti, che si intende poco di propaganda, ha messo in evidenza una situazione drammatica che sta portando al collasso l'intero paese. Non è solo Roma ad avere problemi di degrado. Tutte le città, chi più, chi meno, hanno oggi a disposizione fondi insufficienti per svolgere il loro compito. Buche nelle strade, calcinacci che cadono sopra gli studenti, trasporti inesistenti o inefficienti, quartieri e aree verdi pieni di sporcizia e via dicendo, sono cronaca di tutti i giorni. Ora è vero che c'erano e ci sono sprechi, ma la quantità enorme dei tagli di questi ultimi 10 anni ha provocato la lenta distruzione della Stato. E' una scelta politica che ha poco a che fare con la crisi, ma con l'idea che, per funzionare meglio, tutto debba passare ai privati . E così si negano le risorse per fare la normale manutenzione della cosa pubblica, facendo infuriare i cittadini, che, da una parte pagano tasse sempre più salate e dall'altra ricevono sempre meno servizi e , per di più, scadenti. L'aumento delle tasse locali non copre minimamente la montagna di soldi che il Governo non passa più alle autonomie locali, che i bilanci, sono costretti a costruirli facendo "la cresta" ai servizi pubblici. Tra un pò saremo al punto di non ritorno. Avremo un territorio sfasciato senza avere una lira (non un euro, una lira) nemmeno per le emergenze. L'incuria, se dura tanti anni, diventa degrado inarrestabile. A quel punto si privatizzerà tutto e si avrà un doppio regime. L'esempio sono le ferrovie. Treni di lusso per i ricchi e vagoni aperti e senza aria condizionata, con i sedili scassati per le corse dei pendolari. Un partito e un Governo di sinistra dovrebbe invertire questa tendenza dirottando tutte le risorse su piano di recupero nel territorio e delle nostre bellezze, del decoro e dell'arredo urbano, delle infrastrutture e dei servizi. Non è solo buona amministrazione, ma anche tanto buon lavoro. Ah già, ma dopo chi la sente la Troika.

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