di Governo, Confindustria e Sindacati “complici”
Per il contratto, la democrazia e i diritti
Il governo mette le mani nelle tasche dei lavoratori. La manovra da 25 miliardi colpisce chi vive del proprio lavoro. I grandi patrimoni, la speculazione finanziaria, gli evasori non verseranno un euro e, sentitamente, ringraziano.
Si vuol far credere che la crisi del debito pubblico è causata dall’eccesso di spese pubbliche, in particolare della spesa sociale e pensionistica. Ma l’INPS ci dice che il 72% dei pensionati vive con meno di 1.000 euro al mese, e il 46% addirittura con meno di 500 euro. Mentre l’OCSE certifica che l’Italia è l’ultima in Europa per spesa pubblica per l’istruzione dei giovani. Non sono certo lavoratori e pensionati a “vivere al di sopra delle proprie possibilità”
Approfittando della crisi, Confindustria adotta la linea Marchionne e sferra un attacco senza precedenti per cancellare il contratto nazionale di lavoro e, quindi il sindacato, per imporre il divieto di sciopero, per abbassare i già magri salari ed aumentare l’intensità e la durata del lavoro.
L’intento è quello di rendere i lavoratori dei servi che, con cappello in mano e capo chino, vanno dai padroni ad elemosinare un lavoro purchessia.
Di fronte a tutto ciò i “sindacati complici”, CISL e UIL, firmano qualsiasi cosa gli venga proposta da Padronato e Governo e si rifiutano di sottoporre gli accordi al vaglio dei lavoratori.
NOI NON CI STIAMO
In un Paese in cui il 10% della popolazione possiede il 45% della ricchezza, mentre il 50% ne possiede appena il 10%, e in cui i salari e gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, non è possibile che a pagare siano sempre i soliti noti: lavoratori e pensionati.
In un Paese dove lo stato sociale è già sotto finanziato rispetto al resto d’Europa, è immorale tagliare di 15 miliardi i trasferimenti agli Enti Locali che si tradurranno in ulteriori tagli dei servizi ai cittadini e in aumenti di tariffe.
In un Paese dove ogni anno si contano 120 miliardi di evasione fiscale e 50 miliardi di evasione contributiva, è criminale varare, con cadenza quasi annuale, condoni come lo “scudo fiscale” o la “cedolare secca” sugli affitti.
Costruiamo i comitati unitari
per la manifestazione del 16 ottobre,
per richiedere l’indizione di uno sciopero generale,
per respingere l’attacco di Governo e di Confindustria contro i lavoratori,
per una legge sulla rappresentanza sindacale che dia voce ai lavoratori sui accordi che li riguardano
Si vuol far credere che la crisi del debito pubblico è causata dall’eccesso di spese pubbliche, in particolare della spesa sociale e pensionistica. Ma l’INPS ci dice che il 72% dei pensionati vive con meno di 1.000 euro al mese, e il 46% addirittura con meno di 500 euro. Mentre l’OCSE certifica che l’Italia è l’ultima in Europa per spesa pubblica per l’istruzione dei giovani. Non sono certo lavoratori e pensionati a “vivere al di sopra delle proprie possibilità”
Approfittando della crisi, Confindustria adotta la linea Marchionne e sferra un attacco senza precedenti per cancellare il contratto nazionale di lavoro e, quindi il sindacato, per imporre il divieto di sciopero, per abbassare i già magri salari ed aumentare l’intensità e la durata del lavoro.
L’intento è quello di rendere i lavoratori dei servi che, con cappello in mano e capo chino, vanno dai padroni ad elemosinare un lavoro purchessia.
Di fronte a tutto ciò i “sindacati complici”, CISL e UIL, firmano qualsiasi cosa gli venga proposta da Padronato e Governo e si rifiutano di sottoporre gli accordi al vaglio dei lavoratori.
NOI NON CI STIAMO
In un Paese in cui il 10% della popolazione possiede il 45% della ricchezza, mentre il 50% ne possiede appena il 10%, e in cui i salari e gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa, non è possibile che a pagare siano sempre i soliti noti: lavoratori e pensionati.
In un Paese dove lo stato sociale è già sotto finanziato rispetto al resto d’Europa, è immorale tagliare di 15 miliardi i trasferimenti agli Enti Locali che si tradurranno in ulteriori tagli dei servizi ai cittadini e in aumenti di tariffe.
In un Paese dove ogni anno si contano 120 miliardi di evasione fiscale e 50 miliardi di evasione contributiva, è criminale varare, con cadenza quasi annuale, condoni come lo “scudo fiscale” o la “cedolare secca” sugli affitti.
Costruiamo i comitati unitari
per la manifestazione del 16 ottobre,
per richiedere l’indizione di uno sciopero generale,
per respingere l’attacco di Governo e di Confindustria contro i lavoratori,
per una legge sulla rappresentanza sindacale che dia voce ai lavoratori sui accordi che li riguardano
VENERDI’ 1 OTTOBRE ore 20,30
Sala Sant’Antonio – Torgiano
Sala Sant’Antonio – Torgiano
ASSEMBLEA PUBBLICA
Partecipano:
VASCO CAJARELLI,
VASCO CAJARELLI,
segreteria regionale CGIL
LUCIANO DELLA VECCHIA,
responsabile lavoro PRC Umbria
Circolo PRC “P.Ranieri” Torgiano
Circolo PRC “P.Ranieri” Torgiano
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