L’allarme lanciato in Umbria dalla Fiom è di quelli da non sottovalutare. La crisi mangia posti di lavoro, mette in ginocchio imprese importanti del settore, come la Merloni, la Minerva e la Filema, fa lievitare il ricorso agli ammortizzatori sociali per evitare uno sconquasso di proporzioni bibliche sul mercato del lavoro regionale. Anche alle acciaierie di Terni la fermata degli impianti nei mesi di agosto e settembre è stata più lunga del solito e l’aumento della produzione negli stabilimenti Thyssen Krupp di Shangai non lasciano presagire nulla di buono per il futuro del polo siderurgico ternano.
Alla difficile congiuntura economica si affianca la decisione di Federmeccanica di disdettare formalmente il contratto sottoscritto nel 2008, un atto che si aggiunge all’attacco alla contrattazione collettiva portato da Marchionne con le assunzioni individuali alla Newco di Pomigliano sulla base di precetti che derogano il contratto nazionale. La Fiom ha fatto bene a diffidare le imprese a non applicare altro contratto che quello del 2008, come fa bene a intraprendere tutte le iniziative legali possibili contro lo strappo di Pomigliano.
Questione sociale e questione democratica sono oggi più che mai intrecciate, l’attacco ai diritti dei lavoratori non è altro che il primo passo per lo smantellamento di fatto dei principi della nostra carta costituzionale e di quei rapporti economici che tutelano il lavoro e pongono all’iniziativa privata il limite della funzione sociale. Le forze politiche democratiche, progressiste e di sinistra si devono opporre alla deriva autoritaria imboccata da Confindustria e dal governo Berlusconi nelle relazioni industriali e nella società. Rifondazione comunista impegnerà tutte le sue strutture in Umbria e nel paese per arginare questa offensiva nei confronti dei diritti dei lavoratori e si adopererà per la riuscita dello sciopero e della mobilitazione indetta dalla Fiom per il prossimo 16 ottobre. Si tratta di un momento fondamentale di lotta per tutti coloro che vogliono lavorare per la costruzione di una alternativa alla regressione e all’imbarbarimento sociale in atto. Per questo il Prc avanza a tutte le forze politiche e sociali della sinistra, democratiche e progressiste la proposta di comitati territoriali unitari per la mobilitazione del 16 ottobre.
Stefano Vinti
Segretario regionale Prc-Umbria
Alla difficile congiuntura economica si affianca la decisione di Federmeccanica di disdettare formalmente il contratto sottoscritto nel 2008, un atto che si aggiunge all’attacco alla contrattazione collettiva portato da Marchionne con le assunzioni individuali alla Newco di Pomigliano sulla base di precetti che derogano il contratto nazionale. La Fiom ha fatto bene a diffidare le imprese a non applicare altro contratto che quello del 2008, come fa bene a intraprendere tutte le iniziative legali possibili contro lo strappo di Pomigliano.
Questione sociale e questione democratica sono oggi più che mai intrecciate, l’attacco ai diritti dei lavoratori non è altro che il primo passo per lo smantellamento di fatto dei principi della nostra carta costituzionale e di quei rapporti economici che tutelano il lavoro e pongono all’iniziativa privata il limite della funzione sociale. Le forze politiche democratiche, progressiste e di sinistra si devono opporre alla deriva autoritaria imboccata da Confindustria e dal governo Berlusconi nelle relazioni industriali e nella società. Rifondazione comunista impegnerà tutte le sue strutture in Umbria e nel paese per arginare questa offensiva nei confronti dei diritti dei lavoratori e si adopererà per la riuscita dello sciopero e della mobilitazione indetta dalla Fiom per il prossimo 16 ottobre. Si tratta di un momento fondamentale di lotta per tutti coloro che vogliono lavorare per la costruzione di una alternativa alla regressione e all’imbarbarimento sociale in atto. Per questo il Prc avanza a tutte le forze politiche e sociali della sinistra, democratiche e progressiste la proposta di comitati territoriali unitari per la mobilitazione del 16 ottobre.
Stefano Vinti
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