venerdì 18 febbraio 2011

Il Fini non giustifica i mezzi

Dopo la straordinaria manifestazione delle donne del 13 febbraio e dopo il rinvio a giudizio di Berlusconi per concussione e per sfruttamento della prostituzione minorile, l’opposizione avrebbe dovuto cogliere immediatamente l’opportunità che aveva e sferrare l’affondo definitivo.
E’ avvenuto esattamente il contrario! Bersani non ha trovato di meglio che rilasciare una ampia intervista alla Padania. In essa, non solo sono state date garanzie alla Lega sul federalismo (riforma che, a detta di Bersani, sarebbe gradita solo alla Lega e allo stesso Pd), ma è stato apertamente contestato il fatto che il partito di Bossi sia da considerare razzista e xenofobo! Se non siamo alla riedizione della dalemiana “Lega costola della sinistra”, poco ci manca.
Come se questo non bastasse, Nichi Vendola, dopo aver martellato per mesi sulle primarie come percorso ineludibile per ricostruire la sinistra, è uscito con una doppietta micidiale. Governo di transizione anche con Fini. E Rosi Bindi alla guida di questo fantomatico esecutivo che dovrebbe inglobare, appunto, da Fini a Vendola!
Due prese di posizione sbagliate, quelle del Pd e di Sel, che, contemporaneamente, hanno ridato fiato a Berlusconi
e hanno dato una immagine del centro sinistra incapace di proporre una alternativa credibile, se non una improbabile ammucchiata!
Il tutto ancor più assurdo visto che ormai da due mesi, da ultimo l’Ipsos su il Sole 24 Ore del 17 febbraio, i sondaggi danno il centro sinistra (Pd, Idv, Sel, Fds) vincente contro la destra, in presenza del Terzo Polo.
Per quanto riguarda il Pd si tratta dell’ennesima dimostrazione della sua
incapacità di essere realmente un perno credibile di una vera opposizione, seppure moderata, a Berlusconi e al berlusconismo. E spiega, a mio parere, la sua continua erosione di consensi, pur in presenza di una crisi verticale del leader del centro destra e dell’implosione del suo schieramento.
Ma anche per quanto riguarda Sel e Nichi Vendola la contraddizione è pesante. Come è possibile pensare di mantenere un profilo di sinistra, come ha fatto il Presidente della Puglia in questi mesi, su temi come l’appoggio alla Fiom-Cgil, ai lavoratori di Mirafiori e di Pomigliano, ai comitati per l’acqua bene comune, e contemporaneamente proporre un governo, seppure di transizione, con Fini e il terzo polo? Vendola ha avuto una lunga esperienza parlamentare, quindi sa benissimo che non esistono governi che fanno certe cose e non altre! Dal finanziamento delle missioni militari, passando per i provvedimenti economici che dovranno essere presi “perché ce lo chiede l’Europa”, si faranno scelte più “a destra” di quelle compiute dall’ultimo governo Prodi, vista la composizione dello schieramento. E anche sulla stessa legge elettorale, quale sarebbe la proposta? Siamo sicuri che tra quelle forze ci sarebbe una proposta condivisa e che essa sarebbe migliorativa rispetto alla legge attuale? C’è da dubitarne.
Come Federazione della Sinistra proponiamo un’altra strada e invitiamo Sel in primo luogo, ma anche Idv e il Pd, a valutare attentamente la situazione.
Prima di tutto crediamo sia assolutamente necessario dare continuità e forza alla diffusissima volontà di lotta e di mobilitazione che c’è tra i lavoratori, i giovani, le donne e, in generale, le classi subalterne. Da quando governa Berlusconi è stato un susseguirsi e un crescendo di grandi manifestazioni di popolo. Il 13 febbraio è stata l’ultima di una lunga serie. Quasi tutte sono state organizzate da movimenti, organizzazioni sindacali, associazioni. Solo una dalle forze politiche di opposizione. E’ venuto il momento – dimostrando di cogliere questa volontà diffusa di lotta e anche di indignazione – di costruire una grande manifestazione nazionale di tutto il centro sinistra, che porti a Roma milioni di persone. Così come, parallelamente, sarebbe importante che la Cgil proclamasse lo sciopero generale, per dare una risposta adeguata, da un lato all’offensiva pesantissima contro i diritti (vedi Marchionne) e dall’altro per chiedere provvedimenti adeguati nei confronti della crisi economica.
Inoltre, se si dovesse votare, come noi auspichiamo, riteniamo di poter dire che la proposta che avanziamo da tempo, quella del Fronte democratico composto da Pd, Idv, Sel e Fds, sia non solo la più giusta, ma quella realisticamente possibile e, stando ai sondaggi degli ultimi 2 mesi, in grado di vincere.
Infatti per come si è sviluppata la dialettica politica in questo ultimo anno solo la presenza di tre poli consentirebbe a tutti di raccogliere il massimo dei consensi. Vale per Fini, che in una coalizione con forze di sinistra perderebbe buona parte del proprio elettorato, ma vale anche per la sinistra che vivrebbe un problema speculare se fosse in uno schieramento con la destra.
Infine due riflessioni su di noi.
Qualcosa comincia a muoversi nella giusta direzione. E’ stata predisposta una
campagna nazionale sui temi sociali: redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà, intervento nel sociale, difesa dell’ambiente, con tanto di proposte – semplici e chiare – su dove prendere le risorse e su come utilizzarle. Su questi temi nei prossimi mesi saremo presenti in tutte le piazze d’Italia. Inoltre sono ormai terminate le assemblee regionali della Federazione della Sinistra che hanno visto una ottima partecipazione di compagne e compagni. Ovunque si stanno costituendo gli organismi regionali e provinciali. Vanno battute le ultime resistenze e vanno superate tutte le diffidenze, sapendo che, pur con tutti i limiti, non c’è alternativa a questo progetto. Chi pensa di tornare indietro commette un grave errore poiché da un lato non valuta che la consistenza singola dei soggetti che compongono la Federazione (in questo caso parlo del Prc e del Pdci) non è più quella di alcuni anni fa, e dall’altro lato non tiene conto di una richiesta di unità, forte e trasversale, che viene dalla nostra base. Anche per questo, proprio perché crea tensione tra il Prc e il Pdci e quindi a tutta la Fds, è sbagliata la scissione che hanno praticato, al di là delle migliori intenzioni, alcuni compagni di Rifondazione.
Oggi tutte le nostre energie vanno spese nell’iniziativa esterna come Federazione per recuperare il consenso perso in questi anni e questo lo possiamo fare solo nella costruzione di lotte, di vertenze, di alleanze per battere le destre. Il tema dell’unità è giustissimo a partire da quella tra il Prc e il Pdci, ma essa non può essere costruita spaccando i partiti esistenti e scompaginando la Federazione. Se facciamo prevalere il buonsenso, le ragioni generali su quelle particolari, sono convinto che per la Federazione della Sinistra si potranno aprire spazi importanti a sinistra già in questa primavera densa di appuntamenti, dai referendum alle elezioni amministrative.
Claudio Grassi,

segreteria nazionale PRC

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