Dopo 60 anni Torgiano è governata da una coalizione di centro destra. Le elezioni del 2009 hanno rappresentato una svolta epocale per questo paese a 13 km da Perugia. Qui la sinistra aveva un suo radicamento, famiglie intere che si identificavano nei valori e negli ideali della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Il PCI contava circa 300 iscritti, il 40% dei consensi elettorali, pari a circa 1.600 voti. Questa era la base con cui la sinistra puntualmente vinceva le elezioni. Anche quando il Partito Comunista si è dissolto, i DS e il PRC riuscirono a mantenere intatta questa base sociale che, attraverso un forte radicamento nel territorio, esercitavano un’egemonia culturale che si esprimeva attraverso il governo del comune.
Il progetto politico a cui si ispiravano era rappresentato da quel connubio fra arte, vino (prodotto che ha reso Torgiano famoso in tutto il mondo), turismo e cultura e che tanta fortuna ha fatto per la nostra comunità. Su questa idea si era creata una positiva sinergia fra amministrazione comunale, associazioni del territorio e imprenditoria, costituendo così un forte blocco sociale. Manifestazioni come i “vinarelli”, “scultori a Brufa”, “Vaselle d’Autore”, “Gustando il Borgo”, “Calici sotto le stelle” rappresentavano l’iceberg di questo progetto politico.
Oggi la realtà è completamente diversa.
Quel blocco sociale si è disgregato. Le cause di questo sfaldamento sono numerose e complesse, che partono dalla crisi della sinistra, dalla nascita del centro sinistra e dalla declinazione assoluta, da parte del PD, di istanze e valori come il lavoro, i diritti e l’alternativa sociale, principi enunciati ma contraddetti nei fatti dalle varie posizioni assunte (come il caso del referendum alla Fiat); per arrivare ai continui e rapidi cambiamenti sociali, ma anche dalla nascita del PD che ha portato solo diatribe interne e poca progettualità politica.
Compito della sinistra, quindi, è quello di ricostruire un blocco sociale, di essere un punto di riferimento per tanti cittadini che ancora credono nella trasformazione sociale, per quei lavoratori che rischiano il posto di lavoro, per i tanti ambientalisti che sostengono uno sviluppo sostenibile e contrastano fortemente “la cementificazione del territorio”.
Inoltre, quelle iniziative culturali, non hanno più la portata ed il significato che avevano agli inizi, e crediamo che, ora, vadano avanti burocraticamente, senza quella passionalità che serve per far vivere fra i nostri concittadini l’emozione di una festa: sempre più “ospiti e invitati” partecipano a queste manifestazioni mentre assente (o quasi) è la maggioranza dei torgianesi. Senza dubbio devono essere almeno rilanciate e ripensate.
In più Torgiano ha vissuto in questo periodo uno sviluppo edilizio senza precedenti. Non che questo sviluppo abbia deturpato il territorio, anzi, a parte qualche brutta eccezione come in via Assisi, il risultato è soddisfacente, ma il forte aumento demografico (circa 1500 abitanti) ha causato nuove contraddizioni, nuovi bisogni e aspettative. L’ amministrazione, quindi, dovrebbe concentrarsi soprattutto sulle infrastrutture e sui servizi. Sono necessari, infatti, nuovi investimenti in materia di viabilità, di centri di aggregazione, sia nel capoluogo che nelle frazioni, per giovani ed anziani, politiche di sostegno alla famiglia e per le giovani coppie. I giovani in particolare sono la fascia più debole e bisognosa: senza identità, senza punti di riferimento, culturali e ideali, vivono questa nostro tempo in balie delle mode, in cerca di emozioni facili che li porta solo alla solitudine e al degrado. Molti nostri giovani sono in questa condizione. Politiche, quindi, che portano alla prevenzione di certe problematiche sociali, sono necessarie ed indispensabili; che affrontino seriamente i gravi problemi della gioventù moderna: la precarietà, le dipendenze, la paura del domani. E crediamo fortemente che per affrontare in modo serio questo gigantesco problema si debba intervenire sulla famiglia, rivalutando questo istituto che sta alla base di ogni società che vuole essere insieme progressista e democratica, e per famiglia intendiamo anche tutte le coppie di fatto.
Si nota invece una società civile vivace che chiede risposte concrete su bisogni concreti e un’amministrazione lenta e farraginosa che non riesce a trovare soluzioni soddisfacenti per quei cittadini che invece si dimostrano attenti e sensibili a tante problematiche sociali. Pensiamo in particolare all’utilizzo di Palazzo Malizia recuperato brillantemente grazie ai finanziamenti del PUC dalla precedente giunta. Siamo convinti che questa struttura debba essere utilizzata dai cittadini di Torgiano, debba essere perciò vissuta, debba costituire un centro socio culturale di identificazione torgianese. Che senso ha, quindi, occupare quello spazio con una mostra permanente, pur riconoscendo l’importanza culturale ed il valore dell’artista, se non si studia un sistema per poterlo aprire al pubblico? È considerato un tabù istituire lì un centro di aggregazione giovanile. Eppure è il posto ideale, al centro del paese con una piazza bellissima interna al palazzo. Questa amministrazione dimostra poca attenzione al sociale e più ad eventi culturali occasionali privi di progettualità e quindi senza ricaduta sulla collettività, ma con forti ripercussioni sul bilancio comunale. Non si organizzano più i centri estivi per ragazzi, il centro giovanile è decentrato e non ha quella visibilità naturale che porta i giovani ad avvicinarsi ad esso (anche se dobbiamo considerare appieno la difficoltà oggettiva che si ha nel comunicare con i giovani), i trasporti pubblici e scolastici sono stati dimezzati, le politiche per la terza età sono limitate a momenti ricreativi ed è stato fortemente ridimensionato l’aspetto culturale.
Siamo inoltre in piena crisi economica con le sue drammatiche conseguenza: la disoccupazione. Le maggiori realtà produttive del territorio sono colpite seriamente da questa crisi globale e, in alcuni casi, è stata introdotta la cassa integrazione a zero ore minacciando la delocalizzazione della produzione.
Lo sviluppo di Torgiano non può basarsi, come sembra sperare l’attuale maggioranza, sull’attraversamento nel nostro territorio dell’autostrada Civitavecchia - Mestre e sull’insediamento dell’Ikea a San Martino in Campo a ridosso del capoluogo del nostro Comune. Entrambi i progetti trasformerebbero radicalmente, e in peggio, la qualità della nostra vita. Il primo, oltre ad essere completamente inutile, come abbiamo già avuto modo di dichiarare, non porta ad un’occasione di ricchezza con una nuova zona industriale, ma all’isolamento della frazione delle Fornaci che si vedrebbe chiusa da un lato dal fiume e dall’altro dall’autostrada. Ci vuole poco per capire questa situazione oggettiva. È una critica severa che facciamo a tutto il consiglio comunale, compresa la minoranza, che non riesce a vedere una situazione davvero drammatica. Nel secondo caso invece verrebbe completamente modificata la viabilità in un territorio a vocazione turistica, dove il turismo stesso rappresenta un fattore economico non di secondo piano. L’offerta di lavoro consisterà, come oggi è la norma, in occupazione precaria, a tempo determinato e senza quei diritti che ogni lavoratore ha bisogno, e a farne le spese sono come al solito i più giovani. Si dovrebbe quanto meno contrattare il tipo di occupazione: a tempo indeterminato e con tutte le garanzie comprese nello statuto dei lavoratori.
Su tutto questo l’attuale amministrazione è priva completamente di qualsiasi idea e di un progetto complessivo che possa abbracciare a 360 gradi tutte queste realtà e continua imperterrita a fare opere inutili, come il rifacimento dei giardini pubblici.
Perciò diciamo con forza che a Torgiano sia necessaria una svolta politica socio-culturale in grado di ridare slancio ad una comunità che invece sta battendo il passo, di riaggregare la società civile oggi visibilmente frazionata. C’è bisogno di unità, il tempo che viviamo è caratterizzato da una cultura edonista che non favorisce l’aggregazione sociale. Questa amministrazione rappresenta egregiamente questa ideologia. Dobbiamo invece favorire la crescita in tutti quegli aspetti, sia nel mondo dell’associazionismo che in quello istituzionale (come la scuola), che costituiscono la spina dorsale di ogni società civile che vuole essere progressista, che anticipa i cambiamenti e che metabolizza le rapide trasformazioni, con la leggerezza tipica di chi considera la pesantezza delle cose come un fatto naturale che deriva dalla storia, ma che, pur partendo da essa, dobbiamo andare oltre per affermare gli stessi principi e gli stessi ideali.
Lo sviluppo di Torgiano non può basarsi, come sembra sperare l’attuale maggioranza, sull’attraversamento nel nostro territorio dell’autostrada Civitavecchia - Mestre e sull’insediamento dell’Ikea a San Martino in Campo a ridosso del capoluogo del nostro Comune. Entrambi i progetti trasformerebbero radicalmente, e in peggio, la qualità della nostra vita. Il primo, oltre ad essere completamente inutile, come abbiamo già avuto modo di dichiarare, non porta ad un’occasione di ricchezza con una nuova zona industriale, ma all’isolamento della frazione delle Fornaci che si vedrebbe chiusa da un lato dal fiume e dall’altro dall’autostrada. Ci vuole poco per capire questa situazione oggettiva. È una critica severa che facciamo a tutto il consiglio comunale, compresa la minoranza, che non riesce a vedere una situazione davvero drammatica. Nel secondo caso invece verrebbe completamente modificata la viabilità in un territorio a vocazione turistica, dove il turismo stesso rappresenta un fattore economico non di secondo piano. L’offerta di lavoro consisterà, come oggi è la norma, in occupazione precaria, a tempo determinato e senza quei diritti che ogni lavoratore ha bisogno, e a farne le spese sono come al solito i più giovani. Si dovrebbe quanto meno contrattare il tipo di occupazione: a tempo indeterminato e con tutte le garanzie comprese nello statuto dei lavoratori.
Su tutto questo l’attuale amministrazione è priva completamente di qualsiasi idea e di un progetto complessivo che possa abbracciare a 360 gradi tutte queste realtà e continua imperterrita a fare opere inutili, come il rifacimento dei giardini pubblici.
Perciò diciamo con forza che a Torgiano sia necessaria una svolta politica socio-culturale in grado di ridare slancio ad una comunità che invece sta battendo il passo, di riaggregare la società civile oggi visibilmente frazionata. C’è bisogno di unità, il tempo che viviamo è caratterizzato da una cultura edonista che non favorisce l’aggregazione sociale. Questa amministrazione rappresenta egregiamente questa ideologia. Dobbiamo invece favorire la crescita in tutti quegli aspetti, sia nel mondo dell’associazionismo che in quello istituzionale (come la scuola), che costituiscono la spina dorsale di ogni società civile che vuole essere progressista, che anticipa i cambiamenti e che metabolizza le rapide trasformazioni, con la leggerezza tipica di chi considera la pesantezza delle cose come un fatto naturale che deriva dalla storia, ma che, pur partendo da essa, dobbiamo andare oltre per affermare gli stessi principi e gli stessi ideali.
Non è più il tempo della propaganda, come quest’amministrazione continua a fare (i marciapiedi, il parco fluviale, la viabilità erano tutti progetti approvati e finanziati dal passato esecutivo). Oggi è il tempo dell’agire, ed è tempo che il centro sinistra abbandoni definitivamente le vecchie diatribe, ridicole ed anacronistiche, e si apra alle nuove sfide, dia credibilità e fiducia al nuovo gruppo dirigente, c’è bisogno di aria fresca, deve convincersi che il cambiamento è necessario per ridare credibilità ad una compagine politica che tanto ha fatto per il progresso culturale, sociale ed economico del nostro amato paese.
Direttivo Circolo PRC "P. Ranieri" Torgiano
Direttivo Circolo PRC "P. Ranieri" Torgiano
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