Dopo aver ricompattato la maggioranza per il voto sul ‘caso Ruby’, Silvio Berlusconi passa alle ricompense. Pensa ad allargare la maggioranza e, nel farlo, ripaga con poltrone d’oro quanti gli hanno permesso di rimanere in piedi. Quanti, in poche parole, hanno garantito che dopo la crisi nera, anche questa volta il premier potesse “sopravvivere”, prima con la prova della fiducia a dicembre e ora con quei 315 voti (un voto in meno della maggioranza assoluta) sul caso Ruby.
E così, ora, è venuto il momento per Berlusconi di rimettere, evangelicamente, i suoi “debiti”. I primi, fra i creditori, saranno i “responsabili”, ovvero coloro che con un cambio di casacca dell’ultima ora gli hanno garantito i numeri per vincere. E’ proprio per loro che il premier sta pensando di nominare 12 nuovi sottosegretari. Ovvero di indicare, con un decreto ad hoc, dodici nuovi sottosegretari che poi dovranno essere nominati dal Presidente della Repubblica. La scusa è che “ormai – parole del Cavaliere – le necessità di governo sono tali che i ministri non sono in grado di poter svolgere tutta la mole di lavoro che i ministeri richiedono”.
La realtà è che sembra tanto una moneta di scambio. Anche perché all’attivo i sottosegretari (che istituzionalmente coadiuvano e sostituiscono i ministri per alcune materie e funzioni) sono ben trenta. Ci sono sì da sostituire i finiani che hanno abbandonato la carica, ma l’intenzione del premier è quella di crearne ad hoc altri dodici, al di là delle sostituzioni. Che comunque ci dovranno essere. Per rimpiazzare i finiani Antonio Buonfiglio all’Agricoltura, Adolfo Urso allo Sviluppo Economico, Roberto Menia all’Ambiente, Pasquale Viespoli al Lavoro e Giuseppe Maria Reina (Mpa) alle Infrastrutture.
E così, ora, è venuto il momento per Berlusconi di rimettere, evangelicamente, i suoi “debiti”. I primi, fra i creditori, saranno i “responsabili”, ovvero coloro che con un cambio di casacca dell’ultima ora gli hanno garantito i numeri per vincere. E’ proprio per loro che il premier sta pensando di nominare 12 nuovi sottosegretari. Ovvero di indicare, con un decreto ad hoc, dodici nuovi sottosegretari che poi dovranno essere nominati dal Presidente della Repubblica. La scusa è che “ormai – parole del Cavaliere – le necessità di governo sono tali che i ministri non sono in grado di poter svolgere tutta la mole di lavoro che i ministeri richiedono”.
La realtà è che sembra tanto una moneta di scambio. Anche perché all’attivo i sottosegretari (che istituzionalmente coadiuvano e sostituiscono i ministri per alcune materie e funzioni) sono ben trenta. Ci sono sì da sostituire i finiani che hanno abbandonato la carica, ma l’intenzione del premier è quella di crearne ad hoc altri dodici, al di là delle sostituzioni. Che comunque ci dovranno essere. Per rimpiazzare i finiani Antonio Buonfiglio all’Agricoltura, Adolfo Urso allo Sviluppo Economico, Roberto Menia all’Ambiente, Pasquale Viespoli al Lavoro e Giuseppe Maria Reina (Mpa) alle Infrastrutture.
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