TORGIANO - Comprendiamo l’amministrazione comunale di Perugia che cerca di dare risposte all’occupazione e allo sviluppo economico, e questo investimento economico risponde in parte a questo bisogno, ma quello che non ci convince è l’assenza di un’idea di città, di un programma, di uno sviluppo.
Quello che è successo rappresenta, emblematicamente, una subalternità del governo cittadino e delle istituzioni all’impresa: essa propone modalità, location, investimento e l’amministrazione si limita a contrattare queste offerte adeguandole al proprio territorio con provvedimenti amministrativi abdigando così al governo della città.
Dovrebbe essere invece l’inverso, ovvero, attraverso gli strumenti che l’istituzione ha a disposizione, la politica deve essere capace di presentare un progetto urbanistico complesso dove sono previsti zone industriali, residenziali, artigianali e commerciali ed a questo piano, discusso e partecipato con i cittadini, le imprese si adeguano. Ma per la politica contemporanea, incapace di progettare, priva di idee, troppo spesso burocrate, sembra anacronistica. Così facendo si ridimensiona drasticamente il ruolo del governo cittadino che rincorre le proposte e le esigenze dell’impresa per dare risposte ai bisogni dei cittadini. E questi bisogni non sono mai soddisfatti in maniera equa ed esaustiva, proprio perché centrali sono quelli dell’azienda che spesso sono in contraddizione con quelli generali.
Non vogliamo negare certamente l’importanza sociale, economica e civile, che qualsiasi impresa riveste nel territorio; o che le amministrazioni non debbano favorire lo sviluppo economico con atti, determine e delibere; ma debbono essere capaci di attirare investimenti, perché in quella determinata città c’è un’idea precisa di sviluppo: giusta, equilibrata, produttiva.
Ci spiace dirlo, ma così non è. Basta guardarsi intorno e vedere come sono cresciuti quartieri, frazioni del nostro capoluogo di regione.
È quello che temiamo possa avvenire nella vicina San Martino in Campo con questo grosso investimento: aumento demografico disordinato, viabilità in enorme difficoltà, strutture sociali insufficienti, che ricadranno inevitabilmente su Torgiano.
Speriamo di sbagliare, ma vogliamo fare i grilli parlanti, piuttosto che tacere e tenersi dentro questa paura, sperando di sollecitare il dibattito che il locale circolo del Partito Democratico ha giustamente aperto.
L’ultima cosa che temiamo è il ritorno occupazionale: oggi tutte le imprese assumono giovani con contratti a termine. La precarietà ha completamente inglobato il concetto di flessibilità e per questo molti giovani giustamente si ribellano. Il sindacato vigili e faccia il suo mestiere, non ci si può accontentare solo di occupazione se questa non è accompagnata dai diritti e dalla sicurezza del lavoro. Inoltre questi grossi centri commerciali cannibalizzano il commercio al dettaglio, tradizionale e tipico, e l’artigianato, depauperando così anche i centri storici. Quindi queste realtà economiche, già duramente colpite dalla crisi economica, si vedono anche aggredite da un modello di sviluppo che li rende incapaci di resistere.
Non è romanticismo, il centro della nostra amata Perugia è lo specchio di questa realtà
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua