al Segretario Provinciale PdCI Perugia Andrea CECCARELLI
al Segretario Provinciale IdV Perugia Alfredo ANDREANI
al Segretario Provinciale SeL Perugia Fabio FAINA
al Segretario Provinciale Sinistra Critica Perugia Luigino CIOTTI
Cari compagni, il risultato dei referendum riapre anche nel nostro territorio una discussione generale sui servizi pubblici locali e sui beni comuni. L’affluenza alle urne e i “sì” ci parlano di una volontà popolare di cambiamento, di inversione di rotta rispetto a venti anni di politiche liberiste. Non solo. Anche dalla nostra provincia arriva forte e chiara la richiesta che a livello nazionale vengano messi all’ordine del giorno la riforma del servizio idrico proposta dai Forum con la legge di iniziativa popolare mai discussa in Parlamento e la riforma della proprietà pubblica della Commissione Rodotà, a sua volta giacente in Senato, che per prima definisce giuridicamente i beni comuni. Su queste premesse, è del tutto evidente che anche in Umbria le cittadine e i cittadini con il loro voto hanno rimesso in discussione un intero modello di sviluppo, tra l’altro incapace di contrastare l’attuale fase di crisi. Un modello e leggi nazionali, penso alla legge Galli, che hanno determinato le prime privatizzazioni con l’ingresso dei privati nei servizi pubblici, privati che seppur con quote minoritarie hanno sempre portato con sé amministratori delegati attenti solo al profitto.
Ecco, il pubblico va rilanciato e sicuramente migliorato, ma non smantellato in nome di una resa al privatismo. Questa è sempre stata la nostra posizione. Tutti i “sì” arrivati anche dai nostri territori ai referendum bocciano sonoramente le privatizzazioni nel governo dei beni comuni, beni da sottrarre al mercato in favore della soddisfazione di diritti fondamentali della persona che vanno governati anche nell’interesse delle generazioni future. Le cittadine e i cittadini ci hanno detto che il modello privatistico di gestione è fallito e che l’acqua, l’energia, i servizi pubblici in genere vanno governati come beni comuni.
Per questo vi propongo di dar vita nella nostra provincia ad una vera e propria “costituente dei beni comuni”, un'azione politica unitaria che coinvolga comitati ed associazioni per produrre nelle sedi istituzionali un complesso di misure che modifichino leggi regionali, regolamenti locali e statuti nel senso prospettato dall’esito referendario.
Fraterni saluti
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
al Segretario Provinciale IdV Perugia Alfredo ANDREANI
al Segretario Provinciale SeL Perugia Fabio FAINA
al Segretario Provinciale Sinistra Critica Perugia Luigino CIOTTI
Cari compagni, il risultato dei referendum riapre anche nel nostro territorio una discussione generale sui servizi pubblici locali e sui beni comuni. L’affluenza alle urne e i “sì” ci parlano di una volontà popolare di cambiamento, di inversione di rotta rispetto a venti anni di politiche liberiste. Non solo. Anche dalla nostra provincia arriva forte e chiara la richiesta che a livello nazionale vengano messi all’ordine del giorno la riforma del servizio idrico proposta dai Forum con la legge di iniziativa popolare mai discussa in Parlamento e la riforma della proprietà pubblica della Commissione Rodotà, a sua volta giacente in Senato, che per prima definisce giuridicamente i beni comuni. Su queste premesse, è del tutto evidente che anche in Umbria le cittadine e i cittadini con il loro voto hanno rimesso in discussione un intero modello di sviluppo, tra l’altro incapace di contrastare l’attuale fase di crisi. Un modello e leggi nazionali, penso alla legge Galli, che hanno determinato le prime privatizzazioni con l’ingresso dei privati nei servizi pubblici, privati che seppur con quote minoritarie hanno sempre portato con sé amministratori delegati attenti solo al profitto.
Ecco, il pubblico va rilanciato e sicuramente migliorato, ma non smantellato in nome di una resa al privatismo. Questa è sempre stata la nostra posizione. Tutti i “sì” arrivati anche dai nostri territori ai referendum bocciano sonoramente le privatizzazioni nel governo dei beni comuni, beni da sottrarre al mercato in favore della soddisfazione di diritti fondamentali della persona che vanno governati anche nell’interesse delle generazioni future. Le cittadine e i cittadini ci hanno detto che il modello privatistico di gestione è fallito e che l’acqua, l’energia, i servizi pubblici in genere vanno governati come beni comuni.
Per questo vi propongo di dar vita nella nostra provincia ad una vera e propria “costituente dei beni comuni”, un'azione politica unitaria che coinvolga comitati ed associazioni per produrre nelle sedi istituzionali un complesso di misure che modifichino leggi regionali, regolamenti locali e statuti nel senso prospettato dall’esito referendario.
Fraterni saluti
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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