di Stefano Galieni -
Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo Monetario
Internazionale lo aveva già annunciato da tempo e i dati confermati non
dovrebbero stupire. La crisi avanza, il Pil mondiale secondo le
previsioni, crescerà quest’anno del 3,1% (ad aprile si contava sul
3,3%), nel 2014, salvo intervento di ulteriori fattori, la crescita
prevista è del 3,8% – altri 0,2% in meno rispetto a quanto preventivato.
L’Italia di cui si decantano tanto le condizioni di stabilità si espone
ad una ulteriore fase recessiva (1,8% rispetto all’1,5% previsto sempre
ad aprile) e la crescita per il prossimo anno risulta anch’essa
inferiore alle aspettative.
Augusto Rocchi, della segreteria nazionale
del Prc e “responsabile economia” si trova costretto a dire: «Il nostro
partito, purtroppo, lo aveva già detto da tempo. Le politiche della BCE,
accettate in modo supino, prima dal governo Berlusconi – Bossi, poi
dall’esecutivo guidato da Mario Monti e ancora oggi con quello Letta –
Alfano, non potevano che portare ad un peggioramento della crisi dal
punto di vista della vita delle persone. Gli unici soggetti che vedono
migliorare le proprie condizioni sono le banche. Si è passati da una
fase di stagnazione ad una di vera e propria recessione che sta mutando
in maniera pesantissima le condizioni del Paese. – continua il dirigente
del Prc – In onestà l’unico che si affanna a dirlo sembra essere il
presidente di Confindustria Squinzi, che ha ben chiara la situazione del
tessuto produttivo». E Rocchi sottolinea come il dato emerso oggi si
leghi ad alcuni fattori poco considerati accaduti recentemente: «Quando
l’Unione Europea ha tolto per l’Italia la procedura di infrazione, il
governo ha esultato parlando di conti in ordine. Peccato che per evitare
di ricadere nella condizione di infrazione ci sia stato imposto di
aumentare la tassazione sui beni di consumo e sugli immobili,
praticamente di alzare l’Iva e di mantenere l’Imu. 15 giorni fa Enrico
Letta aveva garantito che questo non sarebbe successo, ora assistiamo ad
un balletto indecente per far digerire le condizioni imposte
dall’Europa». Rocchi sottolinea come le nude cifre percentuali si
traducano rapidamente in fatti gravissimi. L’aumento dell’1% dell’Iva
significherà la chiusura di altri negozi e di attività artigianali, la
crisi di aziende con conseguente caduta occupazionale. «E le tanto
decantate misure per la crescita – sottolinea – si rivelano per quello
che sono, “bazzecole” . La situazione è socialmente drammatica e non
dimentichiamo che il finanziamento degli ammortizzatori sociali come la
cassa integrazione in deroga non riuscirà a coprire tutto il 2013.
Questo si tradurrà in licenziamenti e non ci sono fondi per estendere
neanche la mobilità in deroga». Eppure le soluzioni ci sarebbero e il
Prc da sempre prova a tradurle in proposta politica. Il ragionamento che
propone Augusto Rocchi si potrebbe attuare in tempi brevi e produrre
immediatamente risultati:«Sembra una litania ma certe cose vanno
ripetute. Intanto il taglio drastico alle spese militari a partire dagli
F35 ma poi la vera patrimoniale. E spieghiamoci anche su questo
concetto. Perché c’è gente che non sa che se tu hai 5 milioni in azioni e
non risulti essere un lavoratore hai una tassa del 21% su quella
rendita mentre l’Irpef è del 27%. Ma nella dichiarazione dei redditi
risulti incapiente, per il fisco italiano sei un poveraccio non hai
altre tassazioni. In Italia i “ricchi” sono fra i 5 e i 6 milioni , sono il 10% della popolazione e posseggono oltre il 45% delle
ricchezze. Ma poi guardiamo anche la composizione della ricchezza. Oggi è
di origine prettamente finanziaria. Non siamo più negli anni Settanta, sono poche
le famiglie di imprenditori che creano lavoro e generano ricchezza
attraverso la ricerca e l’innovazione produttiva. Gli utili che si
traggono vengono finanziati col massacro sociale delle persone:
lavoratori dipendenti, pensionati, piccoli imprenditori. Per questo
occorre una reale redistribuzione del reddito e investimenti qualificati
sull’occupazione» Anche da questo punto di vista il giudizio di Rocchi è
netto:« Il governo Letta è riuscito a fare peggio della Fornero. Con la
sparizione degli intervalli fra un contratto a termine e un altro si è
realizzato il “precariato a vita” Come può produrre sviluppo e
prospettive una scelta simile?». I dati del FMI mostrano come tutta la
“zona U.E.” sia ben lontana dall’uscita dalla crisi. La stessa Germania
vede contrarsi le prospettive di crescita quindi il problema va ben
oltre i confini italiani: «È vero – conclude Rocchi – solo i sistemi
finanziari si salvano, le persone no. Occorre il coraggio di dare una
risposta che rimetta in discussione questa Europa, e occorre che in
Italia se ne discuta e se ne ragioni. Altrimenti le catastrofi che oggi
vediamo sono solo il preavviso di quelle che si prospettano».
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