L’ultima
cosa che vorrei fare è infierire su Vendola dopo il fattaccio della
telefonata con Archinà. Ma proprio il protagonista e soprattutto i suoi
fans rendono impossibile il silenzio: invece di rimettere nelle mani di
Sel la sua poltrona di presidente, anche solo per quella “educazione
politica” sempre richiesta agli avversari, Nichi si sta avvitando dentro
comportamenti tipici del berlusconismo e dentro parole contraddittorie e
impacciate. Per prima cosa lancia la solita querela al vento contro chi
ha pubblicato un documento che parla da solo, poi ci ripensa e dice di
vergognarsi di aver riso di un giornalista che cercava di fare
informazione sull’Ilva. Poi tenta di scagionarsi dicendo che lui non ha
preso “gioielli e diamanti” che insomma la pastetta con l’Ilva era
gratuita come se questo non fosse ancor peggio visto che esclude persino
le debolezze personali, poi ci ripensa ancora e dice che le risate sul
giornalista erano finalizzate a una “captatio benevolentiae” nei
confronti di Archinà, che è come confessare di voler entrare nelle
grazie dei Riva.
Ma ancor peggiore è la reazione del partito e dei simpatizzanti
organizzati che naturalmente parlano di manipolazioni, sciacallaggio,
campagna contro Sel. Mi chiedo dove viva questa gente (dove non vive lo
so: vicino all’Ilva) per non sapere che le battaglie politiche si fanno
proprio così in tutto il mondo e soprattutto in questa Italia dei
ricatti, che l’importante sarebbe semmai non dare armi all’avversario.
Invece di chiedersi come sia andata davvero la faccenda dell’Ilva, di
chiedere a Vendola delle spiegazioni che non siano le frasette
imbarazzanti di cui sopra, partono a testa bassa come dei Bondi
qualsiasi. E così si scandalizzano della “strumentalizzazioni” dopo
essersi scandalizzati della Lorenzin e della miserabile tesi secondo cui
a Taranto e nel Salento si muore di cancro a causa di pessime abitudini
di vita. Ma forse è che fare l’operaio è divenuta una pessima abitudine
di vita per chi non si è mai misurato direttamente col lavoro.
Perché il fatto reale è che a Tarantosi continua a morire di cancro
mentre ci si accapiglia e che nell’ormai famosa telefonata Vendola
parrebbe in qualche modo consapevole del ricatto lavoro -salute per
accettarlo con fatalistica rassegnazione: basta ascoltare gli ultimi
sessanta secondi, quando dice che la Fiom è la migliore alleata dei Riva
e quando parla di “realtà produttiva” in tono assolutorio per sé e per
gli altri.
Ora se qualcuno si domanda perché la sinistra stia scomparendo, basta
far mente locale a questa vicenda, alle sue dinamiche e alla sua
dialettica: chi potrebbe sentirsi rappresentato e difeso da piccole
elite residuali che invece di dare spiegazioni si inoltrano in dedali di
parole e invece di chiedere spiegazioni, fanno quadrato a prescindere,
riproducendo in miniatura gli stessi atteggiamenti che abbiamo
sopportato per tanti anni? Chi potrebbe mai credere che possano portare a
qualche reale alternativa? Quando si sente dire da Sansonetti che Sel è
vittima assieme alla Cancellieri delle sopraffazioni della
magistratura, cosa si deve pensare, oltre la sincera pena che suscita il
personaggio in questione? E’ a questo purtroppo che si è ridotta una
sinistra discutidora che nemmeno per un momento pensa alla tragedia del
lavoro che l’Ilva rappresenta nella sua essenza più pura e preferisce
ridere con il padrone.
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