Qualche giorno fa mi è arrivata una lettera di cortesia della Regione
Lazio che mi ricorda che entro la fine di gennaio devo pagare il bollo
della mia utilitaria (una vecchia Clio, che vale più o meno un migliaio
di euro): qualcosa in più di 160 euro, che pagherò al più presto.
Se avessi avuto uno yacht di 30 metri
del valore di 7-8 milioni di euro, la Regione Lazio non mi avrebbe
mandato nessuna lettera. Infatti, grazie ad un emendamento del Pd
all’ultima legge di stabilità chi è proprietario di barche e yacht milionari non paga un euro di tassa di possesso
(la tassazione su yacht e panfili era stata introdotta da quel
bolscevico di Mario Monti). Una specie di esenzione all’incontrario: i
poveri con le utilitarie (non è il mio caso, ma quello di milioni di
cittadini) pagano ed i ricchi con gli yacht no.
Come è stato giustificato questo
emendamento? Il settore nautico è in crisi e bisogna sostenerlo, si
dice: togliamo allora le tasse (ma non si potevano eventualmente
ridurle? Renderle più adeguate?) ai possibili acquirenti. Come se chi
può spendere 7-8 milioni per uno yacht si fa spaventare da 2-3mila euro
di tasse l’anno. Comunque anche il settore automobilistico è in crisi da
tempo (più di quello nautico): aboliamo il bollo auto? Anche
l’industria delle armi è un po’ in sofferenza: che facciamo? Togliamo il
divieto di vendere armi ai regimi dittatoriali?
Quello che è un pugno in un’occhio è
l’assoluta indifferenza al principio di giustizia fiscale e sociale.
Perché il proprietario di un’autovettura del valore di 10-12mila euro
deve pagare 200 euro e più di tassa di possesso e un nababbo con uno
yacht da 7-8 milioni di euro non deve pagare niente? Ma una forza di
sinistra (se lo è ancora il PD) non dovrebbe essere dalla parte della
giustizia sociale tra i cittadini e di quel principio costituzionale ( articolo 53 ) che dice che il nostro sistema tributario è improntato al principio di progressività?
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