Da mesi sentiamo parlare dai telegiornali della speculazione finanziaria
contro l'Euro e in particolare contro i titoli di stato della Grecia
prima e dell'Italia poi. Per far fronte a questa speculazione il governo
Berlusconi ha varato un paio di manovre in agosto e adesso si appresta
ad assestare ulteriori stangate. Dalla libertà di licenziamento
all'allungamento dell'età per andare in pensione, dalla privatizzazione
dei servizi pubblici locali alla messa in discussione dei contratti
nazionali di lavoro, al taglio dei fondi per l'assistenza sociale.
Tutte queste misure sono state condivise con l'Unione Europea che anzi chiede - insieme alla Bce - misure più pesanti di taglio della spesa pubblica. Si tratta delle stesse misure che da un anno sono state applicate alla Grecia e che hanno prodotto una pesante recessione e un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in quel paese.
Ma queste misure servono a combattere la speculazione finanziaria ? Nemmeno per sogno! La speculazione sull'Euro e poi sui titoli di stato greci e italiani è frutto di un fatto preciso: la Bce (quella che stampa l'Euro per conto degli stati europei) è l'unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all'1,5% di interesse) e non presta direttamente i soldi agli stati che sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori, i quali ovviamente ricercano il loro guadagno. A tal fine, gli speculatori (cioè le banche e le grandi finanziarie) attaccano uno stato per volta e per acquistare i titoli di stato si fanno pagare un tasso di interesse da usurai. Concretamente, l'Italia oggi paga più del 6% di interessi per piazzare i suoi titoli (la Grecia oltre il 15%). E' chiaro che gli speculatori che prendono a prestito i soldi dalla Bce all'1,5% e poi li prestano all'Italia al 6%, hanno un bel guadagno e continueranno questo gioco all'infinito. Il governo potrebbe anche abolire le pensioni o la sanità pubblica, ma la speculazione continuerà a fare il suo gioco. Anche perché, grazie all'evasione fiscale, il debito italiano è di 2000 miliardi di euro e gli speculatori hanno quindi parecchio debito su cui speculare e nessuna politica è in grado di ridurre veramente il debito senza mettere i carri armati per le strade. In questa situazione il Fondo Salva Stati istituito a livello europeo rappresenta solo la cifra che gli speculatori possono estorcere agli stati prima che questi falliscano: è un finanziamento pubblico agli speculatori!
C'è un modo per combattere la speculazione finanziaria? Senz'altro!
Basterebbe che la Bce, oltre a prestare i soldi alle banche, li prestasse direttamente anche agli stati membri, cioè comprasse direttamente i titoli degli stati europei. In questo modo gli stati avrebbero il denaro necessario al tasso di interesse ufficiale dell'1,5% e non sarebbero obbligati ad andare a chiedere i soldi agli strozzini. La speculazione cesserebbe immediatamente, perché non vi sarebbe più la possibilità di ricattare gli stati da parte degli speculatori. Qualcuno può pensare che la nostra sia una risposta semplicistica, che se fosse così semplice l'avrebbero già messa in pratica. Peccato che noi proponiamo di fare esattamente quello che fanno gli Usa (dove la Federal Reserve compra direttamente i titoli di stato americani), la Gran Bretagna, l'India, il Brasile, la Cina e tutti i paesi del mondo. L'Europa è l'unico posto nell'universo e l'unico caso nella storia dell'umanità in cui la Banca centrale - in nome dell'ideologia neoliberista - presta direttamente i soldi agli speculatori e non agli stati. Se ne è accorto anche Sarkozy - il cameriere della Merkel - che dieci giorni fa ha proposto di trasformare il Fondo salva stati (che può comprare i titoli degli stati) in una banca, in modo che potesse prendere i soldi direttamente dalla Bce e fare l'operazione che proponiamo noi, sia pure con un giro un po' più lungo. Ovviamente, appena la Germania ha detto no, Sarkozy ha ritirato la proposta.
Occorre chiamare le cose con il loro nome: ci troviamo davanti ala più grande truffa mai avvenuta su scala mondiale: la speculazione è voluta dall'Unione Europea e dalla Bce per spingere gli stati a tagliare lo stato sociale. E i diritti dei lavoratori e i governi come quello di Berlusconi, di Papandreu e di Zapatero sono complici. Il complesso delle classi dirigenti europee permette alla Merkel di usare la speculazione come una clava per ridurre il costo del lavoro in una Europa considerata alla stregua del cortile di casa della Germania. Non è un caso se ci censurano: siamo gli unici a dire ad alta voce questa semplice verità.
Per fermare questa truffa noi proponiamo che lo stato italiano non restituisca i soldi alle banche estere che stanno speculando e proponiamo di fare un referendum sulle politiche economiche, così come ha previsto il governo greco. Un referendum che si pronunci chiaramente sulle politiche economiche e che sia vincolante per questo governo ma anche per i governi futuri. Se il governo non vuole organizzare il referendum lo dobbiamo organizzare dal basso, autogestito. Non è possibile che la gente sia "sondaggiata" su tutto, ma non possa mai pronunciarsi sulle cose importanti!
In democrazia il potere è del popolo e il popolo deve decidere le politiche economiche. Referendum subito sulle politiche economiche del governo e della Ue. Prima che sia troppo tardi!
Tutte queste misure sono state condivise con l'Unione Europea che anzi chiede - insieme alla Bce - misure più pesanti di taglio della spesa pubblica. Si tratta delle stesse misure che da un anno sono state applicate alla Grecia e che hanno prodotto una pesante recessione e un drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro in quel paese.
Ma queste misure servono a combattere la speculazione finanziaria ? Nemmeno per sogno! La speculazione sull'Euro e poi sui titoli di stato greci e italiani è frutto di un fatto preciso: la Bce (quella che stampa l'Euro per conto degli stati europei) è l'unica Banca Centrale del mondo che presta i soldi alle banche private (all'1,5% di interesse) e non presta direttamente i soldi agli stati che sono così obbligati a finanziarsi sul mercato, cioè a farsi prestare soldi dagli speculatori, i quali ovviamente ricercano il loro guadagno. A tal fine, gli speculatori (cioè le banche e le grandi finanziarie) attaccano uno stato per volta e per acquistare i titoli di stato si fanno pagare un tasso di interesse da usurai. Concretamente, l'Italia oggi paga più del 6% di interessi per piazzare i suoi titoli (la Grecia oltre il 15%). E' chiaro che gli speculatori che prendono a prestito i soldi dalla Bce all'1,5% e poi li prestano all'Italia al 6%, hanno un bel guadagno e continueranno questo gioco all'infinito. Il governo potrebbe anche abolire le pensioni o la sanità pubblica, ma la speculazione continuerà a fare il suo gioco. Anche perché, grazie all'evasione fiscale, il debito italiano è di 2000 miliardi di euro e gli speculatori hanno quindi parecchio debito su cui speculare e nessuna politica è in grado di ridurre veramente il debito senza mettere i carri armati per le strade. In questa situazione il Fondo Salva Stati istituito a livello europeo rappresenta solo la cifra che gli speculatori possono estorcere agli stati prima che questi falliscano: è un finanziamento pubblico agli speculatori!
C'è un modo per combattere la speculazione finanziaria? Senz'altro!
Basterebbe che la Bce, oltre a prestare i soldi alle banche, li prestasse direttamente anche agli stati membri, cioè comprasse direttamente i titoli degli stati europei. In questo modo gli stati avrebbero il denaro necessario al tasso di interesse ufficiale dell'1,5% e non sarebbero obbligati ad andare a chiedere i soldi agli strozzini. La speculazione cesserebbe immediatamente, perché non vi sarebbe più la possibilità di ricattare gli stati da parte degli speculatori. Qualcuno può pensare che la nostra sia una risposta semplicistica, che se fosse così semplice l'avrebbero già messa in pratica. Peccato che noi proponiamo di fare esattamente quello che fanno gli Usa (dove la Federal Reserve compra direttamente i titoli di stato americani), la Gran Bretagna, l'India, il Brasile, la Cina e tutti i paesi del mondo. L'Europa è l'unico posto nell'universo e l'unico caso nella storia dell'umanità in cui la Banca centrale - in nome dell'ideologia neoliberista - presta direttamente i soldi agli speculatori e non agli stati. Se ne è accorto anche Sarkozy - il cameriere della Merkel - che dieci giorni fa ha proposto di trasformare il Fondo salva stati (che può comprare i titoli degli stati) in una banca, in modo che potesse prendere i soldi direttamente dalla Bce e fare l'operazione che proponiamo noi, sia pure con un giro un po' più lungo. Ovviamente, appena la Germania ha detto no, Sarkozy ha ritirato la proposta.
Occorre chiamare le cose con il loro nome: ci troviamo davanti ala più grande truffa mai avvenuta su scala mondiale: la speculazione è voluta dall'Unione Europea e dalla Bce per spingere gli stati a tagliare lo stato sociale. E i diritti dei lavoratori e i governi come quello di Berlusconi, di Papandreu e di Zapatero sono complici. Il complesso delle classi dirigenti europee permette alla Merkel di usare la speculazione come una clava per ridurre il costo del lavoro in una Europa considerata alla stregua del cortile di casa della Germania. Non è un caso se ci censurano: siamo gli unici a dire ad alta voce questa semplice verità.
Per fermare questa truffa noi proponiamo che lo stato italiano non restituisca i soldi alle banche estere che stanno speculando e proponiamo di fare un referendum sulle politiche economiche, così come ha previsto il governo greco. Un referendum che si pronunci chiaramente sulle politiche economiche e che sia vincolante per questo governo ma anche per i governi futuri. Se il governo non vuole organizzare il referendum lo dobbiamo organizzare dal basso, autogestito. Non è possibile che la gente sia "sondaggiata" su tutto, ma non possa mai pronunciarsi sulle cose importanti!
In democrazia il potere è del popolo e il popolo deve decidere le politiche economiche. Referendum subito sulle politiche economiche del governo e della Ue. Prima che sia troppo tardi!
PAOLO FERRERO Segretario Nazionale PRC
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