Barbara Isidori, www.umbrialeft.it
I problemi della città di Perugia tra crisi e sviluppo sostenibile.
Un tema molto delicato di cui si è parlato questa mattina presso la sala
consiliare di Palazzo Cesaroni. Un incontro-dibattito in cui hanno
trovato spazio per esprimersi associazioni e organizzazioni sui problemi
della città, voluto da Urbano Banelli vicepresidente nazionale e
presidente Italia Nostra Perugia. Assenti invece del tutto le
Istituzioni, a partire dal Sindaco Boccali, che anche se invitate hanno
disertato l’incontro. Tra i temi trattati quelli più caldi relativi alla
città. Tra questi la sfrenata urbanizzazione che ha visto coinvolte
diverse zone urbane, la vivibilità del centro storico, l’annosa
questione Ikea, il nodo di Perugia, la mobilità urbana.
Ad aprire l’incontro è stato Renato Covino, presidente nazionale
presidente nazionale AIPAI (associazione italiana per il patrimonio
archeologico industriale). “La nostra città negli ultimi anni ha
conosciuto una costruzione edilizia senza pari nonostante la necessità
fosse sempre stata quella di risparmiare territorio. Si è costruito
senza badare alla funzionalità delle costruzioni, senza salvaguardare i
vincolo storici e ambientali e soprattutto senza mai badare alla qualità
sociale”. Mancano i rapporti con le Istituzioni e apposite strutture e
strumenti per cercare di non stravolgere l’identità e le funzioni di
spazi comuni. “Bisogna ricostruire apparati culturali sia nelle zone
residenziali che non per ridare identità e storia alla città. Al momento
però il rischio, che sta diventando realtà, è quello della
rassegnazione” ha continuato Covino.
Restando nella zona del centro storico invece si è parlato del
progetto inerente il Mercato Coperto. Vastissima area da anni vista come
spazio da riqualificare. Il progetto però sembra arenato e mancano
notizie in merito alla sua destinazione. A parlarne Carla Cicoletti
dell’Associazione “La città di tutti”. “Sono circa 10 anni che si
discute del mercato coperto e di cosa farne. Si era pensato ad una
privatizzazione dello spazio e alla creazione di un centro commerciale.
Da circa un anno e mezzo invece non si sa cosa sta accadendo. Mancano
chiarimenti in merito” ha commentato “L’area di circa 10 mila quadri
andrebbe ripensata per la sua determinazione d’uso pensandola come una
zona che potrebbe ridare alla città una sua identità. Il che
significherebbe creare spazi culturali vivi e a disposizione della
socialità. Va ripensato l’intero progetto da parte delle Istituzioni che
invece non ci ascoltano”.
Altra problematica per l’acropoli è quella della vivibilità per i
residenti. Sicurezza e qualità della vita, i temi trattati da Primo
Tenca presidente associazione “Via Bonazzi-Porta Eburnea”. Problemi che
andrebbero trattati tramite una riqualificazione totale della zona del
centro storico e non attraverso una semplice repressione. Un’azione che
serve al momento ma che a lungo andare non serve a risolvere il
problema.
Zona invece al momento molto calda è quella di San Martino in Campo
dove sta per nascere il progetto Ikea. Questione annosa e che sta
creando diversi problemi. “L’idea di sviluppo dell’Amministrazione
cittadina non coincide mai con la nostra” ha commentato Anna Rita
Guarducci presidente del circolo Legambiente Perugia “Sono stati fatti
molti studi sul consumo del suolo e sull’importanza del risparmio.
L’Ikea è un grosso esempio di un’ampia zona agricola pregiata, così come
definita dal piano regolatore, che sta per diventare area commerciale e
che non passerà neanche per la verifica dell’impatto ambientale.
L’allarme è chiaro. Troppa costruzione dissenata sta togliendo spazi
importanti”. Dello stesso avviso anche Antonella Pulci, presidente del
WWF Perugia che ha messo in evidenza la cementificazione selvaggia del
territorio umbro che troppo poco, o addirittura quasi mai, ha dato
importanza anche al fattore ecologia. Rimanendo in tema Ikea invece è
intervenuto anche Lauro Ciurnelli del Comitato per la salvaguardia di
San Martino in campo.
Si è parlato anche di mobilità e del progetto di trasformazione
della E-45 in autostrada e del Nodo di Perugia. Entrambi i progetti sono
sembrati contrari alle politiche ambientali e comunque non vicine ad
uno sviluppo sostenibile per la città. Quindi innovazione si ma senza
stravolgere l’ambiente e la sua specificità. Sul tema sono intervenuti
Giorgio Fusco di Italia Nostra e Roberto Pellegrino della redazione de
“La Tramontana”.
Insomma sono state molte le questioni sollevate che spesso però non
trovano risposte da parte delle Istituzioni, spesso insensibili di
fronte a certe tematiche che non riguardano il profitto in senso
stretto. L’incontro però ha anche dimostrato quanto le associazioni
siano vive e critiche nonostante, come è stato rilevato, servirebbe
qualche comunicazione in più per sensibilizzare la cittadinanza e
spingerla a partecipar attivamente.
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