Ve
li ricordati quelli del patto di Vasto? Bersani, Di pietro e Vendola e
il nuovo Ulivo? A quanto pare chi ne esce con le ossa rotte dalla
vicenda Monti sono proprio i tre che volevano costruire l'alternativa di
governo e che molto probabilmente dovranno adesso bersi una stagione di
rigore imposta da Mario Monti.
Bersani, il segretario ombra è andato 'sotto' in direzione nazionale,
visto che l'asse di Veltroni, di quelli dell'ex DC e di D'alema ha
seguito il verbo del vero segretario del PD, il Presidente Giorgio
Napolitano, appoggiando Monti e il golpe bianco. Fassina, l'unico
socialdemocratico rimasto, ha rischiato addirittura il linciaggio
dall'area liberal per aver osato dire quello che tutti pensano sul
commissario europeo Rhen, ovvero che le sue politiche sono recessive.
Bersani è quindi caduto nel passaggio più difficile, dove poteva dare
una sterzata al Paese andando al voto anticipato ed invece si è trovato a
governare con Berlusconi, e con gli ex DC al comando. D'Alema, sempre
lui, pare averlo tradito, o almeno non appoggiato nelle pressioni per
andare subito al voto. Veltroni, sempre lui, ora è felice della nuova
linea politica del PD. E quando è felice Veltroni perchè vince la sua
linea politica c'è di che preoccuparsi seriamente. Berlusconi infatti
medita vendetta, e la crisi non lascia spazio a politiche espansive. Un
disastro.
Di Pietro, il buon 'tonino', ha provato in una prima fase a fare il
solito teatro. Vota il six pack in Europa alcuni mesi fa e annuncia che
non voterà la fiducia a Monti che ne è l'interprete. La solita parte in
commedia che però stavolta non funziona. Viene massacrato sul web con
l'aiuto del Fatto quotidiano e Repubblica.it che “organizzano” la
rivolta dei propri iscritti. I gruppi in parlamento lo costringono ad
accettare Monti senza che questo nemmeno lo prenda in considerazione.
Ora è tra l'incudine ed il martello, voterà tutto quello che gli
imporranno e non potrà opporsi. Egli è vittima dell'antiberlusconismo
senza contenuti che egli stesso ha alimentato per anni.
Vendola. Era in Cina mentre avveniva il golpe bianco. Da laggiù gli
echi di quanto avveniva gli saranno rimbombati in testa come bombe
carta. Ha provato e riprovato a aprire e chiudere a Monti, in strofe,
con narrazioni e geniali salti di retorica. Niente, stavolta bisogna
parlare di politica e la rima non riesce. Così Niki finisce come l'asino
di Buridano, ne di qua ne di là, in attesa perenne, come Penelope con
la sua tela. In poche ore gli si è smaterializzato davanti il sogno
delle primarie e le ombre che danzavano nel governo Monti gli hanno
fatto poi intendere che non ci sarà ne equità ma solo massacro sociale.
Vendola sa che se rompe con Monti il Pd non lo prenderà nel proprio
recinto ed il partito di repubblica.it, Santoro, Floris, e compagnia
cantante potrebbe rovinargli l'immagine. Un dramma umano il suo oltre
che politico.
Non c'è altro da aggiungere, questa stagione è finita. Voltiamo pagina.
Controlacrisi.org
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