«Opposizione al governo Monti per
costruire la sinistra di alternativa»
1)
La caduta del governo Berlusconi è un
fatto molto positivo che segna un passaggio assai rilevante nella vicenda del
nostro paese. La crisi della destra è precipitata nell’incapacità a fare
fronte efficacemente alla speculazione finanziaria ma è maturata nel corso di questi anni nell’impossibilità – all’interno
della crisi – di garantire la mediazione tra interessi diversi all’interno
delle classi dominanti e di mantenere un largo consenso di massa. Ci troviamo
di fronte al fallimento dell’ipotesi politica che ha maggiormente
caratterizzato la
Seconda Repubblica.
2) Per sancire la fine del governo Berlusconi avevamo chiesto, prima delle consultazioni del Presidente della Repubblica, e continueremo a chiedere fino al voto di fiducia, l’immediata convocazione delle elezioni politiche anticipate e di affrontarle attraverso la costruzione di un fronte democratico tra le forze di sinistra e di centro sinistra. Questa proposta avrebbe permesso e permetterebbe ancora di sconfiggere le destre attraverso l’esercizio democratico dell’espressione della volontà popolare e di determinare il quadro politico migliore sia per quanto riguarda la difesa e lo sviluppo della democrazia che per quanto riguarda le scelte di politica economica, scongiurando la sciagurata ipotesi del governo Monti.
2) Per sancire la fine del governo Berlusconi avevamo chiesto, prima delle consultazioni del Presidente della Repubblica, e continueremo a chiedere fino al voto di fiducia, l’immediata convocazione delle elezioni politiche anticipate e di affrontarle attraverso la costruzione di un fronte democratico tra le forze di sinistra e di centro sinistra. Questa proposta avrebbe permesso e permetterebbe ancora di sconfiggere le destre attraverso l’esercizio democratico dell’espressione della volontà popolare e di determinare il quadro politico migliore sia per quanto riguarda la difesa e lo sviluppo della democrazia che per quanto riguarda le scelte di politica economica, scongiurando la sciagurata ipotesi del governo Monti.
3)
Il Presidente della Repubblica sta
operando per sostituire al governo Berlusconi un governo Monti. La
motivazione, utilizzata ai limiti della correttezza democratica, è data
dall’emergenza prodotta dalla speculazione finanziaria. Il tentativo evidente è quello di neutralizzare gli effetti del
fallimento del governo Berlusconi, evitando qualsiasi spostamento a sinistra
dell’asse del governo in merito alle politiche economiche. Si tratta di una
sorta di commissariamento dell’Italia da parte della BCE, uno dei frutti
del vero e proprio colpo di stato monetario che stiamo subendo. Si tratta di una scelta sciagurata,
condotta con il coinvolgimento pieno del PD, destinata a produrre effetti negativi
sul piano democratico, su quello sociale come su quello politico.
Sul
piano democratico, perché, dopo l’imputridimento della quadro politico
determinato da Berlusconi, per
rigenerare la democrazia è necessario ridare la parola al popolo. Al
contrario con la scelta del governo Monti, cioè di un governo iperliberista
mascherato da governo tecnico, il popolo viene declassato a spettatore passivo
delle scelte delle elites.
Sul
piano sociale, perché il programma di
Monti sarà centrato sull’applicazione delle nefaste direttive europee e
peggiore di quanto avrebbe fatto un governo di centro sinistra frutto di libere
elezioni.
Sul
piano politico perché il governo Monti
permetterà alle destre di rigenerarsi in
vista delle prossime elezioni e di porre le condizioni per una chiusura più
stringente del bipolarismo.
4)
Se il governo Monti dovesse avere la fiducia del Parlamento, Rifondazione Comunista ritiene necessario
costruire la più ampia opposizione – da sinistra – al governo medesimo. Contro
ogni ipotesi di patto sociale, occorre costruire una opposizione che sappia
unire le rivendicazioni specifiche con la richiesta di una modifica generale
delle politiche economiche europee, in direzione di una uscita a sinistra dalla
crisi. La costruzione della Costituente dei beni comuni, la qualificazione
programmatica, con l’attivazione delle energie intellettuali disponibili e
l’attivazione di concreti percorsi di lotta, sono gli elementi che devono
caratterizzare questa prospettiva sia a livello nazionale che a livello locale.
Rifondazione Comunista, sostiene lo sciopero generale indetto dai sindacati di
base per il 17 novembre, la manifestazione dei movimenti per l’acqua pubblica
del 26 novembre, la manifestazione nazionale indetta dalla CGIL per il 3
dicembre.
5)
Parimenti l’eventuale nascita del
governo Monti pone con ancora maggiore urgenza il tema della aggregazione della
sinistra di alternativa che abbiamo messo al centro della proposta politica del
documento congressuale. Per questo, nell’immediato, come partito e come
Federazione della Sinistra, proponiamo
alle altre forze politiche che si oppongono a Monti di costruire un patto di
consultazione permanente al fine di rendere più efficace la battaglia di
opposizione. Riteniamo però necessario fare un salto di qualità in questa
direzione e operare affinché l’opposizione all’eventuale governo Monti diventi
opposizione costituente della sinistra di alternativa. Il governo Monti, in
quanto tentativo di stabilizzazione moderata di gestione della crisi,
costituisce infatti il punto di discrimine per una sinistra che si ponga
l’obiettivo dell’alternativa. Mai come
in questo momento risulta evidente la distanza strategica tra le due sinistre e
la necessità di aggregare, in forma stabile, la sinistra di alternativa che si
pone l’obiettivo di sconfiggere le politiche neoliberiste.
6)
La crisi del governo Berlusconi ci
consegna la possibilità e la necessità di operare, a livello di massa, per il
passaggio dall’antiberlusconismo all’antiliberismo. In questi anni, le
caratteristiche specifiche del berlusconismo hanno condizionato fortemente le
culture politiche dell’opposizione. Nell’antiberlusconismo convivono varie
culture politiche e varie ipotesi politiche. Nel momento della crisi di Berlusconi, le classi dirigenti hanno
utilizzato strumentale l’antiberlusconismo al fine di legittimare il
neoliberismo austero di Monti. Questo significa che oggi si apre una lotta per
l’egemonia nell’antiberlusconismo. I poteri forti lo vogliono sviluppare nel
senso liberale e liberista, noi dobbiamo fare una battaglia per svilupparlo in
senso antiliberista e socialista. Dobbiamo cioè agire consapevolmente affinché il senso di delusione che verrà prodotto
dalle politiche economiche e sociali dell’eventuale governo Monti su larghi
strati popolari antiberlusconiani, non diventi ripiegamento e non produca
ulteriore disgregazione sociale. La capacità di costruire un percorso in
cui si passi dall’antiberlusconismo generico ad una più chiara coscienza
anticapitalista è un nostro preciso compito politico.
7)
In questo quadro, ribadendo la nostra lotta strategica contro il bipolarismo, vogliamo costruire un partito che sappia
vivere, discutere e svilupparsi senza essere deformato da una centralità
assorbente del piano istituzionale. Non perché questo non abbia una grande
rilevanza politica – al contrario – ma perché se il bipolarismo costituisce una
condizione istituzionale funzionale alla distruzione delle forze politiche
antisistema, noi dobbiamo conquistare un grado di autonomia strategica dal
bipolarismo che ci permetta di fare politica senza esserne fagocitati. Occorre
quindi costruire consapevolmente un Partito della Rifondazione Comunista che
non abbia nella discussione sui passaggi istituzionali il centro della sua vita
politica.
Si
tratta di superare definitivamente
l’idea che la sconfitta del berlusconismo e la costruzione dell’alternativa
possa avvenire attraverso un percorso di delega al quadro istituzionale.
Non è così. Il nostro progetto politico
di fase di costruzione della sinistra di alternativa al fine di determinare le
condizioni per uscire a sinistra dalla crisi, implica l’attivazione dei
soggetti in carne ed ossa, implica la costruzione di una soggettività di massa
non basata sul principio di delega. Il compito del partito è quindi quello
di mettere in pratica la linea politica avendo
chiara la centralità del lavoro sociale, culturale e di aggregazione politica,
al fine di favorire la costruzione di un protagonismo di massa. Il compito
del partito, a fronte del carattere tecnocratico, oligarchico, antidemocratico
della risposta delle élite dominanti alla crisi, della cesura crescente tra
capitalismo e democrazia, è quello di adoperarsi nel nostro paese e a livello
europeo, per lo sviluppo del movimento antiliberista.
Roma, 15/11/2011
La Direzione Nazionale Del Partito della Rifondazione
Comunista
(approvato a larga maggioranza)
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