mercoledì 26 gennaio 2011

«Dureremo un giorno in più di Marchionne»

Non è la prima volta che il segretario della Fiom Maurizio Landini parla del reddito di cittadinanza. Lo ha fatto anche ieri alla facoltà di lettere della Sapienza dov'è arrivato di primo mattino per parlare con gli studenti dello sciopero generale voluto dai metalmeccanici della Cgil venerdì 28 gennaio.
.«Fino a poco tempo fa - ha detto Landini in un lungo intervento che si è chiuso tra gli applausi degli studenti - ero contrario: non mi piace l'idea che uno non lavora e viene pagato. Perché questa persona dovrebbe lottare per trasformare la propria vita?». È un ragionamento «da sindacalista», ha riconosciuto Landini, che però oggi deve registrare un elemento nuovo: la disoccupazione colpisce i giovani e gli atipici licenziati in gran massa a causa della crisi. I dati Istat lo hanno confermato: nel 2009 sono stati quasi la metà del totale di chi ha perso il lavoro.
Per Landini sono questi i casi in cui è utile ricorrere al reddito di cittadinanza. «Ma questa misura deve rientrare in una riforma complessiva dello Stato sociale - ha proseguito Landini - e del sistema pensionistico».
Il segretario della Fiom ha poi spiegato come si potrebbe elaborare una riforma di questa portata: «Bisogna prevedere tre, massimo quattro contratti nazionali attraverso i quali garantire a tutti diritti e condizioni minime. Dai metalmeccanici ai servizi ci sarebbe così una legge sui contratti valida erga omnes».
Per gli atipici, invece, è necessario semplificare il numero dei contratti, oggi sono 33, limitandoli a quelli che regolano una flessibilità controllata prima dell'inserimento al lavoro.«E' solo in questo modo - ha aggiunto il segretario della Fiom - che un giovane che lavora con un contratto atipico può essere sottratto al ricatto di chi aspetta oltre 10 anni per essere assunto solo grazie ad un favore. Il sindacato deve rompere questo schema perché altrimenti non gli verrà mai riconosciuto il diritto di rappresentanza».
Su queste basi prosegue il confronto tra i metalmeccanici e il movimento studentesco che chiede «un nuovo welfare che garantisca autonomia sociale a studenti e precari» e parteciperà alle manifestazioni della Fiom «non solo per solidarietà, ma «per progettare un terreno comune di alternativa, reclamando lo sciopero generale di tutte le categorie».
Il successo dello sciopero di venerdì è determinante anche per continuare questo rapporto. «Aderirà gente che questo mese ha lavorato solo quella settimana perchè prima era in cassa integrazione. Il 50 per cento dei metalmeccanici è in queste condizioni, vuol dire rinunciare ad un bel pezzo di salario. E rinunciare a 70-80 euro non è poco».
Ladini però si è mostrato fiducioso non solo perché il consenso alle posizioni del suo sindacato ha superato le fabbriche, ma perché ha fatto capire agli stessi operai che «lo sciopero non è solo per solidarietà verso gli altri, ma anche per loro stessi. Così dici al tuo padrone che si apre un problema se fa quella roba lì».
L'obiettivo della Fiom è «durare un giorno in più di Marchionne - ha detto Landini - non è che lui decide se esiste o no la Fiom, questa c'era prima di lui e ci sarà dopo di lui. Chi è lui per deciderlo?».
Dopo lo sciopero generale, i metalmeccanici faranno scioperi articolati «per fare un danno maggiore all'azienda».
A decidere le modalità e i tempi sarà l'assemblea dei delegati prevista per il 3 e 4 febbraio. Gli scioperi non riguarderanno solo la Fiat, ma tutte le fabbriche metalmeccaniche.«La gente ha capito - ha aggiunto Landini alla fine dell'assemblea - che quello che passa in Fiat riguarda anche loro. Confindustria e Federmeccanica hanno detto chiaramente di voler superare il contratto nazionale. Il contratto nazionale va difeso».
di Ro. Ci.

su Il Manifesto

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