mercoledì 12 gennaio 2011

Lo stipendio d’oro di Marchionne

In Inghilterra si discute dei bonus milionari dei banchieri nell’era dei tagli di Cameron. In Italia si discute dei guadagni di Marchionne nell’era del referendum a Mirafiori.
Ecco alcune cifre per un utile e suggestivo confronto….Questi sono i guadagni delle quattro maggiori banche britanniche negli ultimi cinque anni.
Bob Diamond (Barclays, nessun salvataggio con soldi del contrbuente) ha incassato 75 milioni di sterline e per quest’anno si parla di un bonus da 8-9 milioni (su un salario base di 250mila annuali).
Eric Daniels, amministratore delegato dei Lloyds (salvataggio statale da 22 miliardi, lo Stato possiede ora il 43 per cento della Banca) dal 2005 ha guadagnato 10 milioni di sterline e il bonus previsto è di 2 milioni a fronte di un salario di 1 milione.
Il capo del colosso Hsbc Stuart Gulliver (nessun contributo statale) ha guadagnato 50 milioni e il bonus previsto è di 9 milioni (da aggiungersi allo stipendio di 800mila sterline).
Ma nell’occhio del ciclone più di tutti è Stephen Hester, l’amministratore delegato della Royal Bank of Scotland ormai nelle mani dello Stato, che ne detiene l’83 per cento dopo un salvataggio a spese del contribuente da 45 miliardi di sterline. Per lui si parla di 2 milioni di sterline di bonus da aggiungersi a un salario base di 1,22 milioni e da un premio di benvenuto da 7,4 milioni.
Sergio Marchionne, stando ai calcoli fatti da Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera (vedi l'articolo in fondo) di domenica, in 79 mesi al vertice della Fiat ha totalizzato un valore pari a 255,5 milioni di euro, ovvero 38,8 milioni l’anno. Se le crifre corrispondono a verità, il buon Marchionne guadagna ogni anno 1.037 volte il suo dipendente medio e si mangia in un boccone tutti i detestati bankers britannici.
Con una ulteriore, non piccola differenza. Hester, capo supremo della Royal Bank of Scotland appare sui giornali, la faccia rosea e paffuta, vestito di tutto punto da cavallerizzo con cap e giacca di velluto, camicia di seta e guanto bianco, pronto si suppone per una bella cavalcata in campagna (o un battuta di caccia alla volpe?). Gli inglesi almeno non indulgono in false ipocrisie e i banchieri della City ostentano la propria provenienza, la loro esistenza dorata da upper upper class e i guadagni milionari senza nascondersi dietro un maglioncino blu finto democratico.
Blog di Caterina Soffici






Marchionne e lo stipendio del dipendente Fiat. Opzioni e titoli gratuiti portano i compensi del leader Fiat a 38 milioni l' anno
In questi giorni si riparla dei compensi di Sergio Marchionne. Sono troppi? Sono giustificati? Vale la pena di seguire il consiglio di Raffaele Mattioli: fare i conti prima di fare filosofia. E vale la pena di farli come se si dovesse rispondere al Dodd-Frank Act, la riforma finanziaria di Obama che farà testo anche in Chrysler.
I numeri, dunque. Dal giugno 2004 al 2009, i compensi annuali, compreso l' accantonamento per la liquidazione riportato in nota, ammontano a 35,6 milioni di euro. Fa una media di 6,3 milioni l' anno che, per comodità nei conteggi successivi, ipotizziamo essere anche la paga del 2010 non ancora nota. Poi, come ricorda Andrea Malan sul Sole 24 Ore, ecco 4 milioni di azioni gratuite disponibili a fine 2012, ovvero 69,8 milioni alle quotazioni del 7 gennaio. Infine, 19,42 milioni di stock option esercitabili quest' anno al prezzo medio di 9,64 euro che, alla stessa data, valevano 143,8 milioni, di cui 115 immediatamente realizzabili. In 79 mesi al vertice della Fiat, Marchionne totalizza un valore pari a 255,5 milioni. Ovvero 38,8 milioni l' anno.
E ora il confronto. Secondo il Dodd Frank Act, la paga del capo va paragonata al salario mediano versato dal gruppo. La legge italiana non esige questa notizia. Ci dobbiamo perciò arrangiare con il costo del lavoro pro capite che, nel quinquennio 2005-2009, equivale a 37.406 euro e dal 2006 al 2009 cala dell' 8%. Morale: ogni anno Marchionne guadagna 1.037 volte il suo dipendente medio.
Le imposte. Marchionne ha conservato la residenza fiscale nel cantone svizzero di Zug. Sull' Espresso, Maurizio Maggi ipotizza un certo risparmio sulle imposte che il top manager dovrebbe versare se trasferisse la residenza nel Paese dove forma il suo reddito. Non è stato smentito. Infine, il titolo Fiat e le regole. L' azione ordinaria raggiunge l' apice l' 8 luglio 2007, a quota 23,44 euro. La prima tranche di stock option, concessa nel 2004 ed esercitabile al prezzo di 6,583 euro, viene a maturazione nel 2008 e resta valida fino al 31 gennaio 2011. Ma nel corso del 2008 le quotazioni crollano da 15,5 a 4,8 euro. E così, nella primavera seguente, il periodo d' esercizio delle stock option viene spostato in avanti: dal primo gennaio 2011 alla stessa data del 2016. Il 10 giugno 2009 la Fiat firma l' accordo Chrysler, che già incorpora l' idea dello sdoppiamento del gruppo, che parte adesso. L' aggiornamento delle opzioni è scelta legittima, ma anche discussa, perché attenua il rischio implicito in questa parte variabile della retribuzione. Il farlo durante la gestazione di decisioni price sensitive alimenta il dubbio di un' asimmetria informativa a favore del beneficiario rispetto al mercato. Nelle start up della Silicon Valley le stock option hanno avuto un ruolo, ma nelle imprese mature? Enrico Cuccia e Cesare Romiti non vollero mai azioni di Mediobanca e di Fiat: per non essere condizionati da interessi personali e restare del tutto liberi di decidere, magari sbagliando, per il bene dell' impresa. Che va oltre quello dei suoi soci pro tempore.
Mucchetti Massimo- Il Corriere della Sera

Nessun commento:

Posta un commento

Di la tua