lunedì 5 dicembre 2011

Analisi della manovra/1: la crescita assente di Dante Barontini, www.contropiano.org

 
La “crescita” è rimasta nelle intenzioni, ma non è riuscita a entrare nel provvedimento. Problemi di mancanza di idee, certamente, ma anche di impossibilità di far crescere individualmente un singolo paese in un contesto continentale (e globale) che ha già virato vero la recessione.
Di tutto l'insieme di micronorme, soltanto la premialità fiscale per il capitale reinvestito in azienda (nell'attività, dunque) sembra possedere qualche seria capacità nella promozione dello sviluppo. Se la misura di questo “incentivo” fosse alta, infatti, un imprenditore medio avrebbe “vantaggio” a rischiare il reinvestimento piuttosto che “immobilizzarlo” nel patrimonio (immobiliare, appunto) o in “liquidità”.
Il resto (fondo di garanzia per il credito alle imprese, ripristino dell'Istituto per il commercio estero, “facilitazioni” varie, ecc) sono poco più che palliativi.
L'Irap ridotta, invece, è un aiuto diretto alla “profittabilità” immediata delle imprese, un modo per far loro aumentare la quota delle entrate rispetto alle uscite. Ma ha un costo “sistemico” devastante: la riduzione della spesa sanitaria per tutti (perché l'Irap è quella tassa che non solo ha riunificato una serie di “balzelli” a scarico delle imprese – semplificando il lavoro amministrativo, se non altro – ma ha come utilizzo di elezione proprio il finaziamento della sanità pubblica).

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