Si apre venerdì, a 20 anni dalla sua fondazione l’VIII, congresso
nazionale del Prc. In conferenza stampa il segretario Paolo Ferrero ha
sintetizzato in 3 punti gli elementi che caratterizzeranno il dibattito.
In primis la crisi «Il Prc avanza delle proposte per uscirne a sinistra
– ha affermato – partendo dal presupposto che le soluzioni di marcatamente di
destra come quelle proposte dalla Merkell o cosiddette liberal, come quelle di
Obama, non funzionano. Ci si avvia verso una già annunciata recessione dopo 4
anni di speculazione galoppante. È ora di sperimentare soluzioni alternative,
chi lo ha fatto in passato, si vedano le esperienze latino americane, oggi è in
crescita».
In seconda istanza nel congresso si definirà la costruzione di
una opposizione al governo Monti in quanto prosecuzione delle stesse
politiche liberiste di Berlusconi:«Noi ne abbiamo salutato con gioia la caduta
– ha ripreso Ferrero – ma volevamo andare immediatamente a libere elezioni.
Avremmo avuto un governo probabilmente di centro sinistra. Oggi si confrontano
una destra tecnocratica espressa dal governo e una populista e razzista come
quella della Lega. Monti sembra alla guida un pullman che sta andando contro il
muro della crisi e invece di frenare o cambiare direzione, accelera».
Ma il
tema fondamentale del congresso deve essere quello della costruzione di una
unità della sinistra e anche su questo Ferrero è stato netto:«Rivolgo
ancora un appello a tutte le forze della sinistra, politiche e non, a partire
da Sel a lavorare su quel 90% che ci unisce e non ad intestardirci su quel 10%
che ci divide. Dobbiamo trovare le forme per dar vita ad una sinistra che
risponda alla domanda di unità che proviene dalla nostra gente. Chi sostiene
Nichi e in generale quel popolo della sinistra che non è affatto minoritario,
come hanno dimostrato i referendum, non può ritrovarsi a condividere le scelte
di questo governo».
Andando poi a definire il congresso nella sua specificità
il segretario è partito dal logo, quel “Futura umanità” che allude al fatto che
la storia non è finita con il capitalismo e la globalizzazione come predica
Fukuyama. Si vive in una grande contraddizione, quella di un mondo ricco e
contemporaneamente insicuro, precario in cui non esiste equa distribuzione
delle risorse e dei diritti.
Ed altra parola chiave sarà, come appare sul
manifesto di convocazione “connettiamoci”. Ad indicare che il ruolo del Prc- in
una fase che non è di desertificazione ma di complessità e frammentazione dei
conflitti- non deve essere quello di avanguardia solitaria ma di divenire nodo
nella rete con le tante diverse soggettività, con le diverse forme di agire
nella politica – il partito è solo una di queste – e che costituiscono la
grande ricchezza di questo Paese.
Con queste soggettività si vuole dar vita
alla “Costituente dei beni comuni”. L’appuntamento che si apre domani giunge
alla fine di un percorso che ha visto congressi in oltre 1100 circoli sparsi
nelle 119 federazioni del partito, segno di radicamento forte.Si sono
confrontati 3 documenti, quello proposto dalla segreteria ha ottenuto l’81,3%
dei consensi, gli altri rispettivamente il 13,4 e il 5,3. Ferrero ha dichiarato
di considerare gli altri 2 come un prezioso pungolo da sinistra per il partito.
Il congresso inizia alle 14.30 presso il Palazzo della Fiera d’Oltremare a
Napoli e terminerà domenica: «Anche la scelta della città è significativa – ha
affermato Ferrero- A Napoli si è consumata l’esperienza migliore delle ultime
tornate amministrative. Ha vinto non solo un candidato sindaco che verrà al
nostro congresso. Ha vinto una scelta di discontinuità con le collusioni di
potere e col bipolarismo imposto. Una vittoria che dovrebbe far riflettere».
Numerosi gli eventi, una mostra curata da Linda Santilli e Roberto Gramiccia
che vedrà fondersi il lavoro di archivio della storia del partito con
l’intervento di alcuni artisti che proporranno le proprie opere dal titolo
“Provare e riprovare, i volti, i gesti, le parole delle lotte”, una iniziativa,
domani alle ore 19, in difesa del pluralismo dell’informazione, della stampa
libera e indipendente, curata da Liberazione, e la proiezione di un film
di Guido Lombardi, “La Bas, educazione criminale” sulla strage di Castel
Volturno. Oltre ai quasi 600 delegati al congresso ci saranno numerosi
interventi esterni di carattere internazionale. Esponenti della sinistra greca
e degli indignados spagnoli, Sheila Collins del movimento Occupy Wall Street,
per la prima volta in Italia e videomessaggi della giovane comunista cilena Camilla
Vallejo, simbolo formidabile della rivolta in atto nel proprio paese e di Haidi
Giuliani, perché a 10 anni di distanza non si dimentica ed esiste un filo rosso
fra il G8 genovese, (voi g8 noi 6. miliardi) e l’attuale “noi 99% voi 1%.
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