Nel suo messaggio alle altre forze della sinistra, Ferrero chiede di «definire unitariamente un luogo, in cui le forze politiche insieme con le associazioni, i movimenti, il protagonismo di tante e tanti singoli, possano ricostruire una credibile proposta di alternativa».
Di seguito e in allegato il testo completo della lettera inviata dal segretario del Prc.
Lettera aperta alle forze della sinistra
Care Compagne e Cari Compagni,
la manovra presentata dal governo Monti esplicita, oltre ogni
possibile dubbio, che senza un’iniziativa forte sul terreno sociale e
senza la costruzione di percorsi unitari delle forze di sinistra, che
sappiano porsi come credibile punto di riferimento per il paese, la
situazione gravissima in cui ci troviamo è destinata solo a peggiorare.
Il segno di classe della manovra è inequivoco. Si continua nel
saccheggio della previdenza, adducendo argomentazioni sull’eccesso di
spesa pensionistica, del nostro paese rispetto al resto d’Europa,
totalmente prive di fondamento. Ci si accanisce sulle vite e sui
progetti di vita delle lavoratrici e dei lavoratori, con l’annullamento
di fatto dell’età pensionabile e il salto di 6 anni che dovrebbero
subire molti lavoratori per poter andare in pensione, con la vera e
propria persecuzione delle donne, con il passaggio al contributivo e il
blocco delle rivalutazioni delle pensioni, tanto più inaccettabili a
fronte di prestazioni basse e da molti anni non più legate agli aumenti
delle retribuzioni. Niente si fa sugli scandali veri del nostro sistema
previdenziale, il furto di futuro per i precari e le giovani
generazioni, e l’intollerabile privilegio di cui godono le pensioni
d’oro dei dirigenti.
Al posto dell’aumento delle aliquote per i redditi alti, si sceglie
l’aumento dell’addizionale Irpef, tassa piatta e perciò iniqua.
La
manovra sulla casa sarà una stangata pesante che non si preoccupa di
salvaguardare i lavoratori ed i ceti medio bassi, così come l’intervento
sull’Iva e sui carburanti, colpiranno in maniera indifferenziata, e
dunque colpiranno di più chi ha meno.
A fronte di tutto questo alle imprese vengono regalati nuovi sconti
fiscali e soprattutto risulta scandalosa l’assenza di una patrimoniale e
l’entità, ridicolmente bassa della sovratassa sui capitali scudati.
Costruire percorsi unitari significa per noi, cimentarsi su un
progetto di futuro. Significa, prima di tutto ridisegnare in radice la
costruzione europea e intanto da subito battersi perché si faccia la
sola scelta in grado di contrastare realmente ed immediatamente la
speculazione. Come andiamo dicendo almeno dalla crisi greca, se la BCE
non si comporterà come fanno tutte le Banche Centrali del mondo a
partire dalla Federal Reserve negli Stati Uniti, acquistando
direttamente titoli di stato dei paesi membri, la speculazione
continuerà, con il ricatto emergenziale che sequestra la politica e la
democrazia.
Accanto a questo dovremmo scegliere alcuni obiettivi su cui è fare congiuntamente battaglia politica:
-una patrimoniale, sul modello di quella presentata qualche tempo dalla CGIL, con la previsione della tassazione progressiva a partire dall’1% dei patrimoni immobiliari e finanziari e l’esenzione della fasce fino agli 800.000 euro, in grado di produrre un gettito di quasi 20 miliardi.
- l’aumento al 15% della sovratassa sui capitali scudati, per un gettito di almeno 15 miliardi.
- misure di reale contrasto ad un’evasione fiscale stimata in oltre 120 miliardi e vera anomalia del nostro paese rispetto all’Europa
- il taglio drastico delle spese militari: degli F35 con il loro costo pluriennale di 17 miliardi, ma anche della missione militare in Afghanistan, e degli organici di un esercito in cui i graduati sono più dei soldati semplici, come ci chiedono da tempo le associazioni pacifiste e che potrebbe produrre risorse annue per almeno 4 miliardi.
-il blocco delle grandi opere inutili e dannose, come la TAV in Val Susa con i suoi 17 miliardi di oneri per il bilancio pubblico o il terzo Valico della Milano Genova che impatta per 6 miliardi, come avvio di un ripensamento complessivo di quelle grandi opere di cui il governo Monti vuole invece accelerare la approvazione.
- il taglio dei privilegi della politica, che potrebbe portare risorse per almeno 2 miliardi, senza fare operazioni, come quella sulle Province, che sono invece tagli alla democrazia.
-la richiesta di porre un tetto drastico a 5000 euro alle pensioni d’oro e ad ogni cumulo pensionistico.
-una patrimoniale, sul modello di quella presentata qualche tempo dalla CGIL, con la previsione della tassazione progressiva a partire dall’1% dei patrimoni immobiliari e finanziari e l’esenzione della fasce fino agli 800.000 euro, in grado di produrre un gettito di quasi 20 miliardi.
- l’aumento al 15% della sovratassa sui capitali scudati, per un gettito di almeno 15 miliardi.
- misure di reale contrasto ad un’evasione fiscale stimata in oltre 120 miliardi e vera anomalia del nostro paese rispetto all’Europa
- il taglio drastico delle spese militari: degli F35 con il loro costo pluriennale di 17 miliardi, ma anche della missione militare in Afghanistan, e degli organici di un esercito in cui i graduati sono più dei soldati semplici, come ci chiedono da tempo le associazioni pacifiste e che potrebbe produrre risorse annue per almeno 4 miliardi.
-il blocco delle grandi opere inutili e dannose, come la TAV in Val Susa con i suoi 17 miliardi di oneri per il bilancio pubblico o il terzo Valico della Milano Genova che impatta per 6 miliardi, come avvio di un ripensamento complessivo di quelle grandi opere di cui il governo Monti vuole invece accelerare la approvazione.
- il taglio dei privilegi della politica, che potrebbe portare risorse per almeno 2 miliardi, senza fare operazioni, come quella sulle Province, che sono invece tagli alla democrazia.
-la richiesta di porre un tetto drastico a 5000 euro alle pensioni d’oro e ad ogni cumulo pensionistico.
Sono poche semplici proposte, non solo per impedire il massacro
sociale che si prospetta, ma che consentirebbero anche di fare un piano
per la buona occupazione, le politiche industriali, la riconversione
ambientale e sociale dell’economia. Un modello alternativo a quello
dell’attacco micidiale dell’articolo 8 e della nuova manomissione
annunciata. Che consentirebbero, non di distruggere, ma di riqualificare
ed ampliare il welfare, a partire dalla necessaria introduzione di un
reddito sociale minimo.
Crediamo che sia sempre più urgente discutere nel merito di proposte
e percorsi unitari. Di opposizione e di progetto dell’alternativa. E’
questo il mandato anche del nostro ultimo congresso. Per questo vi
propongo di definire unitariamente un luogo, in cui le forze politiche
insieme con le associazioni, i movimenti, il protagonismo di tante e
tanti singoli, possano ricostruire una credibile proposta di
alternativa.
In attesa di un vostro riscontro.
Un caro saluto, Paolo Ferrero
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