«Il
Consiglio politico della Federazione della Sinistra, ribadisce
l'opposizione al governo Monti. La manovra è una stangata che non
presenta segni di discontinuità rispetto alle politiche economiche e
sociali del governo Berlusconi e ci avvicina alla situazione della
Grecia. Grava pesantemente su lavoratori, pensionati, giovani mentre
salvaguarda i grandi patrimoni, gli speculatori, i grandi evasori». È
quanto dichiara il portavoce della Federazione della Sinistra Massimo
Rossi in una nota. La Federazione della Sinistra, che aderisce allo
sciopero generale del 12 dicembre, esprime inoltre «vivo allarme e netta
contrarietà rispetto ai contenuti del nuovo patto europeo deciso a
Bruxelles nei giorni scorsi perchè prevede un ulteriore restrizione
delle politiche di bilancio che si sono rivelate socialmente inique ed
economicamente recessive». Ma il nuovo patto è sbagliato, prosegue
Rossi, anche perchè comporta «un ulteriore riduzione della democrazia,
togliendo ai Parlamenti e attribuendo alle tecnocrazie europee decisioni
che riguardano l'avvenire dei popoli del continente». Fds è contraria
anche all'introduzione in Costituzione del vincolo di pareggio di
bilancio. Su questo, dice Rossi, si facciano votare gli italiani con un
referendum.
Documento del Consiglio politico della Federazione della Sinistra
Il Consiglio politico della Federazione della Sinistra, riunito a Roma il 10 dicembre 2011 ribadisce la propria collocazione all’opposizione del governo Monti.
Documento del Consiglio politico della Federazione della Sinistra
Il Consiglio politico della Federazione della Sinistra, riunito a Roma il 10 dicembre 2011 ribadisce la propria collocazione all’opposizione del governo Monti.
Tale giudizio si conferma viste le caratteristiche della manovra
predisposta dall’esecutivo, una stangata in che non presenta segni di
discontinuità rispetto alle politiche economiche e sociali del governo
Berlusconi, nè mantiene i promessi segnali di equità sociale. Grava
pesantemente sulle lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani
mentre salvaguarda i grandi patrimoni, i grandi speculatori, i grandi
evasori.
E’ vergognoso l’intervento sulle pensioni. Si porta da subito il
periodo contributivo a 42 anni e un mese, prevedendo che cresca di un
altro mese ogni anno futuro, e si aboliscono le quote cioè la somma tra
età ed anni di lavoro. Ci si accanisce ancora una volta con le donne che
hanno sopportato per tutta la vita anche la fatica del lavoro domestico
e di cura.
Si portano tutti al contributivo diminuendo pensioni già basse e si
blocca la rivalutazione delle pensioni al costo della vita per pensioni
da anni non più agganciate all’aumento delle retribuzioni.
Per giustificare questi interventi, si è preparato il terreno raccontando molte falsità.
E’ falso che l’Italia spenda per le pensioni più del resto d’Europa
ed il bilancio dell’Inps è in attivo ormai da anni. E’ vero invece che
il sistema previdenziale è iniquo, perché i fondi dei lavoratori
dipendenti, dei parasubordinati e quelli per la cassa integrazione, con i
loro attivi coprono i passivi degli altri fondi a partire da quelli dei
dirigenti, su cui non c’è nessun intervento. Così accade che ci siano
pensioni da, 90.246 euro al mese, che prendono dall’INPS ogni 48 ore
quanto un pensionato al minimo prende in un anno!
Intervenire ancora per fare cassa sulle pensioni dei lavoratori è
intollerabile. Così come è inaccettabile l’attacco continuo sui
lavoratori pubblici. Tagliare ancora, invece di preoccuparsi di
assicurare oggi un reddito sociale e domani una pensione decente per i
lavoratori precari e i giovani, altrimenti condannati alla miseria, è
scandaloso.
E’ inaccettabile tagliare ancora su Regioni ed Enti Locali. Si
tagliano altri 5 miliardi da subito, 6,5 dal 2012. Sono tagli ai servizi
sociali, agli asili nido, alla non autosufficienza, alle politiche
abitative e del lavoro. E’ messa in discussione sempre di più la sanità
pubblica, già colpita da tagli per 13 miliardi al 2014. Inoltre nulla si
prevede per scuola e università, anzi si proclama la continuità con la
controriforma Gelmini.
E’ iniquo l’intervento sulla casa. La rivalutazione degli estimi
catastali, unito alla reintroduzione dell’ICI sulla prima casa colpirà
pesantemente le famiglie italiane. Si colpisce nel mucchio senza
tutelare i lavoratori e le fasce più deboli. Senza contare che non è
prevista alcuna estensione del pagamento dell’ICI sugli immobili
ecclesiastici utilizzati a fini di lucro.
E’ inaccettabile che si varino nuove privatizzazioni e
liberalizzazioni. Contro 27 milioni di italiani che hanno votato al
referendum contro le privatizzazioni dell’acqua e dei servizi pubblici
locali, si va avanti su quella strada. Il governo vuole privatizzare i
beni comuni e rimuovere ogni residuo intervento pubblico in economia e
nei settori strategici. Il taglio sui trasporti e la drammatica vicenda
Fincantieri sono li a dimostrarlo.
Così come è inaccettabile l’ulteriore aumento dei carburanti.
Per uscire dalla crisi era possibile e necessario fare altre scelte,
in primo luogo la patrimoniale e una tassa adeguata sui capitali
scudati. Con una patrimoniale progressiva a partire dall’1% sopra il
milione di euro si potevano e possono reperire 20 miliardi di risorse
colpendo solo il 5% della popolazione più ricca. Con una tassa sui
capitali scudati del 15% e non dell’1,5% si potevano e possono reperire
15 miliardi, colpendo i grandi evasori e le loro attività illecite.
E’ inaccettabile che non siano previsti tagli alle spese militari e
che non venga bloccato l’assurdo acquisto di cacciabombardieri e che non
si ponga fine alle deleterie missioni di guerra all’estero. Così come è
inaccettabile che non sia prevista la messa all’asta le frequenze
televisive che da sole potrebbero determinare alcuni miliardi di
introiti.
Monti in Europa si schiera con la Merkel contro la sola vera
possibilità di combattere la speculazione, che passa dall’ obbligo per
la BCE di acquistare direttamente i titoli di stato dei paesi membri
come fa la FED negli USA. In Italia si schiera con i ricchi contro il
lavoro. La manovra è iniqua e recessiva: peggiorerà la crisi, e ci
avvicina alla situazione della Grecia. L’esatto contrario di quanto
viene la maggioranza di governo ci vuole far credere.
La Federazione della Sinistra esprime inoltre vivo allarme e netta
contrarietà rispetto ai contenuti del nuovo patto europeo deciso a
Bruxelles nei giorni scorsi. Esso prevede un ulteriore restrizione delle
politiche di bilancio - che si sono rivelate socialmente inique ed
economicamente recessive – ed un ulteriore riduzione della democrazia,
togliendo ai parlamenti ed attribuendo alle tecnocrazie europee
decisioni che riguardano l’avvenire dei popoli del continente.
Analogamente si esprime contrarietà riguardo l’introduzione in
Costituzione del vincolo di pareggio di bilancio. Si chiede che queste
decisione siano sottoposte al voto degli italiani con un referendum
secondo le procedure previste dalla Costituzione. Questo è tanto più
necessario in quanto agli italiani è stato sottratto il diritto di
decidere in libere elezioni quale governo e quali indirizzi politici
dare al paese dopo il fallimento delle destre e la crisi del governo
Berlusconi.
Per contrastare questa manovra la Federazione della Sinistra sostiene
lo sciopero generale di lunedì 12 e impegna tutte e tutti i suoi
iscritti a parteciparvi attivamente, contro il governo Monti e il
modello di relazioni sociali voluto da Marchionne.
Allo stesso tempo la Federazione della Sinistra rilancia la proposta
di costruire un patto di consultazione tra tutte le forze politiche che
si pongano all’opposizione del governo Monti da sinistra, in parlamento e
fuori da esso. Così come la FdS si impegna a partecipare con le proprie
proposte alle diverse istanze di movimento che si oppongono alle
politiche neoliberiste del governo Monti e della UE, sia in sede
italiana che europea.
In questa prospettiva la FdS organizza per domenica 18 dicembre a
Roma una assemblea aperta a tutte le forze politiche e sociali che
vogliono operare per costruire unitariamente l’opposizione da sinistra
alla politica del governo Monti.
Il Consiglio politico della FdS da quindi mandato al Coordinamento
nazionale e al suo portavoce di mettere in atto tutte le iniziative
politiche che possano oggi rafforzare l’opposizione da sinistra al
governo.
Il Consiglio Politico da altresì mandato al Coordinamento di istruire
una prossima riunione per definire il rilancio della Federazione.
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