Lo slogan con cui verrà presentata la raccolta firme per il referendum elettorale recita "contro il parlamento dei nominati". Trascura il particolare non secondario che, ove il quesito ottenesse la maggioranza dei voti e il quorum, il risultato sarebbe un sistema elettorale uninominale maggioritario. Anche il parlamento eletto con collegi uninominali è un parlamento di nominati! Mai sentito parlare di collegi sicuri? Se la tua coalizione candida uno stronzo o ti astieni o devi votare per l'opposto schieramento. Il referendum su cui raccoglieranno le firme Veltroni, Sel e IdV è un referendum per il bipolarismo + che contro il porcellum (infatti è stato pensato per bloccare il referendum proporzionalista).
L'uninominale maggioritario costringe alle coalizioni forzate perchè un partito che stia fuori da una delle due coalizioni principali e che totalizzasse anche milioni di voti su scala nazionale (persino superando il 10%) arriverebbe sempre terzo e sarebbe escluso dal parlamento come accaduto per anni in Gran Bretagna alle forze a sinistra del Labour di Blair e ai Verdi.
Paradossalmente è un sistema che favorisce la Lega che essendo un partito territoriale pur avendo una percentuale non elevatissima su scala nazionale nei collegi di alcune regioni è fortissima.
Nel caso di Veltroni e Di Pietro si tratta di un referendum coerente con la loro storia, nel caso di Sel si rinnegano venti anni di battaglie proporzionaliste. Triste e cinica replica dell'occhettismo. Anche allora si abbandonò prima il riferimento al comunismo, poi si abbracciò il maggioritario di Mario Segni (anche oggi tra i sostenitori del referendum).
Credo che anche questa vicenda dimostri che il progetto di Sel non sia quello di una Linke italiana come pensavano molti ingenui sostenitori ma un rebranding per il progetto veltroniano e debenedettiano di una sinistra che assuma fino in fondo le sembianze del partito democratico americano. Il concetto di re-branding la trovate in un articolo recente di Naomi Klein su Obama e i dieci anni di No Logo ma si adatta molto bene all'endorsement che Nichi ha ricevuto dall'informazione mainstream di area centrosinistra.
La critica della sinistra radical americana ha insistito molto su questo punto: il duopolio politico americano si e’ evoluto in due partiti, sostanzialmente conservatori, che sono uno la replica dell’altro e in cui gli unici elementi di differenza riguardano aspetti marginali. Una buona descrizione di centrodestra e centrosinistra nel loro alternarsi al governo della penisola. Se non avete voglia di leggere i libri di Chomsky o di Zinn consiglio la visione di film come The Corporation o Sicko di Michael Moore.
La vittoria di Obama ha suscitato giustificati entusiasmi come tutte le sorprese imprevedibili ma dopo l'euforia mi pare che sia venuto fuori in maniera lampante che la gabbia rappresentata da un sistema politico come quello americano abbia sostanzialmente frustrato le speranze riposte nel supercandidato.
I sistemi politici europei saranno meno euforizzanti delle primarie americane e delle conventions (di cui una volta ci entusiasmavano a sinistra solo le contestazioni all'esterno) però hanno avuto una capacità di garantire pluralismo e diritti sociali inimmaginabili negli States che hanno un'aspettativa media di vita più bassa non solo dell'Italia ma persino di Cuba.
Ovviamente non idealizzo la proporzionale e l'Europa e nemmeno i partiti del movimento operaio però credo sia suicida investire su un bipolarismo che è di gran lunga l'architettura istituzionale più impermeabile alle istanze delle classi subalterne.
Paradossalmente è un sistema che favorisce la Lega che essendo un partito territoriale pur avendo una percentuale non elevatissima su scala nazionale nei collegi di alcune regioni è fortissima.
Nel caso di Veltroni e Di Pietro si tratta di un referendum coerente con la loro storia, nel caso di Sel si rinnegano venti anni di battaglie proporzionaliste. Triste e cinica replica dell'occhettismo. Anche allora si abbandonò prima il riferimento al comunismo, poi si abbracciò il maggioritario di Mario Segni (anche oggi tra i sostenitori del referendum).
Credo che anche questa vicenda dimostri che il progetto di Sel non sia quello di una Linke italiana come pensavano molti ingenui sostenitori ma un rebranding per il progetto veltroniano e debenedettiano di una sinistra che assuma fino in fondo le sembianze del partito democratico americano. Il concetto di re-branding la trovate in un articolo recente di Naomi Klein su Obama e i dieci anni di No Logo ma si adatta molto bene all'endorsement che Nichi ha ricevuto dall'informazione mainstream di area centrosinistra.
La critica della sinistra radical americana ha insistito molto su questo punto: il duopolio politico americano si e’ evoluto in due partiti, sostanzialmente conservatori, che sono uno la replica dell’altro e in cui gli unici elementi di differenza riguardano aspetti marginali. Una buona descrizione di centrodestra e centrosinistra nel loro alternarsi al governo della penisola. Se non avete voglia di leggere i libri di Chomsky o di Zinn consiglio la visione di film come The Corporation o Sicko di Michael Moore.
La vittoria di Obama ha suscitato giustificati entusiasmi come tutte le sorprese imprevedibili ma dopo l'euforia mi pare che sia venuto fuori in maniera lampante che la gabbia rappresentata da un sistema politico come quello americano abbia sostanzialmente frustrato le speranze riposte nel supercandidato.
I sistemi politici europei saranno meno euforizzanti delle primarie americane e delle conventions (di cui una volta ci entusiasmavano a sinistra solo le contestazioni all'esterno) però hanno avuto una capacità di garantire pluralismo e diritti sociali inimmaginabili negli States che hanno un'aspettativa media di vita più bassa non solo dell'Italia ma persino di Cuba.
Ovviamente non idealizzo la proporzionale e l'Europa e nemmeno i partiti del movimento operaio però credo sia suicida investire su un bipolarismo che è di gran lunga l'architettura istituzionale più impermeabile alle istanze delle classi subalterne.
Maurizio Acerbo
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