giovedì 25 agosto 2011

Con la Cgil, contro governo e politiche europee


di Paolo Ferrero (Liberazione del 26 agosto 2011)
Gli attacchi alla Cgil per aver dichiarato sciopero il 6 di settembre sono semplicemente vergognosi. Sono la reazione rabbiosa di una classe dirigente che, consapevole del suo fallimento, gioca tutte le sue carte sull’unanimità, sull’Union Sacree. Come fa John Elkann, rampollo della famiglia più assistita d’Italia, che richiama all’unità. Ma quale unità se la vostra manovra è un disgustoso miscuglio di politiche che non sfiorano nemmeno i privilegi di classe e di casta e scaricano i costi della crisi per intero sul mondo del lavoro, sui giovani, sul popolo? Una manovra iniqua e recessiva, che non serve a nulla contro la speculazione finanziaria. Il fatto che sia stata benedetta dal Presidente della Repubblica non sposta di un millimetro il problema: questa è una manovra di classe, degli italiani ricchi contro la grande maggioranza degli italiani.
Contro questa manovra lo sciopero è solo un primo passo. Noi dobbiamo lavorare alla sua riuscita e dobbiamo porre con forza i nostri contenuti: dalla raccolta di firme per la patrimoniale e sulla piattaforma alternativa, alla contestazione radicale delle politiche europee. Il nodo politico è tenere insieme mobilitazione sociale e contenuti chiari per uscire dalle politiche neoliberiste, superando gli sbandamenti della stessa Cgil. Dobbiamo costruire la consapevole ribellione civile del popolo italiano contro il neoliberismo e il suo fallimento. Per questo serve lo sciopero: per aggregare una soggettività che solo nella lotta può esprimere la propria autonomia, dal governo, dai padroni e dall’Europa. Perché l’altro nemico, oltre a governo e padroni, è quest’Europa. Berlusconi non è che il maldestro esecutore delle deliranti politiche europee che stanno ingrassando gli speculatori e portando in recessione tutto il continente. Nessuna unità con questi signori che favoriscono i ricchi e gli speculatori e fanno pagare il conto ai lavoratori. Serve invece l’unità di tutti i popoli europei contro queste classi dirigenti. Serve l’unità di classe per porre, in tutta Europa, il tema dell’uscita dalle politiche neoliberiste e dal capitalismo, che ha fallito. Per questo il 6 settembre cominciamo con lo sciopero generale e - oltre a tante altre iniziative - il 15 ottobre saremo in piazza per la manifestazione europea proposta dagli indignados spagnoli. In questo contesto, è gravissima l’assenza del Pd. Non ha preso posizione come partito e qualche suo esponente ha criticato la Cgil. Ma come pensano di cambiarla la manovra? Convincendo Berlusconi nel dibattito parlamentare? Questa manovra si può cambiare solo con la lotta. Oggi la sinistra non c’è in parlamento; occorre costruirla nelle piazze, contro questa manovra, contro le politiche europee. Facciamo del movimento contro la manovra e le politiche europee la vera costituente della sinistra italiana.

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