La Segreteria Provinciale di Rifondazione comunista di Perugia valuta in maniera fortemente negativa la manovra finanziaria proposta dal governo. Continuiamo ad assistere nel nostro paese ad un attacco pesante al lavoro, allo stato sociale e ai diritti in favore delle rendite, dei patrimoni e delle speculazioni finanziarie. I provvedimenti finanziari proposti dal governo sotto la dettatura degli interessi dell’Europa neoliberista dei banchieri e di Trichet scaricano i costi della crisi e la ristrutturazione su base mondiale del capitalismo finanziario sulle fasce più deboli della società. Le ricette sono sempre le stesse: oltre ai tagli allo stato sociale, ai servizi pubblici, ai contributi sugli affitti, ai trasporti pubblici, l’obiettivo del governo resta quello di svuotare le casse di Comuni, Province e Regioni, privatizzare per gli interessi degli amici di turno, e attaccare salari e diritti con il salto di qualità di un ulteriore intervento sull’aumento dell’età pensionabile che consideriamo del tutto inaccettabile. La soppressione di fatto delle festività laiche nazionali (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) oltre a rappresentare un atto i cui benefici economici sono irrisori, dimostra chiaramente l'arroganza insipida di un governo reazionario e revisionista. Si pensi solo che, mentre siamo in assenza di qualsiasi provvedimento contro l'evasione fiscale, di tassazione sui grandi patrimoni e di benché minimo accenno a togliere i privilegi fiscali alla chiesa cattolica, il presunto “contributo di solidarietà” a carico di chi guadagna 12.000 euro al mese (156.000 euro l’anno) costerà meno di 50 euro al mese: una vera e propria presa in giro.
Non solo, mentre si vorrebbero toccare nuovamente le pensioni, il governo non fa niente per tagliare i costi impropri della politica, a partire dai vitalizi.
La manovra attacca poi in maniera evidente le stesse istituzioni democratiche con tagli ulteriori alla rappresentanza nelle assemblee elettive e con provvedimenti di soppressione di Province e Comuni. In altri termini siamo di fronte ad un pericoloso attacco all’autonomia degli enti locali che ne mette in discussione il ruolo positivo di ente di prossimità più vicino ai bisogni dei cittadini ed è anche un attacco diretto alle condizioni di vita dei cittadini più deboli che pagheranno i costi di questa politica con tagli pesanti allo stato sociale. In questo senso rimaniamo assolutamente contrari alla soppressione di Province e Comuni, sacrificati sull'altare dei numeri, mentre di fatto verranno ulteriormente ridotte soltanto rappresentanza e democrazia, non certo gli sprechi. In questo senso riteniamo sbagliato il dibattito che si è aperto sulla vicenda della Provincia di Terni, che, oltre ad essere inopportuno nel considerare storie locali, territori e cittadini come pedine, connota sul piano politico un atteggiamento difensivo e rassegnato. La Provincia di Terni per funzioni e storia non va semplicemente soppressa. E comunque, poiché Province e Comuni sono enti costituzionalmente definiti, questa discussione non è a disposizione delle funzioni della Regione dell’Umbria, la quale deve invece continuare ad operare in maniera positiva rispetto alle necessarie riforme di sistema di sua competenza per la riqualificazione della spesa. Serve invece un contrasto complessivo delle Istituzioni umbre contro la manovra del governo, non stati generali, assemblee costituenti o autoconvocazioni che si rimpallano. Proponiamo invece una risposta unitaria, forte e chiara del mondo delle autonomie e di tutti i Comuni, le due Province e la Regione dell’Umbria rispetto ad un pronunciamento chiaro nelle proprie assisi contro questa manovra iniqua e sciagurata.
Nel dichiarare infine il nostro appoggio alle due giornate di mobilitazione straordinaria indette per il 5 e il 6 settembre dalla Fiom, annunciamo l'avvio di una raccolta di firme, che si articolerà in tutto il territorio provinciale, su una petizione che rappresenta una manovra alternativa a quella del governo. La nostra manovra permetterebbe di azzerare i tagli allo stato sociale, alle regioni e agli enti locali, alle pensioni, di mantenere le festività soppresse e di destinare risorse per il reddito sociale per i disoccupati:
- Tassa Patrimoniale sulle ricchezze al di sopra del milione di euro
- Lotta all’evasione fiscale anche facendo pagare per intero le tasse a chi ha usato lo scudo fiscale
- Dimezzare le spese militari e smettere la guerra in Afghanistan e Libia
- Dimezzare gli stipendi delle caste e mettere un tetto agli stipendi dei manager
- Obbligare le aziende che delocalizzano a restituire i finanziamenti pubblici
- Bloccare le grandi opere inutili come la TAV e il Ponte sullo Stretto e sviluppare le energie alternative
Queste sono le nostre proposte per difendere la democrazia, la Costituzione, i diritti, i beni comuni e lo stato sociale ad ogni livello.
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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