Sono oramai più di venti anni che assistiamo nel nostro paese ad un sostanziale attacco al lavoro in favore delle rendite, dei patrimoni e delle speculazioni finanziarie. Non solo. Il neoliberismo dei paradisi fiscali ha determinato l'assenza di politiche industriali innovative a tutto vantaggio delle delocalizzazioni d'impresa e di una forte precarizzazione del lavoro e della vita, con l'unico risultato di una povertà dilagante.
Il governo, di fatto commissariato dalle banche e da Trichet, con l'attuale manovra antipopolare e antidemocratica continua nei fatti concreti a scaricare il fallimento dell'Europa del pensiero unico sulle fasce più deboli della società. Basti pensare ai tagli allo stato sociale, ai servizi pubblici locali, ai contributi sugli affitti, ai trasporti pubblici. La ricetta è la stessa che ha causato la crisi: svuotare le casse di comuni province e regioni, privatizzare, magari per gli interessi dei piduisti di turno, e attaccare salari, pensioni e diritti. E' del tutto evidente poi l'arroganza insipida della soppressione di fatto delle festività laiche nazionali, così come la proposta di riduzione della rappresentanza democratica nelle assemblee elettive. Peggio. Il presunto “contributo di solidarietà” che, ad esempio, a chi guadagna 12.000 euro al mese (156.000 euro l’anno) costerà meno di 50 euro al mese (il 10% della quota eccedente i 150.000 euro l’anno) è semplicemente una presa in giro.
Anche nel nostro territorio le ricadute di questa manovra saranno pesantissime. Di certo occorre una risposta complessiva contro il vero responsabile dell'attuale drammattica situazione: il neoliberismo. Noi pensiamo che sia necessario sollevare l’opposizione a questa macelleria sociale nei luoghi di lavoro e nei territori.
Per questo annunciamo l'avvio di una raccolta di firme, che si articolerà in tutto il territorio provinciale, su una petizione che rappresenta una manovra alternativa a quella del governo. La nostra manovra permetterebbe di azzerare i tagli allo stato sociale, alle regioni e agli enti locali, alle pensioni, di mantenere le festività soppresse e di destinare risorse per il reddito sociale per i disoccupati:
- Tassa Patrimoniale sulle ricchezze al di sopra del milione di euro
- Lotta all’evasione fiscale anche facendo pagare per intero le tasse a chi ha usato lo scudo fiscale
- Dimezzare le spese militari e smettere la guerra in Afghanistan e Libia
- Dimezzare gli stipendi delle caste e mettere un tetto agli stipendi dei manager
- Obbligare le aziende che delocalizzano a restituire i finanziamenti pubblici
- Bloccare le grandi opere inutili come la TAV e il Ponte sullo Stretto e sviluppare le energie alternative
Queste sono le nostre proposte per difendere la democrazia, la Costituzione, i diritti, i beni comuni e lo stato sociale ad ogni livello.
Enrico Flamini,
Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia
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