di Fabio Amato, candidato nel collegio Centro lista Tsipras
Gli ultimi dati sulla disoccupazione parlano da soli: l’Italia è in deflazione e sempre più persone sono senza lavoro. Questo è il risultato delle becere politiche di austerità e neoliberiste di questi anni, che non fanno altro che far crescere il numero di disoccupati : 13 %, il record dal 1977, la disoccupazione giovanile al 43%.
Complimenti ai governi Berlusconi, Monti, Letta e adesso Renzi, che in questi anni non hanno fatto alcuna politica per il lavoro, ma solo pensato ad obbedire ai diktat dell’Unione Europea sul risanamento dei conti e alle loro raccomandazioni di “riforma” del mercato del lavoro. Riforme che hanno significato, come anche l’ultima di Renzi, la continua estensione di contratti precari per rendere più ricattabili anche quei pochi che trovano occupazione. La favola secondo la quale a maggiore flessibilità avrebbe corrisposto più occupazione è la bugia con cui da vent’anni balcanizzano il lavoro, rendendo tutti più poveri e precari, senza creare occupazione. Non sarà diverso per quanto sta facendo Renzi.
Perché l’occupazione non si crea distruggendo diritti, ma facendo investimenti. Perché il libero mercato riduce il lavoro a merce e le persone a numeri, e poco importa, a lor signori, se ci sono milioni di disoccupati. Anzi, l’esercito di riserva di milioni di senza lavoro è la condizione migliore per ricattare e farti accettare di non avere più diritti, di perdere salario, di non avere una pensione e di garantire maggiori profitti per pochi. Questa Europa va cambiata subito. La sua insensata e folle politica di rigore sta creando un presente e un futuro da incubo per intere generazioni. Va cambiata in modo radicale e netto. Le risorse per un piano per il lavoro e per un reddito sociale, anche europeo, ci sarebbero.
Manca la volontà politica per farlo e per prendere le risorse a quella minoranza di popolazione che, in Italia come nel resto di Europa, si è arricchita accumulando inaudite ricchezze. Perché si usa la crisi per ridefinire in modo brutale i rapporti sociali, facendo pagare ai popoli la crisi e salvare chi l’ha causata. Invece che creare occupazione con investimenti pubblici per una riconversione ecologica e sociale dell’economia, si continuano ad applicare tagli allo stato sociale, alla scuola, sanità, cultura, comunque trovando sempre risorse per aiutare le banche e a difendere i privilegi della disuguaglianza che cresce in tutto il continente.
Altro che riforma del Senato, la priorità è il lavoro che non c’è più. In Italia come nel resto d’Europa. Bisogna avere il coraggio di dire basta all’austerità. Occorre disobbedire a questa Europa dei ragionieri della finanza e dell’ortodossia monetarista. Abolire il Fiscal compact e i trattati neoliberisti che impongono politiche economiche sbagliate e antipopolari, il cui esito non può essere che quello di aumentare ancor più disoccupazione e precarietà. Per questo, va sostenuta l’Altra Europa con Tsipras. Per cambiare davvero questa Europa, scardinandone gli equilibri politici e la grande coalizione delle banche, per costruire un’Europa del lavoro e della giustizia sociale
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