Questo il tema della Conferenza organizzata a Bruxelles il 10 aprile
dal Partito della Sinistra Europea e dalla Fondazione Transform-Europa
,un momento di approfondimento e di confronto con sindacalisti
,economisti ,intellettuali e rappresentanti dei movimenti sociali con il
duplice scopo di argomentare in modo più articolato e pluridisciplinare
il punto più caratterizzante del Partito della Se della prossima
campagna elettorale cioè ,Stop alla austerità e per rendere sempre più
precise le scelte di politica economica che rendono possibile la fine di
queste politiche aggredendo il mantra del debito pubblico.
Ormai il fallimento delle politiche di austerità anche in rapporto
all’obiettivo della diminuzione del debito è condiviso da dirigenti ed
economisti non solo di sinistra. L’Humanitè ha rivelato che Jean In’T
Velt un economista di rilievo della Commissione Europea ha compilato un
rapporto che misura gli effetti delle politiche di
austerità:recessione,distruzione dei comparti produttivi,dei servizi
pubblici,povertà,disoccupazione,povertà e crescita esponenziale del
debito ;in Grecia il debito è passato da 120% del 2009 a 175% del 2013.
Così l’economista greca Elena Papadopoulou dell’Istituto Nikos
Poulantzas ha dimostrato come la crisi sia stata una occasione per le
classi dirigenti europee per ridefinire i rapporti di forza fra le
classi con il pretesto del debito. Alexis Tsipras ha ribadito che il
problema del debito pubblico è il cuore della crisi,perché è stato usato
per demolire lo stato sociale ,ridurre salari pensioni e diritti,con il
ricatto della fine dei finanziamenti europei. Ma intanto i profitti
sono aumentati in modo impressionante e sono nelle mani di un numero
sempre più ristretto di persone La Grecia è tornata il 10 aprile sui
mercati finanziari,mossa puramente elettorale perché sarà vittima del
debito e degli interessi fino al 2020.Un disastro umanitario che è già
in atto. 27 milioni di disoccupati in Europa Ma questo non è un destino
immutabile ,a questo ci dobbiamo ribellare capovolgere l’ordine del
discorso politico.
Siamo gli unici,noi della Sinistra Europea che abbiamo una analisi
approfondita del debito, delle sue cause e delle sue specificità
nazionali :dalla Grecia alla Turchia ,al Portogallo,all’Italia sappiamo
come e perché si è generato. Alberto Garzon di Izquierda Unida ha
illustrato la genesi della crisi arrivata con un debito pubblico
bassissimo dopo il cosiddetto “miracolo spagnolo” cresciuto con le
grandi opere e la cementificazione selvaggia ,la centralità di
investimenti nella edilizia e la successiva bolla immobiliare.
Pierre Laurent ha denunciato lo strapotere della finanza e il ruolo
che lo statuto della BCE ha come strumento di questo strapotere .Far
cadere la Bastiglia del neoliberismo significa porre fine
all’austerità,ristrutturare il debito, lanciare un nuovo New Deal e
costruire in Europa un modello economico ecologico,sociale e
democratico.
Ristrutturare il debito si può: è già stato fatto. Per questo sono
stati chiamati alla conferenza compagni e studiosi di paesi che hanno
attraversato l’esperienza della crisi economica e della ristrutturazione
del debito in tempi recenti come Argentina ,Islanda e Ecuador. Il loro
percorso evoca lo svilupparsi di una grande opposizione politica e
sociale , la capacità di analizzare la composizione del debito ,la
costruzione giuridica e del consenso di massa alle motivazioni per cui
parte del debito può anche non essere pagato,perché illegittimo. Nella
commissione di studio creata da Correa per valutare la legittimità delle
operazioni di credito concesso allo Stato sudamericano si è riflettuto
giuridicamente sullo “stato di necessità “ e sul carattere “odioso” del
debito derivato da interessi usurai ,tutte argomentazioni che sono
servite al tavolo delle trattative con il Fondo Monetario.
La ristrutturazione del debito in Ecuador non è stato solo un fatto
nazionale è avvenuta nel contesto del laboratorio delle sinistre
latino-americane al governo e dei loro tentativi di uscire dal sistema
economico capitalista. Rafael Correa si è distinto per il suo impegno
nel concretizzare una Nuova Architettura Finanziaria Internazionale
(NAFI). La riuscita della cosiddetta “Proposta ecuadoriana” significa
una svolta per il continente sul fronte della dipendenza dai giochi
finanziari internazionali e in particolare dalla gogna del debito
estero.
La ristrutturazione del debito è stata insomma l’inizio di un
percorso che libera risorse,costruisce spazi e opportunità marginalizza
la conservazione e la destra .
La proposta del partito della Sinistra Europea di una convenzione
europea sul debito non fa quindi solo riferimento alla esperienza della
Conferenza di Londra del 1953 che alleviò i debiti della Germania ,ma ad
avvenimenti recenti e a prassi politiche già sperimentate feconde per
la sinistra. Questa ristrutturazione europea del debito passa per la
invalidazione o la revoca di tutti quei trattati a partire dal Fiscal
Compact che lo usano come vincolo per orientare i bilanci nazionali .
Liberati da questo pilota automatico ,le sovranità nazionali non
saranno umiliate e invece di correre come oggi si fa verso una crisi
sempre più profonda e devastante ,si potrà uscire dalla crisi che è
crisi del modello capitalistico neoliberista con la ricerca di un nuovo
modello economico e sociale non centrato sul profitto.
Questo è ciò che si gioca nelle prossime elezioni europee.
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