Federico Santi, 40 anni, ingegnere e marscianese doc, è il candidato
della coalizione “L’Altra Marsciano” per le elezioni del Comune di
Marsciano. Lo abbiamo intervistato.
Allora Federico, le elezioni si avvicinano. Come nasce la tua candidatura?
La mia candidatura nasce da un percorso partecipato spontaneo di 3
assemblee in cui si è parlato prevalentemente di programma. Queste
assemblee sono state la naturale conclusione di un percorso politico che
in questi 5 anni è stato promosso dal Circolo di Rifondazione ‘Roberta
Bolli’ di Marsciano, come forza organizzata, e da un ampio settore
sociale di sinistra senza riferimenti politici: Feste, iniziative
politiche, raccolta firme, eventi culturali e impegno sociale. Purtroppo
una parte della coalizione che ha appoggiato Sabatin Ranieri 5 anni fa
ha preferito rinunciare al percorso partecipato, imponendo di fatto il
candidato, e di darsi un tono interamente e puramente civico escludendo
qualsiasi orientamento politico; questa dimensione della (non) politica
non ci interessa.
Pensi che anche dopo le elezioni l’unità della sinistra e dei movimenti andrà avanti?
Penso che la novità di questa operazione sia l’individuazione di un
metodo assembleare che non esclude le forze organizzate ma che risulta,
evidentemente, inclusivo per chi sia insofferente rispetto a quel tipo
di strutture. La percezione dei partecipanti, sostenuta da una prassi
adeguata, è che non ci sia nulla di predeterminato visto che a volte
compagni iscritti allo spesso partito hanno espresso opinioni differenti
mentre le soggettività non organizzate non si sono coalizzate
necessariamente contro il partito. In sostanza abbiamo trovato un luogo e
un metodo che ci permette di rimetterci con fiducia alle decisioni
comuni. Questa impressione è suffragata dal fatto che presenteremo due
liste alle prossime elezioni: una con ben impressi i simboli del lavoro e
l’altra più votata alla difesa ambientale e alle pratiche orizzontali.
Questi sono elementi che ci fanno sperare che l’esperienza non si interromperà dopo le elezioni.
Quale Marsciano hai in mente?
Quella che è scaturita da questa esperienza è molto chiara: nessuna
promessa roboante o la classica lista di critiche non costruttive ma
molte idee concrete per sviluppare un’idea di avanzamento del tessuto
industriale, artigianale e commerciale in chiave sostenibile associate a
proposte per la tenuta dei settori sociali emarginati da questa crisi.
La difesa dell’ambiente è il volano dell’unico sviluppo possibile dei
nostri territori: energie rinnovabili non speculative, proposta di Legge
rifiuti 0 con polo comunale del riuso, distribuzione delle terre
demaniali ai giovani disoccupati e cassintegrati, piano degli
investimenti votato alla manutenzione del territorio a alla
riqualificazione energetica degli edifici, difesa del ruolo pubblico
dell’educazione e dei servizi nella consapevolezza che sono
necessarie una riconosciuta competenza e la massima efficienza della
macchina comunale. Contemporaneamente dobbiamo fare in modo che anche le
tariffe comunali siano modulate con esenzioni e premialità nei riguardi
di chi, incolpevole, si trovi in situazione di forte disagio economico.
Siamo assolutamente convinti che una squadra disponibile e
prontaall’ascolto, al passo coi tempi e del tutto priva di legami
sottobanco con le rendite di posizione territoriali possa riuscire in
questo compito.
Come fare per favorire una nuova partecipazione dei cittadini alla politica?
Le fasi partecipative sono armi a doppio taglio: chi partecipa ed
esprime il suo punto di vista accetta di poter perdere il voto ma non
tollera, a ragione, che le decisioni concordate non siano rispettate
nella forma e nella sostanza.
Penso che l’unica risposta possibile siano una massima chiarezza e
una specchiata coerenza oltre che, chiaramente, la sensazione di una
concretezza che porti al miglioramento delle condizioni materiali e
immateriali della persone.
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