Tre
minuti di telegiornale sono tanti e diventano un’infinità quando invece
di dare informazioni hanno come unico oggetto quello di prendere per i
fondelli i disgraziati che sono davanti al piccolo schermo.
Davanti al caffellatte e magari a un
superstite frollino del mugnaio Banderas, gli italiani stamattina sono
stati condannati alla pena umiliante di sorbirsi l’epica delle auto blu
di Renzi, confezionata dagli Omeri delle redazioni con tanto di primi
piani trionfali sulle carrozzerie. Qualcosa che non si riesce a vedere
nemmeno in quei reality in cui si vendono macchine scassate o d’epoca.
In compenso l’Ucraina è scivolata verso le ultime posizioni anche perché
sarebbe difficile giustificare ai secondini dell’europeismo di maniera,
il fatto che metà della popolazione del Paese non ne vuole sapere del
golpe euro-americano.
La cosa curiosa è che trattandosi pur
sempre di telegiornali alla fine e quasi di sfuggita viene fuori che
tutta l’operazione è puramente di facciata e frutto di un populismo da
carrozzeria. Infatti la vendita delle auto blu su E Bay ha finora
fruttato le bellezza di 56 mila euro a fronte della gara appena conclusa
per l’acquisto di 210 vetture blindate per un valore di 25 milioni di
euro, nel quadro una convenzione che stanzia 70 milioni per
l’acquisizione di un parco macchine rinnovato.
In realtà le auto battute all’asta al mercatino di Renzi si era tentato di rifilarle alle forze dell’ordine, ma erano troppo vetuste e o inadatte al compito che si è dovuto ripiegare su questo teatrino dello smercio all’incanto, puntando sulle velleità di qualcuno che vuole adagiare il proprio lato B sugli stessi sedili usati Brunetta o La Russa: una soddisfazione imperdibile. Con la conseguenza che in ogni caso che i tutori dell’ordine dovranno dotarsi di vetture di servizio, il cui acquisto, ne siamo certi, avrà bisogno di un budget specifico. Ma forse questo non sarà riferito dei media di regime.
In realtà le auto battute all’asta al mercatino di Renzi si era tentato di rifilarle alle forze dell’ordine, ma erano troppo vetuste e o inadatte al compito che si è dovuto ripiegare su questo teatrino dello smercio all’incanto, puntando sulle velleità di qualcuno che vuole adagiare il proprio lato B sugli stessi sedili usati Brunetta o La Russa: una soddisfazione imperdibile. Con la conseguenza che in ogni caso che i tutori dell’ordine dovranno dotarsi di vetture di servizio, il cui acquisto, ne siamo certi, avrà bisogno di un budget specifico. Ma forse questo non sarà riferito dei media di regime.
Il diapason della narrazione è stato
raggiunto quando i compunti speaker hanno riferito del caso di successo
che ha dato vita all’operazione: la vendita di quattro auto del Comune
di Firenze, per un incasso complessivo di ben 18 mila euro. Se i nostri
informatori si fossero degnati di interessarsi più a lungo dell’Ucraina,
avrebbero scoperto che sostenere il colpo di stato a Kiev costerà
all’Ue non meno di 20 miliardi. E quindi di 3,8 miliardi messi
dell’Italia per la sua quota parte.
Purtroppo per racimolare la cifra non
sarà possibile vendere all’asta Renzi, i suoi ministri, l’anziano tycoon
non più cavaliere e nemmeno il tesoro della corona di re Giorgio I.
Sono catorci che non vuole nessuno.
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