domenica 1 giugno 2014

"Lista Tsipras ha grandi potenzialità, ma ora rompiamo i vincoli Ue". Intervista a Cremaschi

Qual è il tuo giudizio sui risultati usciti dalle urne del 25 maggio?
Il risultato complessivo ha un dato negativo che non si può nascondere, ovvero l’Italia è l’unico paese europeo dove un partito che ha votato il fiscal compact e che sostiene l’Europa nella forma più netta e radicale ottiene un forte successo. Un punto di valutazione di fondo, questo, che non credo derivi dal fatto che sia passata, come dicono in molti, un'idea europeista. Penso che in realtà sia stata costruita una grossa operazione politica, rispondente all’errore di fondo di M5S, che ha tenuto in gran parte i temi fondamentali dell’Europa fuori dalle elezioni. Di fiscal compact e di euro non si è parlato. Tutti i confronti, e gli scontri, hanno parlato d’altro. Sul parlar d’altro si è concentrata l’attività di Renzi e del nuovo gruppo dirigente del Pd. L’errore di fondo di Grillo? Semplice, quasi da manuale, non ha capito come con la campagna contro la casta si vince una elezione e non due. Al di là della battuta è chiaro che Grillo di fatto ha produrrà, da un punto di vista generale, il tentativo fortissimo di consolidamento del regime Pd. Questo fa il paio con un servilismo unico della segreteria della Cgil, che è corsa ad esaltare il risultato delle elezioni. E’ proprio il comunicato dettato dalla paura, visto che il gruppo dirigente è in realtà tutto bersaniano.
Quali prospettive intravedi per Renzi?
Per i prossimi mesi avrà il vento in poppa. Fino a che non torneranno a fare i conti veri sulla crisi. Quando si vedranno le carte non sarà tutto così rosa e fiori. Del resto tutto è stato costruito come un grande voto moderato. E il voto moderato è conservativo. E la sottostima dei sondaggi mi fa venire in mente la vecchia Dc, in cui non incontravi nessuno che diceva di averla votata. L’errore più drammatico è pensare che il Pd sia un partito di sinistra.
In molti hanno messo in rilievo l’urgenza di costruire una opposizione.
Come si costruisce l’opposizione? In chiave di alternativa al regime Pd. Un regime che per costruire con il consenso batte la strada della continuità delle politiche di austerità, e quindi gli ottanta euro, la privatizzazione, le promesse di lavoro e il job act. Come ha detto Tsipras giustamente gli ottanta euro sono stati concordati tra Renzi e la signora Merkel e in cambio è stata sottoscritta la continuità delle politiche di austerità. Un regime di consenso neocentrista che pensa di gestire la politica di austerità manovrando più intelligentemente. Con Monti e Letta non c’è una grande differenza se non di immagine, ma è quella decisiva.
Il risultato della lista Tsipras anche se ottenuto per una manciata di voti non è da buttare no?
L’opposizione ha dei punti a favore. Anche se non sono stato un promotore della lsita Tsipras, l’ho votata. E considero il risultato un segnale di potenzialità politica. Ma l’attende un passaggio politico di fondo perché è l’unica che ha raccolto un voto democratico anti-Europa e ha fatto l’esatto opposto di Grillo. Ha saltato il passaggio dell’Italia. Vedo dalle dichiarazioni di Vendola e Sel, non so quanto rappresentative, che ci sono settori che sottolineano come questo voto vada usato non per l’opposizione al Pd ma per contrattare migliori condizioni di alleanza. E’ chiaro che non sono linee compatibili. Se su questo non ci dovesse essere chiarezza dentro la lista Tsipras il destino è segnato. Il corpo dei militanti, di quelli che hanno raccolto le firme non credo che pensino, come ha detto Vendola, che ora Renzi è alla prova. Pensano, invece, che Renzi è un avversario politico.

E il movimento Cinque Stelle?
Il movimento M5S è anche esso ad un passaggio. Non è più di fronte a un rapido sfondamento che gli ha permesso di dire di tutto e il contrario di tutto. Ha cominciato con toni populistici di destra e l’hanno finita a piazza San Giovanni gridando "Berlinguer, Berlinguer". Questa idea di raccogliere gli scontenti di tutti di fronte alla capacità neocentrista e neoblairiana di Renzi, con il refrain di Grillo non funziona più. Anche il movimento cinque stelle deve decidere non tanto se fa l’opposizione a Renzi ma da quale punto di vista. A maggior ragione deve fare il programma. Su una cosa sono d’accordo con Barbara Spinelli, sarebbe bene incalzare Grillo ma tenendo bene chiare le scelte. Tsipras in alternativa al Pd, e quindi Grillo deve riempire di contenuti democratici che non possono essere solo i punti contro la casta. Bisogna parlare di lavoro e sull’Europa hanno una posizione confusa. Non si può sostenere assieme il no al fiscal compact e sì agli eurobond. C’è uno spazio politico da ricostruire. Crisi economica sì, ma c’è anche un partito con un sistema di controllo sociale senza precedenti in Italia. Ha dalla sua la chiesa, Confindustria, Cgil e sindacati, e i territori; senza parlare delle banche, delle cooperative e della grande informazione.
Un percorso pieno di rischi per l’antagonismo sociale e politico e anche pieno di opportunità…
Un programma politico avanzato deve prevedere la rottura dei vincoli europei. Non ha bisogno questo regime della grande partecipazione però può consolidarsi. Aprire non un cantiere ma molti cantieri senza l’angoscia della presentazione elettorale subito. Lavorare sui programmi e sulla mobilitazione. Noi proponiamo il 28 giugno e l’11 luglio. Il primo sul semestre europeo e l’11 luglio contro la repressione. Un appello quindi alla lista Tsipras per fare una manifestazione contro il semestre, forte e pacifica. Tsirpas rappresenta un risultato di speranza, che non deve essere buttato dimenticando la discriminante.

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