mercoledì 13 maggio 2015

La crescita! La crescita! Dello 0,3 di Claudio Conti, Contropiano.org

La crescita! La crescita! Dello 0,3
In gergo tecnico semiufficiale, si chiama "rimbalzo del gatto morto". Il prodotto interno lordo (Pil) è cresciuto nel primo trimestre "addirittura" dello 0,3%. Lo ha reso norto poco fa l'Istat, pubblicando le sue stime.
Quasi penosa l'esibizione di giubilo che ha percorso i media mainstream, guidati dall'Ansa e da Repubblica: "l'Italia è fuori dalla recessione". E' una tecnica consolidata, nell'informazione di regime, trasformare un dato puramente tecnico in un "fatto rivoluzionario", che dovrebbe confemare l'ottimismo e quindi il consenso verso il governo.
Tecnicamente, in effetti, si parla di recessione se il Pil va negativo per due trimestri o oltre. Quindi si può dire che l'economia italiana, nel primo trimestre, ha interrotto la tendenza alla recessione cronica che durava ininterrottamente dal terzo trimestre 2011; quindi da 14 trimestri consecutivi. Ma se ci trovassimo negli immondi panni dei giubilatori prezzolati, dovremmo preoccuparci che questo numerretto positivo non si la copia di quel solitario +0,1% registrato occasionalmente nel terzo trimestre del 2013, che fece - anche lui, poverino - titolare a tutti i giornali mainstream "è iniziata la ripresa!".
A voler essere obiettivi, dunque, bisognerebbe dire che questo "rimbalzino" arriva dopo una perdita cumulata - negli ultimi tre anni e mezzo - di oltre il 5% della ricchezza prodotta. Ma se cumilamo questo periodo negativo con l'inizio vero e proprio della crisi (2008, sul piano produttivo), allora la perdita supera abbondantemente il 10%. Per  recuperare il terreno perduto, a questo ritmo, ci vorrebbero circa otto anni.
Naturalmente bisogna tenere conto di alcune circostanze macroeconomiche assolutamente occasionali e irripetibili: quantitative easing monetario iniziato dalla Bce, crollo del prezzo del petrolio (che è nel frattempo risalito da 40 a quasi 70 dollari al barile), e rapida svalutazione dell'euro (anche qui, già risalito da 1,04 a 1, 12 sul dollaro).
Forse converrebbe anche buttare un occhio sull'improvviso rallentamento della "locomotiva" tedesca: la Germania ha registrato un deludente +0,3 per cento. In calo rispetto al +0,7% del precedente trimestre, ben sotto le attese degli analisti che avevano messo in conto una crescita di circa mezzo punto percentuale.
E aleggia ancora nell'aria l'ammonimento del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco: "le imprese italiane non sono competitive perché non hanno investito in innovazione tecnologica, favorite da governi che hanno pensato solo a ridurre il costo del lavoro" (non è una citazione letterale, ma il senso è questo; http://contropiano.org/economia/item/30591-visco-troppa-cattiva-flessibilita-si-va-verso-la-disoccupazione-di-massa).
Come le cifre sull'occupazione, insomma, questo governo mostra un'alta propensione a barare.

Il rapporto completo dell'Istat: pdfStima_preliminare_del_Pil_-_13_mag_2015_-_Testo_integrale.pdf292.32 KB13/05/2015, 11:00

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